Domenica, 13/10/2013 - Parte dalla Casa della donna di Pisa un appello alle parlamentari perché con la prossima legge di stabilità si sanino le ingiustizie più gravi della riforma pensionistica Fornero.
Quando si calcolano gli anni di lavoro femminile due più due fa cinque, dicono le promotrici. Le donne in italiane sono in Europa quelle che lavorano di più. Lavorano 60 ore la settimana, se consideriamo il lavoro retribuito svolto fuori casa e quello non retribuito prestato in ambito familiare anche per la scarsità di servizi sociali di supporto.
E per prendersi cura della famiglia, hanno spesso lavori precari, carriere intermittenti, redditi più bassi e sono sottoposte a ritmi di vita frenetici per riuscire a coniugare impegni lavorativi e familiari.
Fornero promulgando la sua riforma non ha saputo tener conto che proprio per raggiungere l’equità non è possibile stabilire criteri uguali per tutti, laddove si parta da condizioni discriminanti e da diseguali opportunità socio economiche tra maschi e femmine.
Inoltre il prolungamento dell’età pensionabile non consente l’ingresso delle/dei giovani nel mondo del lavoro (altro che patto di solidarietà!) e l’invecchiamento del sistema ci fa perdere competitività. E anche qui le più penalizzate sono le giovani donne che faticano più dei loro coetanei ad accedere al mercato del lavoro nonostante siano spesso più preparate.
Chiediamo quindi a tutte le donne che siedono in parlamento di farsi promotrici di una modifica della legge che consenta di tener conto della realtà.
Chiediamo provvedimenti seri, graduali e a lungo termine (non sanatorie provvisorie) per tutte le donne e, in particolare, per quelle che oggi hanno oltre 50 anni: un sistema pensionistico flessibile, con una soglia minima di 57 anni o 35 anni di servizio, fino a quando non si saranno realizzate le condizioni per una reale pari opportunità tra donne e uomini fin dalla culla. Solo in via transitoria, in considerazione della crisi, si potranno valutare penalizzazioni minime fino al raggiungimento dell’età di pensionamento prevista dalla legge e la sostituzione, incentivata, di ogni donna anziana pensionata con una/un giovane. Inoltre proponiamo azioni positive come telelavoro, part time, banca delle ore, orario personalizzato, flessibilità organizzativa etc., che tengano conto anche dell’invecchiamento della forza lavoro, senza penalizzazioni sul fronte delle opportunità di carriera ed economiche.
Abbiamo spedito a tutte le parlamentari di zona (ma ci appelliamo a tutte le donne che siedono in parlamento) un documento articolato con precise e dettagliate proposte che speriamo siano prese in seria considerazione e tradotte in decisioni concrete. La vita delle donne non aspetta!
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