A mano libera / Rebibbia - … per fatalità abbiamo preso lo stesso treno..
La poesia 'Padre'
BARBARA Giovedi, 05/02/2015 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2015
Roma, 21 dicembre 2014, ore 21,50. A ‘noi donne’
… per fatalità abbiamo preso lo stesso treno. Come spesso accade in un viaggio conosci qualcuna con la quale ti ritrovi a parlare di te, della tua vita: confidenze mai fatte prima!
Ascoltare e dare consigli senza secondi fini, far cadere fino all’ultima barriera che si ha perché tanto sai bene che quella sconosciuta non potrà nuocerti, non potrà mai usare le tue confidenze per vili ritorsioni.
Un’altra fermata è arrivata; non è il Freccia Rossa, è il “Rebibbia train laboratory”.
Le sconosciute (perché in questo viaggio ho avuto modo di confrontarmi con più di una “sconosciuta”: “compagna di viaggio”, “confidente”, “psicologa”, “amiche”) stanno per terminare il loro viaggio, mancano poche ore. Al momento che scenderanno alla loro fermata sono diventate Amiche; abbiamo riso, abbiamo pianto, ci siamo rapportate coi nostri bagagli di vita che seppur in contesti di vita diversi sono similari ai nostri in quanto “noi donne”.
Non c’è stata nessuna competitività tra noi che al momento rimaniamo su questo treno che ora, al momento del vostro saluto, riprenderà il suo cammino più lentamente.
Brave nel saper cogliere l’Io di ognuna di noi: Loredana, Franca, Sylvie, Laura, Cinzia e, ultimamente, Elena, una ragazza in gamba che stimo molto e sono certa che avrebbe arricchito ancor più il nostro gruppo; e poi io, la polemica per eccellenza a sentir loro. Inizialmente molto titubante, io che chiedevo a me stessa ‘ma queste donne cosa vogliono da noi?’, io intimorita al punto di aver pensato di lasciar perdere tutto perché mi sembrava un viaggio di psicoterapia drammatica dove ognuna esponeva alla quinta potenza tutto il dolore che aveva dentro. Io che volevo fuggire via ma, testarda come sono, ho voluto vedere fino a che punto si arrivava…
Ne sono consapevolmente felice.
Complimenti a ‘noi donne’in quanto tutte - dalla prima all’ultima - siete riuscite a sciogliere il ghiaccio dentro di me facendo scorrere un ruscello limpido: Barbara.
È arrivata la fine della vostra corsa su questo treno speciale chiamato ‘Rebibbia train laboratory’. Scenderete coi bagagli pieni di noi donne del treno che spero non sia troppo pesante da trainare.
Noi tra un po’ di tempo saremo come delle meteore che hanno attraversato un attimo le vostre vite, ma una grande speranza è che ricordiate quell’attimo di luce che ci siamo donate.
Le vostre lettrici vi leggono, sì, ma non hanno preso il treno che ci ha dato modo di conoscerci, di ridere, di piangere, di rapportarci, di guardare una dentro agli occhi dell’altra. E penso di poterlo dire a nome di tutte che Noi donne avremo molto da far apprendere ad altri.
Con stima, affetto, simpatia e tanta, tanta dolcezza; con la speranza che presto potremo prendere al volo un altro treno insieme. Vi abbraccio con tutto il cuore.
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