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Tommaso Fiore Noi Donne, mostra al CNR

Tommaso Fiore Noi Donne, mostra al CNR

E' visitabile fino al 7 gennaio la mostra 'Donne tra analfabetismo ed emancipazione. Dalle carte di Tommaso Fiore' con molti documenti dell'archivio di Noi Donne

Domenica, 01/12/2013 - E' visitabile fino al 7 gennaio 2014 a Roma, presso il CNR (ore 10.30) la Mostra bibliografico-documentaria:

"Donne tra analfabetismo ed emancipazione. Dalle carte di Tommaso Fiore"

Consiglio Nazionale delle Ricerche

Biblioteca "Guglielmo Marconi"

P.le Aldo Moro 7 - ROMA

dal 3 al 18 dicembre 2013



L'iniziativa si svolge nell'ambito di 'Il CUG festeggia i 90 anni del CNR ... a suo modo' .

Programma

www.noidonne.org/files/allegati/CNR.pdf



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Intervento di Costanza Fanelli, Responsabile dell’Archivio di Noi Donne.

Noi Donne, un grande patrimonio non solo per le donne



Noi Donne è l'unica rivista in Italia e in Europa che da 70 anni accompagna la storia, le vicende, le evoluzioni sociali, culturali,politiche delle donne in Italia, dando voce e immagine a fatti, battaglie, idee e personaggi che hanno caratterizzato le diverse fasi del nostro paese e anche del mondo. Oggi, in linea con i tempi, è anche un periodico on line e una web.tv dirette da Tiziana Bartolini.

I numeri che si susseguono senza interruzione dal 1943 ad oggi rappresentano una delle fonti più importanti e utilizzate per studi, approfondimenti sulla storia delle donne nei suoi vari aspetti: sociali, politici, economici, culturali ma anche del costume.

Per questa unicità Noi Donne è stato riconosciuto un Bene culturale da tutelare, sia per quello che rappresenta nel mondo dell’ informazione sia rispetto al patrimonio che si porta dietro in termini di documentazione giornalistica, di relazioni e collaborazioni con donne e uomini importanti di tutti i campi della cultura, del giornalismo, della politica, della scienza, ma anche di immagini grazie anche alla esistenza di un ampio e importante archivio fotografico.

Il legame tra Noi Donne con l’oggetto della Mostra è stato perciò facilmente costruito attraverso una ricerca effettuata sfogliando le pagine dei numeri che si sono susseguiti dal 1944 alla metà degli anni 50, seguendo vari fili conduttori che legano scelte, contenuti, presenza di giornalisti e giornaliste con aspetti, episodi, scritti e relazioni con donne e uomini che caratterizzano l’attività culturale e politica di Tommaso Fiore in quegli stessi anni.

Il primo filo conduttore riguarda lo stesso clima di tensione ricostruttiva di un paese condiviso da Tommaso Fiore e Noi Donne. Una ricostruzione politica, sociale, economica ma anche morale e civile nella quale le donne assumono subito un ruolo rilevante. Noi Donne, anche in quanto portavoce dell’azione della grande organizzazione di donne nata dalla resistenza l’UDI è uno degli strumenti più importanti di questa vasta campagna di risveglio civico e politico: Noi Donne partecipa in prima fila alla più grande battaglia politica delle donne dopo la guerra, il voto, svolgendo un ruolo essenziale per rendere protagoniste le donne di quel passaggio anche attraverso un sostegno capillare informativo sulle donne candidate a svolgere un ruolo nuovo nelle istituzioni e nel paese. Nell’Assemblea Costituente prima, nel Parlamento poi. Attraverso i fogli colore seppia riprendono corpo i volti di donne che erano veramente una parte essenziale della nuova classe dirigente politica che si stava costruendo. La grande parte con una biografia già densa nella lotta al fascismo, o in battaglie sociali, sindacali o politiche di riscatto da povertà e arretratezze di tanti territori sia a Sud che al nord. Una battaglia ancora più importante se si pensa alla situazione di particolare arretratezza culturale oltreché di povertà del Mezzogiorno. Con molte di quelle donne non a caso anche Tommaso Fiore si confronta con scritti, incontri, lettere nella sua battaglia di fervente meridionalista.

Il secondo filo conduttore è l’attenzione costante che legano il giornale e Tommaso Fiore alla denuncia delle condizioni di vita e di lavoro delle donne in particolare ma non solo delle regioni meridionali. Noi Donne riserva ogni numero spazio con articoli, inchieste, reportage anche fotografici in Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna per mano di donne e uomini che diventeranno famosi sia come giornalisti che come scrittori: Fausta Cialente, Anna Maria Ortese, Renata Viganò, Ma da anche conto della ripresa delle battaglie sindacali come donne portate avanti da altre donne, come Adele Bei, con cui Fiore aveva stretti contatti nella sua azione di attivista e studioso insieme delle lotte contadine e per il lavoro della sua regione e più in generale nel Sud.

