Spagna. Donne registrano il proprio corpo contro la legge sull'aborto.
Il 5 febbraio 2014 a Madrid, Barcellona, Bilbao, Siviglia, Pamplona e Pontevedra diversi gruppi di donne hanno reclamato presso i Registri Mercantili dei Beni Mobili la certificazione ufficiale che il loro corpo gli appartiene. Si sono recate insieme presso gli uffici pubblici e hanno chiesto agli impiegati stupefatti la certificazione di proprietà del proprio corpo. Dopo un primo momento di meraviglia, e le rapide consultazioni su come reagire, molti si sono alleati con le donne e alcune impiegate hanno presentato la richiesta anche per loro stesse.
Nel formulario da consegnare all’ufficio è richiesta la descrizione dell’oggetto del quale si denuncia la proprietà e ogni donna ha descritto il suo corpo nella maniera a lei più congeniale. Un’attivista ha scritto: “il mio corpo è grande e meraviglioso. Funziona alla perfezione e amo il suo odore. Ha due gambe, due braccia, un utero, due ovaie (…)”.
“Il corpo è un territorio di riconquista necessaria da parte delle donne . Un corpo modellato da e per gli altri, diventato un oggetto, usato come merce, attaccato, manipolato e sottoposto a stereotipi impossibili.
A ciò si aggiunge una legge sull’aborto presentata dal ministro della Giustizia, Alberto Ruiz- Gallardón , che mira a limitare la capacità di prendere decisioni sulla maternità e la propria morale. I formulari stampati e timbrati che sono stati presentati agli uffici pubblici presentato fanno parte di un'azione simbolica che mira a rendere visibile questo conflitto” ha detto Yolanda Dominguez, ideatrice dell’azione.
L’originale iniziativa potrebbe diventare un precedente legale importante e duplicarsi anche in altre città con altre donne e, perché no, anche uomini.
“E’ stata un’azione molto potente ed emozionante” ha dichiarato May Serrano di Mujeres Imperfectas, uno dei collettivi che ha partecipato all’evento, “ma non dobbiamo dimenticare che siamo qui per un motivo molto triste: vogliono decidere sul nostro corpo”.
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