Santa Francesca Saverio Cabrini aveva sfidato due cose:“le tempeste delle avversità e quelle della prosperità, la seconda molte volte è quella più pericolosa”
Martedi, 31/05/2022 - Nel messaggio del Santo Padre Francesco Il 1 gennaio in occasione della 54esima giornata mondiale della pace e festività di Maria Santissima Madre di Dio Papa Francesco ha ricordato l'importanza della "cultura della cura come percorso di pace".
Cosi ' come testimonia e ci ricorda Francesca Saverio Cabrini come donna e religiosa del suo tempo con la sua esistenza volta alla vicinanza agli ultimi , fu' artefice della cultura della cura come percorso di pace, ieri come oggi. Santa Francesca Saverio Cabrini è stata commemorata il 22 dicembre e, nelle diocesi di Milano e di Lodi la sua memoria si e' celebrata il 13 novembre; beatificata nel 1938 da Pio XI e, santificata da Pio XII nel 1946 e, nel 1950 proclamata “Celeste Patrona di tutti gli emigranti”.
Nel 2017 si è celebrato “il centenario della nascita al cielo” di Santa Francesca Saverio Cabrini e molte “comunità ecclesiali” il 13 novembre hanno ricordato la “sua memoria” come ha ricordato Papa Francesco nel suo Messaggio in apertura della Giornata Mondiale della Pace il 1 gennaio 2018.
La sua esistenza fù un esempio di vita sempre “al servizio dei migranti, diventandone” come ha ricordato nel Messaggio del 1 gennaio 2018 Papa Francesco “la celeste Patrona” insegnandoci come possiamo “accogliere, proteggere, promuovere e integrare” i nostri “fratelli e sorelle”; auspicando Papa Francesco altresì che per la sua intercessione “Il Signore conceda a noi tutti di sperimentare che un frutto di giustizia viene seminato nella pace per coloro che fanno opera di pace” (Giacomo 3,18).
Santa Francesca Saverio Cabrini fondò la Congregazione delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù nel 1880 e visse, la sua devozione al Sacro Cuore di Gesù interpretando il concetto di riparazione alle “offese fatte a Gesù” come motivo di impegno nelle opere adoperandosi per costruire ospedali, scuole, orfanotrofi, convitti per studentesse, case di riposo per laiche e religiose, usando l’espressione “Con la tua grazia amatissimo Gesù io correrò dietro a te fino alla fine di corsa, correrò quella corsa e ciò per sempre, per sempre. Aiutami o Gesù, perché voglio fare ciò ardentemente, velocemente”, queste affermazioni rivelano il suo carattere e la sua profonda spiritualità e, ancora usava dire “Ci sentiamo male? Sorridiamo lo stesso”.
Santa Francesca Saverio Cabrini, ispirandosi al grande San Francesco Saverio, sognava come meta la Cina, ma l’allora Papa Leone XIII le indicò come missione gli Stati Uniti, dove migliaia d’italiani vivevano in condizioni umane e sociali drammatiche e, tra il 1901 e il 1913 si trovò a fronteggiare l’imponente emigrazione, di quasi cinque milioni di italiani, di cui più di tre milioni provenienti dal meridione cominciando così a costruire: case, orfanotrofi, scuole e, ospedali, convitti per studentesse, case di riposo per laiche e religiose, allargando la sua opera in tutta l’America sino in Argentina e, Francesca Saverio Cabrini, seppe volgere uno sguardo e, nel contempo un azione amorevole a questo fenomeno con, una profonda umanità quale donna, madre e cristiana meritando il titolo di “Patrona degli emigranti”.
La sua attività fù rivolta a continui e frequenti viaggi (per ben 28 volte traversò l’Atlantico) e si recò nelle Americhe al servizio degli emigranti e degli ultimi, sapendo coniugare in modo straordinario, l’azione e, la preghiera; animata dalla profonda fede, valorizzando in modo importante la religiosità femminile in modo attuale, prestando attenzione in particolare al contesto sociale nel quale viveva: ieri come oggi, promuovendo l’emancipazione delle conoscenze e, competenze di iniziativa femminile e, perciò per la sua azione è ritenuta un valido riferimento del moderno servizio sociale.
Vide nella democrazia americana una via d’integrazione e, di avanzamento sociale per gli emigranti italiani.
Così scriveva Santa Francesca Saverio Cabrini che aveva sfidato due cose:“le tempeste delle avversità e quelle della prosperità, la seconda molte volte è quella più pericolosa”. A chi si congratulava con lei, rispondeva con umiltà “tutte queste cose non le ha fatte forse il Signore?” Nei suoi quaderni aveva scritto: “Oggi è tempo che l’amore non sia nascosto, ma diventi operoso, vivo e vero”.
I siti di interesse da consultare :m.vatican.va, www.santiebeati.it
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