Si è conclusa la XIV Festa del Cinema di Roma, 19 i film di registe donne
Chiude la manifestazione il film ‘Tornare’ di Cristina Comencini con Giovanna Mezzogiorno. Vincitore di Alice nella Città, “The Dazzled”, un’adolescente contro il fondamentalismo
Mercoledi, 30/10/2019 - Con 258 proiezioni, 70 film, 34 fra retrospettive e omaggi, 25 Paesi coinvolti, 26 sale fra Auditorium e cinema in città, si è chiusa la Festa del Cinema di Roma, così diversa, secondo Laura Delli Colli, Presidente della Fondazione Cinema per Roma, e Antonio Monda, direttore artistico della Festa, perché nata con l’intento di diffondere il cinema in città e di fare una Festa aperta a tutti, piuttosto che un Festival esclusivo per cinefili. E probabilmente è vero, dato che l’affluenza del pubblico è aumentata dell’11% e i biglietti venduti (un po’ cari per la verità) sono aumentati del 10%, così come l’attenzione dei media, che ha avuto un incremento del 23% sui quotidiani nazionali e locali e del 45% sul web. Insomma i dati parlano di un successo annunciato, sia per le proiezioni e gli eventi ufficiali sia per quelli di ‘Alice nella Città’, la sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma, rispetto alla quale sono stati emessi il 26 % di biglietti in più rispetto all’anno scorso, a fronte dell’aumento della capienza delle sale che dai 199 posti del 2018 ha raggiunto i 456 posti del 2019 (380 posti per la Sala Alice Timvision e 126 posti per la Sala Raffaella Fioretta), sale che hanno registrato nella quasi totalità degli eventi in programma il tutto esaurito.
Il film che ha chiuso la Festa del Cinema è “Tornare”, di Cristina Comencini (regista, sceneggiatrice e scrittrice, nota, fra l’altro, per la ‘Bestia nel Cuore’, ‘Qualcosa di nuovo’, ‘Due partite’) che racconta il ritorno a Napoli nella casa di famiglia, dopo molti anni di assenza, di Alice, una donna ultraquarantenne trasferitasi in America in giovanissima età. Le memorie dell’infanzia e dell’adolescenza si avvicendano nella casa di famiglia sul mare, dove Alice viveva col padre militare della base americana e con la bellissima ed evanescente madre, fino al riemergere di un tragico evento, uno stupro rimosso e negato.
Trascorsi 14 anni dal pluripremiato ‘La Bestia nel Cuore’, la Mezzogiorno e la Comencini tornano a lavorare insieme e sembrano ritrovare una buona sintonia, anche se il film, partendo da un’idea interessante, fatica a decollare ed alcuni passaggi risultano lenti e farraginosi: pure ‘Tornare’ ha un fascino sottile, che nella seconda parte avvolge lo spettatore in una spirale da thriller portandolo in luoghi che per buona parte del film non si immaginava sarebbero stati esplorati. Oltre alle tre protagoniste, Clelia Rossi Marcelli, l’Alice bambina, Beatrice Grannò, l’Alice ragazza e Giovanna Mezzogiorno, un’altra protagonista è Napoli, città della madre della Comencini, luogo dell’anima e della memoria, qui svelato in maniera intimista, inquietante e rassicurante al tempo stesso, luogo del dramma e della rivelazione.
“Nel film – afferma la sceneggiatrice Giulia Calenda – abbiamo provato a mettere in scena un tempo non lineare, perché come sostengono alcuni studi di fisica, il tempo misurato con l’orologio è qualcosa di ‘vecchio’: la copresenza di più tempi è stata una sfida sperimentata con le tre età della protagonista, domandandoci quanto sarebbe bello rincontrare noi stesse bambine e adolescenti con la consapevolezza di oggi, e poter dialogare con la noi adulta e viceversa”.
Per quanto riguarda i Premi di ‘Alice nella città’ 2019, la Giuria formata come ogni anno da studenti ha decretato i vincitori di questa edizione assegnando il Premio al Miglior Film a “The Dazzled” di Sarah Suco, alla Miglior Regia a Lorenzo Mattotti per “La famosa invasione degli orsi in Sicilia”, il Premio Speciale della Giuria a “Son-Mother” di Mahnaz Mohammadi e il Premio Timvision a “Cleo” di Eva Cools, oltre a numerosi altri Premi specifici. Fra questi molto importante il Premio ‘Pietro Coccia’ per la fotografia, in ricordo del fotografo del cinema, scomparso di recente, e il Premio ‘Raffaella Fioretta’ (dedicato alla Miglior Opera Prima Italiana), andato a “Buio” di Emanuela Rossi.
Opera prima della giovane regista ed attrice francese Sarah Suco, il coinvolgente film The Dazzled (titolo originale Les Éblouis), che si è aggiudicato il Premio come Miglior Film dell’edizione 2019, racconta la storia di Camille, una tredicenne spensierata, amante della vita e della scuola di circo e clownerie, la cui vita viene improvvisamente sconvolta dalla decisione dei suoi genitori di entrare in una ‘comunità’ cristiana radicale, che richiamandosi ai valori della condivisione e della vita in comune, richiede ai suoi adepti (ed ai loro malcapitati figli) sacrifici sempre più restrittivi. Camille lotterà per liberare se stessa e i suoi fratellini dalle morse del fondamentalismo e dagli abusi dei preti, rivolgendosi agli uffici per i minori della polizia.
La motivazione del premio al Miglior Film, data dalla giuria di Alice nella Città 2019, è la seguente:
"Per la capacità di raccontare una storia cruda e coinvolgente, attenta ai dettagli di una realtà tragica, cogliendo al tempo stesso in modo intelligente le sfumature comiche di una vita imprigionata. Un film travolgente che emoziona e fa riflettere su un contesto lasciato spesso in ombra, qui descritto dalla luce accecante di una lotta interiore verso la salvezza".
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