Mercoledi, 06/11/2024 - Che Kamala Harris potesse non vincere la sua corsa alla Presidenza degli USA era convinzione diffusa; ma la altrettanto ripetuta valutazione dei sondaggi, che davano lei e Trump in un testa a testa ovunque e soprattutto nei famosi stati chiave, aveva regalato al Partito Democratico e a tutte e tutti i sostenitori di Kamala (anche oltre i confini americani) un'energia positiva piena di speranza di potercela fare.
Nessuno sembrava avesse previsto la realtà profondamente diversa che ha imposto un distacco così sostanzioso a favore di Trump e dei repubblicani e a danno di Kamala Harris e, conseguentemente, del Partito Democratico. Un distacco così netto da permettere la dichiarazione, sebbene non ufficiale, della vittoria di Donald Trump a poche ore dallo sfoglio.
La sconfitta di Kamala, mentre scrivo, non ha visto ancora una sua dichiarazione ufficiale, dichiarazione attesa mi vien da dire con “curiosità”. Intanto arrivano critiche e ipotesi che la coinvolgono e ovviamente “avvolgono” i pensieri del e sul Partito Democratico.
Fra le molte considerazioni già in campo, sottolineate da tutti i commentatori, vi è quella che Trump questa volta sia stato votato dal popolo, oltre che alle classi privilegiate dell’economia.
Ma tornando a Kamala quello che sembra delinearsi è che se il richiamo a riconoscersi in lei lanciato alle donne ha avuto successo con le donne di colore, sembra che non sia stato altrettanto vincente con le donne bianche che - sempre sembra - fino ai primi commenti abbiano votato in “troppe “, rispetto alle previsioni, proprio il TYCOON.
Ovviamente, come accade dopo le sconfitte, tanti sono quelli che “io lo avevo detto” sia rispetto alla proposta - vincente - di Trump o quella - sconfitta - di Kamala. Quel che sembra vero è che in una fase in cui l’America, soprattutto nella sua popolazione bianca e con più difficoltà economica, teme il futuro, quindi ha avuto la meglio il senso di forza e di determinazione di Trump, questo ha lo forse fatto votare al di là del Partito Repubblicano, guardando all’uomo fattosi esso stesso Partito.
Cosa in Kamala non sia riuscito a convincere sarà interessante analizzare, davvero, iniziando dalle sue valutazioni che offriranno più elementi e analisi per rifletterci anche in un’ottica femminile. Non sottovalutando il peso che questa tematica - basti citare l’aborto - ha avuto nella campagna elettorale. E ancora ricordando come già nella prima elezione di Trump un'altra donna - Hillary Clinton - nonostante i suoi voti fossero più di quelli del suo avversario non riuscì a farcela.
Sarà utile e interessante, quanto prima, quando avremo più elementi di valutazione, oltre alle considerazioni di Kamala Harris e di chi l’ha accompagnata nella sua sfida democratica, tornare a riflettere su tale sconfitta cocente, partendo, in particolare, da quell’angolatura femminile grazie alla quale l’abbiamo seguita con particolare coinvolgimento dal momento della scelta dei democratici di candidarla.
A presto!
Paola Ortensi
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