“Fu un’ingenua o un’impavida”, si domanda Tommasina Soraci scrivendo la storia di Margherita Porete, che sfidò l’Inquisizione e finì sul rogo (1310). Presentazione a Terni venerdì 15 novembre
Domenica, 10/11/2013 - “Fu un’ingenua o un’impavida”, si domanda Tommasina Soraci scrivendo con efficace sintesi la storia di Margherita Porete, beghina colta e coraggiosa che sfidò l’Inquisizione, non ritrattò le sue tesi e finì sul rogo (1310). È stata dimenticata la donna per secoli, ma il suo libro, Lo specchio delle anime semplici annichilate, ha continuato a circolare per l’Europa fino a quando, nel 1946, la studiosa Romana Guarnieri ne ha scoperto una versione latina anonima - ironia della sorte - nella Biblioteca Vaticana. È stato possibile così rendere giustizia ad una donna che ebbe l’ardire di disobbedire al potere costituito predicando nelle piazze la sua interpretazione non ortodossa della religione. Non era tollerato soprattutto che le donne - anzi pseudomulieres - affermassero, attraverso la religione, autonomia e indipendenza. Con questo saggio Soraci completa il suo trittico tutto al femminile, avendo scritto in precedenza di Christin de Pizan e della Cortigiana Imperia, con lo scopo non di “contribuire a livello accademico” ma di suscitare “curiosità e dibattito” su figure femminili che sono state “oltre il loro tempo concettualmente e nella pratica di vita”. Obiettivo conseguito!
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