Seconde a chi? Giovani donne di seconda generazione tra cittadinanza e politica
giovedì 27 giugno 2013 ore 12-13.30
sala "Caduti di Nassirya",
Senato della Repubblica, Palazzo Madama, Roma
Melina è una ragazza diciannovenne nata in Italia cui è stata rifiutata la cittadinanza perché è stata in Ecuador (il paese di origine dei suoi genitori) per meno di un anno quando ne aveva quattro. E’ questa una delle ultime delle centinaia di storie, circolate nella rete, di discriminazioni e cittadinanza negata.
A partire dall’ossimoro “lo straniero nato in Italia” - così recita l’art.4 dalla legge in vigore sulla cittadinanza - si può stilare un elenco infinito di paradossi creati dalla legge che (s) regola la vita di un milione di ragazze e ragazzi, figli di genitori stranieri, ma nati e/o cresciuti in Italia, non definibili con la categoria di stranieri né tanto meno di immigrati, ma al contempo non considerati giuridicamente come cittadini italiani.
Ci sono imprenditrici e imprenditori con un percorso scolastico nelle nostre scuole e università che investono nel nostro mercato del lavoro, ma sono senza cittadinanza. Ci sono ragazze e ragazzi nati in Italia da genitori stranieri con permesso di soggiorno regolare che possono ritrovarsi da un momento all’altro in un Cie perché i genitori hanno perso il lavoro. Ma questi stessi giovani sono l’altra Italia, che studia, lavora, crea e arricchisce culturalmente e economicamente il nostro Paese.
Nel marzo di quest’anno un gruppo di giovani di seconda generazione (che ha sostenuto la campagna L'Italia sono anch'io per una proposta di legge di iniziativa popolare per la riforma della cittadinanza: più di 110.000 firme raccolte) lancia una petizione on line, con l'obiettivo di "suonare la sveglia" ai neoeletti. Il risultato? Sedicimila firme in pochi giorni.
Un milione di giovani nati o vissuti in Italia aspetta da anni una nuova legge sulla cittadinanza per avere gli stessi diritti dei cittadini italiani. In particolare, dopo le grandi battaglie del 900 per il diritto al voto, in Italia le giovani donne di origine familiare straniera non possono partecipare alla vita politica perché a loro questo diritto è ancora negato, non avendo la cittadinanza.
E’ proprio questo intreccio di problemi che affronta il progetto Seconde a chi? Giovani donne di seconda generazione tra cittadinanza e politica, che sarà presentato giovedì 27 giugno 2013 ore 12-13.30, sala "Caduti di Nassirya", Senato della Repubblica, Palazzo Madama, Piazza Madama 11, Roma
Il progetto si inserisce nel progetto europeo "More women in european politics" ed è gestito per l'Italia da Sinistra Ecologia e Libertà, e da una validissima equipe di ricercatrici e artiste provenienti da diversi contesti socioculturali: Erika Arribasplata, Giorgia Bordoni, Annamaria Di Miscio, Elisabetta Hagos, Azeb Lucà Trombetta, Saba Hagos, Rosa Jijon, Samia Oursana, Renata Pepicelli, Isabella Peretti, Vicenza Perilli, Sonia Sabelli, Igiaba Schego, Stefania Vulterini, Ruth Zion
Nella conferenza stampa verranno trattate dall'equipe del progetto e dai parlamentari le questioni legislative e politiche in merito alla riforma della cittadinanza e alle discriminazioni in atto, verranno illustrate le azioni del progetto tendenti a valorizzare la ricchezza culturale – testimoniata da più di 40 siti e blog - delle soggettività, delle iniziative e delle lotte per i propri diritti delle giovani donne di origine familiare straniera.
Introducono: Elettra Deiana, Giorgia Bordoni, Samia Oursana, Rosa Jijion
Partecipano: i deputati Sergio Boccadutri, Khalid Chaouki, Celeste Costantino, Marisa Nicchi; le senatrici: Loredana De Petris , Alessia Petraglia
Livia Turco, presidente della Fondazione Nilde Iotti
Marco Furfaro, resp. movimenti sociali, precarietà, migranti, Coordinamento nazionale Sel
Abbiamo invitato: Cécile Kyenge, Ministra per l’integrazione; Josefa Idem, Ministra per le pari opportunità, lo sport e le politiche giovanili; Giorgio Sorial, deputato M5S; Mario Marazziti , deputato Scelta civica per l’Italia.
L’invito viene esteso alle associazioni interessate
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