Mercoledi, 20/02/2013 - Abbiamo intervistato Celeste Costantino (33 anni, laureata in filosofia, dirigente nazionale di Sinistra Ecologia e Libertà, portavoce del movimento antimafia DaSud. Candidata alla Camera dei Deputati per Sinistra ecologia e libertà/SEL) e Chiara Colosimo (26 anni, Consigliera uscente della Regione Lazio e Presidente del gruppo Fratelli d’Italia al Consiglio Regionale. Candidata alla Camera per “Fratelli d’Italia”). Abbiamo posto ad entrambe le stesse domande ed ecco le loro risposte a confronto.
Si parla molto di femminicidio, con iniziative che coinvolgono le donne di tutto il mondo ricordiamo di recente One Billion Rising. Ma molte associazioni italiane antiviolenza lamentano poche attenzioni sia della politica che economiche da parte delle istituzioni. Sembra che società e politica non riescano a condividere i problemi reali. Cosa propone lei di concreto sia a livello sociale che legislativo?
Celeste Costantino. Sulla specificità della violenza maschile sulle donne bisogna operare in tre direzioni: la prima è quella di andare a potenziare i Centri antiviolenza. In questi giorni sta per chiudere, ad esempio, il Centro antiviolenza Lanzino a Cosenza, ma versano in una condizione difficile tutti i Centri antiviolenza perché sono finanziati dalle Regioni con progetti annuali, e rischiano puntualmente di non essere finanziati. Penso che occorra una legislazione nazionale che permetta l’autonomia dei Centri, anche perché se vogliamo fare in modo che dalla violenza non si passi all’omicidio bisogna rafforzare soprattutto la prevenzione e tutti quei luoghi in cui è possibile riuscire ad allontanare questo problema. La seconda cosa che va fatta è introdurre nelle scuole l’educazione sentimentale perché sappiamo benissimo che la violenza si consuma dentro le mura domestiche nella relazione tra uomo e donna. Il problema dura da sempre, ma negli ultimi anni di berlusconismo è notevolmente peggiorato il modello donna. Noi proponiamo di introdurre un concetto di “educazione sentimentale” che permetta di migliorare la coalizione tra uomo e donna. Inoltre proponiamo di intervenire nelle leggi che regolano l’informazione e nella vigilanza Rai per limitare la mercificazione del corpo femminile quindi dello stereotipo della donna associata ad un tipo di immagine. Penso alla pubblicità di qualche anno fa, poi censurata, di una donna nuda a quattro zampe su un pannello solare con la scritta “montami a costo zero”. Ma bisogna fare una politica sulle donne a trecentosessanta gradi. Sono state reintrodotte dal governo Berlusconi le dimissioni in bianco, quando si ha una gravidanza, ad esempio, la donna è soggetta al licenziamento. Si arriva alla violenza anche perché una donna non ha un'autonomia economica e non può uscire dal nucleo familiare. Bisogna parlare, dunque, di rappresentanza, di lavoro. Voglio aggiungere che SEL ha messo in quota eleggibile il 47 % di donne che è la percentuale più alta rispetto a tutti gli altri partiti.
Chiara Colosimo. Innanzitutto noi dobbiamo ricordare che sono state 124 donne vittime di femminicidio in Italia solo nel 2012. Il 14 febbraio si è tenuta la giornata mondiale contro il femminicidio e anche Fratelli d’Italia ha organizzato un flashmob a Milano per accendere i riflettori su questa terribile piaga che è presente nel nostro paese, cosa che spesso si rischia di sottovalutare. Il nostro compito come donne impegnate in politica è non solo quello di porre l’attenzione sul grave problema, ma anche quella di fare prendere coscienza alle donne. Ci sono diverse proposte di legge che sono state presentate, ma per noi è importante che ci sia la certezza della pena, questo è l’unico modo per non incentivare la violenza sulle donne e per accendere i riflettori su questo dramma di cui le donne sono vittime. Quando ero nel Pdl con alcuni esponenti abbiamo presentato una proposta di legge che chiedeva di modificare l’aggravante dell’omicidio nel momento in cui la violenza nasce da un atto discriminatorio. La scelta è quella di non chiamarlo “raptus di follia”, ma un atteggiamento discriminatorio degli uomini verso le donne, quindi di un atteggiamento maschilista secondo il quale gli uomini pensano di poter decidere della vita delle donne. In quell’articolo di legge che noi avevamo proposto, che secondo me va ripreso, si chiedeva, appunto, di aggiungere una specifica aggravante nell’articolo 576 del codice penale. Inoltre proponiamo il carcere a vita a chiunque uccida in reazione a un'offesa all’onore proprio a quello della famiglia di origine a causa della supposta violazione di norme costumi ecc.
