Si è tenuta nella sede dei Radicali lo scorso 30 aprile una conferenza dal titolo “Sex work is work”, indetta dal Comitato Nazionale per i Diritti Civili delle Prostitute, il Codacons e l''Associazione Radicale "Certi Diritti". Un dibattito aperto e attuale, quello sulla necessità di trovare nuove forme di regolamentazione per il lavoro sessuale, riaperto in seguito alla proposta del comune di Roma di tentare la via dello zoning, ovvero della circoscrizione di determinati luoghi per l’esercizio volontario della prostituzione. L’associazione presieduta da Pia Covre ha presentato una sua proposta, elaborata insieme al Codacons, che tiene conto di una serie di elementi nell’ottica di tutelare realmente i lavoratori e le lavoratrici del sesso. Si legge nel comunicato diffuso: “Sex worker, escort, gigolò devono essere ascoltate perchè niente può essere fatto senza la partecipazione delle/i interessate/i. Le proposte presentate in Parlamento non sono soddisfacenti. Molte contengono norme che sono contro i diritti e la libertà dei lavoratori e delle lavoratrici del sesso. Da tempo siamo impegnati su queste tematiche e abbiamo elaborato delle proposte che nascono dalla realtà osservata e vissuta e non campate su fantasie teoriche inappliccabili”. A margine della conferenza è intervenuta anche la senatrice del PD Spilabotte, prima firmataria di un disegno di legge che lo scorso agosto è stato firmato da vari esponenti di partiti di tutto l’arco parlamentare. La proposta della senatrice prevede zone nelle città dedicate alla prostituzione, individuate dai Comuni, possibilità di esercitare in casa, pagando le tasse, controlli sanitari per i 'sex workers' e per i clienti obbligo del preservativo. E ancora contrasto alla tratta e reinserimento sociale. Abbiamo intervistato PiaCovre, fondatrice nel 1982 del Comitato per la tutela dei diritti civili delle prostitute in Italia per capire cosa vogliono le sex workers, cosa pensano dello zoning e delle femministe che si oppongono alla prostituzione tout court.
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