Tammurriata, energia primordiale da danzare con anima e corpo
Danza - Voci, tradizioni, magia di un ballo dedicato fin dall’antichità a divinità femminili
Ribet Elena Venerdi, 01/07/2016 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2016
La tammurriata è una danza antichissima e ricca di simbologie legate ai cicli delle stagioni, alla fertilità, alla spiritualità e all’amore. Si danza in coppie (maschio/femmina, femmina/femmina, maschio/maschio) con l’accompagnamento del tamburo o tammorra (un tamburo a cornice) e di castagnette (una sorta di nacchere). “O' ball e 'o canto ncopp'o Tammurro” ci spiega Enzo Esposito, ballatore di danze del sud e artista, è un “evento coreutico-musicale facente parte di riti propiziatori e devozionali legati al ciclo riproduttivo della terra, che costituisce l'ancestrale cultura mediterranea e ancora vive nelle comunità rurali. Appartiene alle celebrazioni rituali arcaiche dei primi popoli e delle civiltà precristiane; i contadini sono i degni depositari della tradizione che si rigenera e si trasforma, mai interrompendosi. Tutto ciò si convoglia in un connubio perfetto di tre elementi di base: ballo, suono e danza. Un linguaggio coreutico musicale ricco di energie e sinergie, di materia e forma, di sguardo e intensità. La tradizione orale rappresenta in assoluto l'autentica forma di trasmissione, genuina e attendibile, semplice e istintiva, non accademica e legata alla sfera puramente emotiva e spirituale. La tammurriata è espressione anche oggi della venerazione collettiva di immagini sacre, prima pagane e poi cristiane, di divinità perlopiù femminili. È una leggenda popolare a indicarci il viaggio affascinante all'interno della cultura popolare e contadina che fa luce su sette immagini differenti di Sorelle Madonne. Secondo alcuni studiosi del fenomeno, sociologico, antropologico e etnomusicologico, le stesse Madonne sarebbero sei sorelle più una: sei so' belle, una è nera, è brutta, è a' Mamma Schiavona. Ad esse corrispondono sette relativi stili di danza sul tamburo”. La tammurriata, con le sue differenti espressioni, contaminazioni e interpretazioni, è ancora oggi un fenomeno spontaneo, non sempre codificato o codificabile, al quale si può accedere nelle sue forme più autentiche nelle piazze, nei paesi, nelle celebrazioni rituali. Il tamburo, strumento sciamanico per eccellenza, ha un ruolo centrale nelle pratiche spirituali di moltissime tradizioni in tutto il mondo. In questo senso la tammurriata è, aldilà degli aspetti folcloristici, un punto vitale di intersezione fra memorie e miti.
Fede, storia, identità, magia, rito, festa, emozioni sono tutti elementi presenti nella circolarità sacra di questo ballo, dove si mescolano elementi femminili e maschili e dove il tamburo (declinato anch’esso al maschile o al femminile a seconda del sesso di chi lo suona) trasforma i gesti in vita e il ritmo in vibrazione di potenza creatrice e creativa.
COSA PROVI QUANDO BALLI LA TAMMURRIATA?
“Per me Ballare la tammurriata è come tornare alle nostre origini, fondersi con il battito del tamburo, che scandisce il tempo della danza, equivale ad unirsi al ritmo della terra... sentirne le pulsazioni e tutta la sua energia. Essendo un ballo di coppia si stabilisce con il partner una sintonia notevole fatta di sguardi, passione e complicità, si disegna un cerchio al cui interno si svolge un rito propiziatorio, simbolico e magico, legato al culto della terra e alla divinità, le movenze che assumiamo richiamano la gestualità contadina nel lavoro dei campi... si semina, si setaccia, si raccolgono i frutti; quello che si prova è un richiamo irresistibile verso la Madre Terra, fonte di vita. Ci si lascia coinvolgere totalmente, senza limiti di tempo fino ad arrivare alla fase del ballo più frenetica e coinvolgente, la cosiddetta ‘vutata’, simbolo di sfida o di accoppiamento, momento di frenesia, di ebbrezza, di estasi divina... che porta allo sfinimento e alla liberazione da tutte le fatiche quotidiane, una vera terapia per il benessere dell'anima e del corpo”. Monica Flemac, insegnante di pizzica e danze popolari.
“Ballare la tammurriata è entrare in un’altra dimensione, al primo canto di fronna sento un fremito alla bocca dello stomaco, un’energia che sale dalla terra inizia a scorrermi nelle vene. Ecco, parte la tammorra a scandire il battito dei miei passi, rimanere fermi è impossibile, braccia e gambe si muovono in un’armonia con la musica e il canto, rimanendo ben ancorati alle proprie radici in omaggio al passato e ai riti di ringraziamento alla madre terra … ogni movimento ha una sua leggerezza, ma al contempo un radicamento storico e culturale che rimanda al rapporto viscerale che in passato si aveva con la terra, e mentre ballo mi sento unito al terreno dove ballo e al contempo sento l’energia che quel terreno mi tramanda per farmi muovere nel tempo e nello spazio, avendo nelle orecchie i suoni delle tammorre e le voci dei cantori. Non ballo solo coi piedi o le braccia, ma con tutto me stesso, pervaso da quell’energia. Partecipare a quel rito con l’uso delle proprie castagnette è contribuire a mantenere viva questa tradizione. Provare e ascoltare col cuore per credere”. Giuseppe Loiacono, insegnante di pizzica e danze popolari.
"La tammurriata è un ballo dell'anima e del corpo. Non puoi non farti trascinare… è un ballo che coinvolge tutti i sensi” . Valeria.
“Liberazione. Radici. Trasportata da un flusso di energia e ritmo primordiali”. Ilaria.
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