Il fenomeno della criminalità organizzata ha affondato le sue mani anche al nord, come dimostrano da tempo le inchieste della magistratura, è dunque un fenomeno nazionale e non regionalistico. Quale dovrebbe essere secondo lei la priorità della politica per sconfiggere, se lo ritiene possibile, questo grave problema?
Celeste Costantino. E’ senz’altro un problema, ma va annoverato fra le prime questioni che dovrà affrontare il governo di centrosinistra per due motivi: uno perché in questo momento fortunatamente stiamo cominciando ad elaborare il fatto che la 'ndrangheta, la camorra, cosa nostra non sono più le mafie come venivano concepite quarant’anni fa, si sono addentrate nell’economia, non a caso sono presenti nel nord perché le cosche vanno ricercando il business ed è lì che ci sono i presidi industriali. Vanno secondo me potenziati controlli sui flussi finanziari e la possibilità della tracciabilità da parte delle aziende e per quanto riguarda il movimento terra coprendo la questione legata agli appalti. Abbiamo purtroppo verificato come le certificazioni antimafia non bastano più, bisogna stabilire una soglia massima economica sull’appalto che permetta di poter verificare le entrate e le uscite dei soldi. Va migliorata la legge Pio La Torre, per le terre confiscate alle mafie, con un maggiore sostegno dello stato alle cooperative fatte dai giovani. Io sono fortemente contraria che i beni vengano messi all’asta, è del tutto evidente che con i costi che hanno che sono molto alti, sarebbero le cosche a ricomprarle, bisogna fare in modo che questa legge non venga snaturata, ma che anzi venga migliorata e potenziata.
Chiara Colosimo. Io credo che ci dovrebbe essere meno silenzio su questo tema perché bisognerebbe smetterla, appunto, di pensare che questo sia un problema che si svolge nelle sole regioni del sud, purtroppo, la criminalità organizzata è infiltrata al sud come al nord. Il compito della politica è quello di fare in modo che i giovani italiani conoscano, ricordino ed ammirino gli eroi che per difendere lo Stato dalla mafia hanno donato la loro vita. Noi abbiamo istituito nel 2011 la giornata della legalità, facendo un atto doveroso a figure come Giovanni Falcone e di Paolo Borsellino perché sono figure inscindibili dalla storia di lotta alla mafia e della criminalità organizzata. Ancora una volta abbiamo scelto il coinvolgimento attivo delle giovani generazioni perché come diceva una famosa frase di Paolo Borsellino: “Se la gioventù le negherà il consenso anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”
Per la crisi economica che ha investito tutta l’Europa, l’Italia è stata costretta a fare tagli rilevanti anche alla scuola e alla ricerca. Cosa ne pensa? Cosa propone?
Celeste Costantino. E’ quanto di più sbagliato. Intanto sono sbagliati i tagli lineari perché bisognava immaginare una riduzione della spesa pubblica, ma che fosse accompagnata anche da investimenti sulla crescita. Si è pensato di andare a fare dei tagli pesantissimi sull’unica fonte di crescita e di rinnovamento tecnologico, di potenzialità di nuovi posti di lavoro, che hanno come base, appunto, la scuola, la formazione e l’università. Quelli sono i presidi su cui non bisognerebbe mai affondare dei tagli lineari come sono stati fatti, perché la scuola rappresenta il momento di crescita di nuovi cervelli la possibilità di uscire da questo immobilismo e da questa arretratezza. Questa strategia politica ha determinato sacche pesantissime di laureati che in questo momento non sono solo precari, ma non riescono nemmeno ad intravedere la fine di questa precarietà. Invece di pensare a opere come la TAV o al ponte sullo Stretto, la grande opera che il paese dovrebbe essere in grado di fare è ad esempio la messa in sicurezza di tanti edifici scolastici che non permette ai ragazzi di vivere in un ambiente sicuro. E poi non dimentichiamo che la cultura in questo paese dovrebbe essere fonte di ricchezza e di reddito visto che possiede il maggior numero di beni culturali anche solo per riguardo nei confronti della bellezza bisognerebbe avere cura del nostro patrimonio artistico, non si capisce come sia stato possibile intervenire proprio lì cioè sulla cultura, sulla formazione e sulla scuola, che sono la fonte più rilevante per la crescita di questo paese.
Chiara Colosimo. Purtroppo i tagli sono stati obbligati. Ma credo non sia stato giusto andare a tagliare sulla scuola e sull’università perché tagliare sulla ricerca è come tagliare sul futuro: è nella scuola, infatti, che si crea a classe dirigente del futuro. E’ vero che per quanto riguarda l’istruzione in termini di spesa siamo nella media europea, ma il problema è che la scuola italiana è stata fin qui concepita come spesa e non come risorsa. Quello che noi ci proponiamo è quello di ripensare ad un nuovo sistema sia per l’università che per la scuola che non solo valorizzi le eccellenze dei nostri ragazzi, ma che permetta anche ai docenti e gli universitari di fare altrettanto.
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