“Anahì del mare” (Infinito Edizioni, prefazione di Massimo Carlotto e introduzione di Gianni Cascone) di Anna Milazzo, è la dura testimonianza dei soprusi e della barbarie in Uruguay durante il periodo della dittatura degli anni ’70. Anna, giunta con la famiglia dalla Sicilia negli anni ’50 per trovare fortuna, si ritrova ad essere sequestrata e torturata dalle forze del regime nel 1972. Un libro toccante scritto con la collaborazione di Amnesty International, in cui si narra gli anni che hanno preceduto il golpe in Uruguay del 27 giugno 1973, intrisi di violenza. Anahì, come tanti altri giovani universitari, si interessa di politica, si schiera dalla parte di chi difende la libertà e i diritti fondamentali, scende nelle piazze per denunciare i metodi repressivi del regime. Questa generazione pagherà il prezzo più alto per le sue idee. L’esperienza della prigione e della tortura spezza in due la vita e i ricordi di Anahì. In esilio a Firenze tenta di costruire una vita “normale” ma riuscirà a liberarsi delle ombre di un passato oscuro e rimosso, soltanto tornando a Montevideo.
Si intrecciano alla sua storia, quelle di Marisa, Santiago, Luisa, Tomàs e molti altri protagonisti che compongono un affresco intenso e complesso di un popolo che con coraggio e ostinazione ha sfidato il potere efferato della dittatura. Un racconto che oscilla tra la suggestione del mito e l’impegno civile, tra un tempo soggettivo e quello della memoria storica. Un percorso personale, quello dell’autrice, per rivivere, affrontare e superare le ferite del passato. Come ben espresso nella prefazione di Massimo Carlotto «La sistematica violazione dei diritti umani non fu solo un metodo “necessario” a eliminare l’opposizione ma un progetto politico scientificamente pianificato. Questa la tremenda verità dei pronunciamenti militari latinoamericani. La vicenda umana e politica di Anna Milazzo è un esempio emblematico di quello che accadde. Prima, dopo… durante. Anahí del mare ci narra la notte di un popolo ma alla fine della lettura la ‘luce’ di Anna inonda di senso l’intera vicenda. Anna ha vinto. A caro prezzo, certo, ma questo libro raccoglie mille e mille piccole vittorie. Anche delle persone che le sono state vicino in questi lunghi anni. Spero che Anahí del mare abbia il successo che merita. Spero che in tanti, tantissimi lo leggano. Spero che venga adottato nelle scuole. Che scuota coscienze, cha ravvivi memorie. Io lo porterò con me. Nella mia mente, nel mio cuore.» Anahi, non è altro che Anna Milazzo, nata in Italia nel 1950, che all’età di quasi due anni è emigrata con la sua famiglia in Uruguay e ha vissuto a Montevideo fino al dicembre 1972. Proprio quell’anno è stata sequestrata dalle forze armate e torturata. Anna non ricorda quasi niente del periodo di prigionia a parte grida atroci. La sua memoria ricomincia dalla sua liberazione, in un campo sotto la pioggia e i fulmini. In Uruguay ha frequentato per due anni il corso di Psicologia presso la facoltà di Scienze umane dell’Università della Repubblica. Dopo la sua liberazione è andata in esilio a Firenze, dove si è laureata in Filosofia.
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