Martedi, 29/05/2012 - 2 giugno, festa della Repubblica
Nel 1946 è nata la Repubblica.
Nel 1946 le donne italiane esercitano per la prima volta il diritto di voto.
Nel 2012, dopo 66 anni, le donne italiane stanno ancora combattendo per la democrazia paritaria. Nonostante la Costituzione.
L’art.1della Costituzione recita:
“L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro …”
Se la guardiamo come donne, l’Italia è una repubblica incompiutamente democratica: infatti noi sappiamo che oggi è molto difficile esigere il lavoro come diritto, e non solo a causa della crisi.
Da sempre le possibilità lavorative delle donne sono state notevolmente inferiori a quelle degli uomini. Oggi in numero minore sono le occupate, in numero maggiore le disoccupate e si ingrossano continuamente le fila delle inattive.
Le donne più giovani sono maggiormente vittime di una precarietà che si protrae nel tempo condizionando la facoltà di scegliere liberamente e consapevolmente la loro vita.
Le donne di ogni età sono oberate anche a causa della mancanza di servizi e sostegni adeguati, a cui devono supplire occupandosi di bambini, anziani, disabili e malati.
In questo periodo alle donne è stato tolto molto (dall’innalzamento dell’ età pensionabile ai mancati investimenti promessi per i servizi e le politiche di conciliazione e condivisione) senza contropartite.
Se la nazione reggerà a questa crisi sarà grazie alle donne che mettono responsabilmente a disposizione le loro energie e risorse nell' economia e nella cura. Dalla famiglia alle reti informali le donne sorreggono e sostituiscono un welfare debole e frantumato, a macchia di leopardo, come è quello italiano.
Lo sappiamo dall’esperienza delle nostre vite e ce lo confermano le statistiche nazionali.
L’UDI - Unione Donne in Italia è stata protagonista fin dal 1944 delle principali battaglie condotte in questo paese per il diritto di voto e il diritto al lavoro delle donne, per i diritti delle donne nel lavoro, nonché per un modello di produzione che riconoscesse la differenza femminile nel lavoro: un modello a misura di donna e, come tale, a misura di tutti.
L’UDI richiama l’attenzione di uomini e donne sulla contraddizione profonda tra i diritti faticosamente conquistati e l’esigibilità di questi diritti, sulla differenza tra la responsabilità sempre esercitata dalle donne a cui corrisponde l’irresponsabilità di chi dovrebbe attuare la Costituzione con interventi politici concreti tenendo conto che la Repubblica è costituita da uomini e da donne.
Perché il 2 giugno possa essere la festa di tutti e DI TUTTE.
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