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Sogni in soffitta.

Sogni in soffitta.

Come sognavano le nostre madri, nonne e bisnonne.

Sabato, 17/04/2010 - Sabato pomeriggio, nella mia città, s’inaugura una mostra documentaria presso l’Archivio di Stato, nell’ambito della Settimana della Cultura (17-23 aprile), dal titolo “Sogni in Soffitta”.

Si tratta di una ricca raccolta di oggetti - rigorosamente fino agli anni ’50 - riguardanti il matrimonio (quindi: corredi, bomboniere, foto, abiti d’epoca, abiti da sposa e da cerimonia, paramenti sacerdotali, regali e partecipazioni) raccolti dagli operatori dell’Archivio, da un’idea della instancabile ed entusiasta Direttrice. Rita De Lucia sembra un folletto sognatore quando il suo viso si apre alla meraviglia davanti ad un oggetto, magari corroso dal tempo, ma che è stato importante in un’epoca e per qualcuno che ora non c’è più: “C’è storia nelle cose.” – dice sempre.

L’ho seguita in questi mesi nella sua ricerca di cose da esporre, legandole con il filo verde della speranza di tutte quelle donne irpine che hanno curato i loro sogni di ragazze nell’attesa del giorno più importante della loro vita: il giorno delle nozze, il giorno dell’affrancamento dalla famiglia di origine, il giorno in cui avveniva la loro realizzazione sociale e civile. Poi, spessissimo, nulla più.

Per arrivare al giorno delle nozze, hanno fatto sacrifici incredibili: la dote, un corredo sopradimensionato alle loro condizioni (per sembrare almeno una volta principesse), le bellissime foto virato seppia con mezzo paese sulle scale della Chiesa. Ci sono vecchi calici che ricordano un brindisi ed il famoso cucchiaio per la distribuzione a mano dei confetti finali. Felicità di un piccolo mondo antico. Rita è molto brava ed ha un animo carico di amore e riconoscenza per le donne della nostra terra (dure e tenaci, sempre più degli uomini). La mostra esplora anche il “dopo” nozze, attraverso la raccolta di oggetti domestici, veri compagni delle spose: dalla radio a valvole, al sonaglino e alla cuffietta del primo figlio, dagli attrezzi di cucina alle macchine per cucire (spesso perfido regalo delle suocere!), scaldaletto e bracieri, “tiane” (padelloni in alluminio) e marmitte in terracotta.

La Mostra è accompagnata da un par-terre invidiabile di relatori, compreso il Vice-Presidente del CSM. Pur avendo ricevuto l’invito dell’amica Direttrice, all’inaugurazione non andrò: preferisco ricordare dentro di me la lotta delle nostre donne “dietro le quinte della vita”.



Marika Borrelli

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