Noi Donne e l’azione di Tommaso Fiore si incontrano poi direttamente lungo il percorso di una grande mobilitazione di massa delle donne del sud promossa lungo tutto il 1948 dall’UDI e sostenuta fortemente dal giornale: le assise meridionali delle donne, un insieme di iniziative e incontri a tappeto che in seguito ad un lavoro capillare sul territorio portava poi centinaia di donne a incontrarsi in Assemblee dove si portavano le testimonianze dirette di storie individuali e collettive delle donne, dove ci si organizzava attorno a precide rivendicazioni.

In quell’intreccio fervido di militanza concreta politica e sindacale e di azione di ricostruzione culturale e civile le pagine di Noi Donne danno conto della presenza e dell’azione culturale e civile di donne che non a caso erano anche per Tommaso Fiore riferimento di un’azione di risveglio di coscienza, di costruzione di nuovi diritti, di promozione di una visione di ricostruzione affidata alla crescita culturale oltreché economica e politica di ceti e settori che il fascismo aveva voluto ai margini e che settori retrivi volevano continuare a sfruttare. E qui c’è il terzo filo conduttore del rapporto tra Tommaso Fiore e Noi Donne.

Nel 1950 la direzione di Noi Donne viene affidata a Maria Antonietta Macciocchi che in ogni numero dedica una sorta di editoriale ad una simbolica signora Maria a cui chiede di fermarsi per un poco a riflettere su vicende o fatti che capitano nel paese. Con argomenti e spunti che vengono dall’attualità , Maria Antonietta Macciocchi punta a creare una specifica opinione delle donne, tutte le donne, su fatti e vicende che solo raramente fanno riferimento alle donne. Un misto di educazione civica e denuncia politica certamente segnate da visioni ideologiche dell’epoca e datate ma con l’intento appunto di elevare la capacità culturale e critica delle donne e non solo delle donne.

Noi Donne negli anni ‘50 diventa un veicolo fondamentale di azione culturale, a cominciare dalla diffusione che viene fatta attraverso il giornale di pagine di letteratura popolare: novelle, romanzi a puntate, persino riproduzioni a fumetti di film famosi . Ma anche di diffusione del senso dei propri diritti. Lo fa riportando casi di lotte di donne anche in luoghi lontani, lo fa informando dell’azione di politiche e sindacaliste per affermare nuove norme ma anche concretamente affidando ad esempio per anni a Carla Voltolino Pertini una rubrica fissa di servizio per rispondere a quesiti e problemi posti da lettrici e lettori del giornale che riguardano le leggi sul lavoro, sulla previdenza, sulla salute.

È per iniziativa di Maria Antonietta Macciocchi ma con il sostegno di molte altre persone, uomini e donne, che nel 1952 attorno alla rivista Noi Donne cresce l’idea di organizzare un grande evento nazionale sulla stampa femminile. L’idea è segnata molto dalla critica forte con cui si guardava alla tradizionale stampa che si rivolgeva alle donne, una stampa accusata di valori “borghesi” e comunque tradizionalistici per le donne. La Macciocchi scrive un volume su questo tema facendo anche un lavoro di analisi e rilettura critica sui giornali che si rivolgevano alle donne. Ma le finalità, anche per il concorso e l’adesione dati da tantissime figure di intellettuali, scrittori e scrittrici, uomini e donne della cultura, della vita politica e istituzionale, si ampliano tantissimo diventando un appuntamento di grandissimo rilievo, costruito in mesi e mesi di lavoro, al cui centro c’era il problema della necessità condivisa di una grande iniziativa di diffusione della cultura, come patrimonio di tutte e tutti i cittadini. Quindi prima di tutto lotta all’analfabetismo ancora così forte e diffuso, ma anche importante ruolo informativo e educativo affidato alla informazione cosiddetta “democratica”, alle istituzioni culturali del paese, in primis la scuola e l’università. Tommaso Fiore è uno dei più attivi e convinti sostenitori di questa iniziativa. Darà un grande supporto e aiuto alla principale organizzatrice, la Macciocchi e il suo sarà uno degli interventi più importanti della grande Assise che si terrà in un grande teatro di Roma. Con lui intervengono altri importanti protagonisti dell’epoca che hanno ciascuno lasciato un proprio segno nella vita artistica, culturale, informativa, politica del paese. Il giornale fornisce di queste persone e di questo evento una testimonianza dettagliata anche dal punto di vista delle immagini.

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