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Una scuola (molto) aperta all'arte

Una scuola (molto) aperta all'arte

- Viaggio in un′ eccellenza poco conosciuta: Splash, un museo d’arte in una scuola elementare a Sassuolo (Modena)

Bertani Graziella Venerdi, 30/01/2015 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2015

A Sassuolo, in provincia di Modena, il primo museo d′arte in una scuola primaria espone lavori delle scolaresche e di opere artisti o frutto di collaborazioni. Si chiama Splash e a proporlo è stata Tina de Falco, docente di lettere ed esperta d′arte.



Perché questo museo? Chi lo ha sostenuto e chi lo sostiene oggi?


Splash nasce da una esigenza di bellezza interno di una scuola che aveva pareti grigie. Quando sono entrata nella scuola San G. Bosco era triste, sapeva di malinconia. Lo Splash oggi è un setting dove la bellezza è vissuta e creata. Per le spese per l’allestimento del laboratorio il progetto è stato interamente sostenuto Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. Attualmente non abbiamo sponsor e gli artisti che lavorano con noi lo fanno sapendo che stanno aiutando i bambini a crescere in maniera armonica e nella bellezza. Quando un ambiente è bello, i bambini arrivano a scuola con piacere.



In che modo e quanto questo progetto è stato ed è condiviso con la Dirigenza Scolastica e con i colleghi?


La costruzione del rapporto con i colleghi è stata lunga e difficile; non dimentichiamo che siamo in una scuola primaria e non tutti i docenti hanno amore o passione per l’arte, spesso vista solo come passatempo. Oggi, dopo ben sette anni, qualcosa sta cambiando e i colleghi del plesso si rendono più disponibili alla partecipazione al progetto annuale di performance o di mostre da me proposto. Ho sempre avuto il massimo appoggio da parte della mia dirigente, la dott.ssa Rita Turrini, che ha sempre creduto nei miei percorsi formativi e anche quando ho voluto dare un volto nuovo ad una scuola grigia mi ha consigliato di andare avanti.



Come vivono il museo i bambini e dei genitori in generale?

I bambini riconoscono che la loro scuola è diversa, sanno che è anche museo e che loro possono partecipare ad attività speciali con artisti esterni. I nostri ragazzi, oltre alla pittura, conoscono anche l’espressione artistica delle performance e spesso si trovano ad essere essi stessi performer. Costruiamo installazioni proponendo di ricreare in nuova forma materiale di scarto. I genitori del quartiere vengono a vedere le nostre mostre e sanno che i loro figli sono in una scuola diversa le cui porte sono opere d’arte.



Quale ruolo gioca oppure potrebbe giocare l’amministrazione comunale nella valorizzazione del museo quale patrimonio della città e strumento di crescita per il territorio? È possibile conciliare programma scolastico e rapporto con l’esterno?


Per quanto riguarda l’attuale amministrazione comunale, credo che ci darà più spazio e comunque sa che nella nostra scuola ci sono opere importanti. Il passo successivo sarà quello di aprire la scuola anche nei giorni prefestivi o festivi oltre a farlo divenire sede di attività artistiche per bambini e genitori. Vivere l’arte anche fuori dalla mia scuola mi ha portato ad avere conoscenze fra gli artisti che spesso coinvolgo nei miei percorsi. L’ultima mostra “Le città invisibili” realizzata e da bambini e ragazzi di San Pietroburgo e presentata dai loro docenti è stato un vero successo.



#foto5dx# Sono arrivati al Museo artisti russi e uno di loro ha lasciato un disegno sul muro. Questa mostra è nata dalla collaborazione con l’associazione culturale Italia-Russia. Quando arriva allo Splash un nuovo artista, con lui si progettano anche i momenti d’incontro con i bambini perché devono essere parte attiva di ciò che si farà. In questo modo non solo vedono nascere un’opera ma vi partecipano, diventano attori di un percorso. Il rapporto con l’esterno per ora è saltuario, perché non vi sono i mezzi economici per aprirlo anche nei giorni non scolastici.



Perché consigliare la visita allo Splash e quali sono i suoi punti di forza e di debolezza?

Lo Splash resta unico nel suo genere, è un museo d’arte contemporanea in cui vi sono opere realizzate solo d’artista, opere contaminate o corali, bambini e artisti insieme, e opere solo di bambini. Per ora i nostri laboratori sono rivolti solo alle altre scuole dell’istituto comprensivo, per il solito motivo … e anche perché non esiste una vera apertura all’arte intesa come percorso formativo della persona. Più si educa all’arte più si diviene cittadini consapevoli e rispettosi del nostro patrimonio artistico. Lo Splash inoltre partecipa a concorsi esterni; il prossimo con l’estero sarà con la città di San Pietroburgo alla partecipazione di un loro festival d’arte infantile. La forza del nostro museo sta nell’idea di educazione all’arte dentro l’arte, cioè vivendola ogni giorno anche in maniera inconsapevole. Il punti deboli sono la mancata istituzionalizzazione da parte del comune per farlo divenire uno spazio museale più fruibile alla cittadinanza. Ma nulla è semplice e l’Italia, pur essendo una patria dell’arte, ancora rifiuta un concetto d’arte infantile. Nel 2005 sono stata invitata dall’Istituto di Cultura italiana di Belgrado per tenere un discorso sull’arte infantile, alla cerimonia di chiusura della biennale d’arte infantile. Avrei voluto portare anche qui una nostra biennale, ho fatto il progetto … ma dopo 10 anni ancora nulla si è concretizzato. Questa è la nostra debolezza...!



 

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