L'UAAR e la battaglia contro le ingerenze clericali
L'UAAR, Unione Atei e Agnostici Razionalisti, e le sue attività in uno Stato che si dice laico ma che non lo è. Una conversazione di Raffaella Mauceri con Massimo Maiurana
Giovedi, 28/06/2018 - Dice l’Islam: Morte agli infedeli! Dice la Bibbia: Uccidi chiunque abbia una religione diversa dalla tua! Dice il Vangelo: Chi non crederà sarà condannato. Sono soltanto tre esempi fra mille che dimostrano come le religioni patriarcali si sono affermate tutte con la violenza, l’oppressione, le persecuzioni, i genocidi, il terrorismo, le torture e la morte.
La storia, infatti, è piena di martiri della libertà di pensiero e della laicità come il filosofo Giordano Bruno, la scienziata Ipazia e milioni di persone, soprattutto donne barbaramente seviziate e uccise.
Laicità: ecco la parola chiave di questa chiacchierata con Massimo Maiurana, componente del direttivo nazionale e coordinatore del circolo di Ragusa dell’Uaar, un’associazione fortemente impegnata sul fronte della laicizzazione del nostro paese….stante che l’Italia si dichiara laica ma di fatto è ben lontana dall’esserlo.
E’ così, Massimo?
“Proprio così. Sebbene la Corte costituzionale abbia dichiarato la laicità quale principio supremo della Costituzione per via del combinato disposto dagli artt. 7, 8, 19 e 20, il primo di questi articoli attribuisce a una sola confessione la prerogativa di essere indipendente e sovrana rispetto allo Stato. Indipendenza che però viene sempre rispettata da una parte sola, cioè dallo Stato, che non s’ingerisce mai negli affari della Chiesa cattolica. Al contrario, la Chiesa s’ingerisce continuamente negli affari dello Stato con la scusa che si rivolge ai suoi fedeli”.
E gli esempi si sprecano. Ma per cominciare spiega chi è l’Uaar e di che cosa si occupa.
“UAAR è la sigla dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti. È un’associazione nazionale nata 30 anni fa i cui scopi sociali sono molteplici:
- la tutela dei diritti civili dei cittadini non affiliati ad alcuna religione,
- la piena applicazione del principio di laicità in tutte le istituzioni pubbliche,
- il diritto di ogni cittadino di autodeterminarsi per quanto riguarda le sue scelte di vita
- la promozione delle concezioni razionali (e quindi non religiose) del mondo.
Tutto questo comporta l’ovvia e quotidiana battaglia contro ogni forma di discriminazione, contro i privilegi riconosciuti su base religiosa e contro ogni ingerenza clericale”.
Un esempio eclatante di ingerenza violenta (lascialo dire a me che sono donna) è la pervicacia con cui da quarant’anni la Chiesa cattolica porta avanti la crociata contro la legge 194 invadendo i consultori, istigando i medici a fare obiezione di coscienza, diffondendo informazioni a-scientifiche sull’embrione, criminalizzando le donne che interrompono la gravidanza, e organizzando manifestazioni pubbliche fondate sull’ignoranza e sul fanatismo religioso.
“Sono tanti gli aspetti della vita di ogni cittadino condizionati dalla religione dominante: dall’insegnamento della religione cattolica (cioè della dottrina cattolica e solo di quella cattolica) nella scuola pubblica, impartita da docenti scelti dalle autorità ecclesiastiche ma retribuiti dallo Stato, all’imposizione del crocifisso nelle scuole, nei tribunali, negli ospedali e nelle sale pubbliche, e i cosiddetti assistenti religiosi che presidiano ospedali, carceri e caserme. Questa sorta di onnipresenza dell’apparato ecclesiastico cattolico ha inoltre costi cospicui che gravano sulle tasche di tutti i cittadini, a prescindere da ciò in cui credono, e ivi inclusi anche quelli che non credono. Secondo un’inchiesta condotta dall’UAAR si tratta di non meno di sei miliardi e mezzo l’anno, soldi che potrebbero essere investiti nel sociale e nei diversi scopi umanitari. Il solo meccanismo dell’8x1000, strutturato in modo tale che la Chiesa cattolica riesca a percepire oltre l’80% dei proventi nonostante il solo 37% delle firme di preferenza, frutta alla Chiesa circa un miliardo l’anno; denaro di cui, checché ne dicano gli spot pubblicitari, solo il 20% viene effettivamente utilizzato a fini di solidarietà sociale. Il resto, come dichiara la stessa Chiesa, rimane alla Chiesa”.
Quindi sgombriamo il campo dall’ipotetica finalità dell’Uaar di Sconvertire i credenti di qualsiasi religione per convertirli all’ateismo…
“Sgombriamolo subito perché non ci interessa minimamente fare proselitismo alla rovescia. Ci interessa che ogni cittadino sia libero di credere a quello che vuole o di non credere, purché non pretenda di imporre la sua fede ad altri o di addebitarne i costi a chi ha una visione del mondo diversa dalla sua. E mi si lasci dire che se c’è una categoria di persone che realmente difendono il diritto di religione, sono quelle che non ne hanno nessuna”.
E dunque perché temere gli atei? Perché demonizzarli e perfino ucciderli? Ancora oggi in ben 50 paesi vengono perseguitati e condannati a morte! E pochi sanno che tra i milioni di atei sparsi per il mondo che non hanno fatto coming-out ce ne sono almeno 500 tra artisti e intellettuali, a dir poco celebri. E fra questi ben 55 premi Nobel e 26 premi Oscar. Citiamo alla rinfusa: Charlie Chaplin, i coniugi Pierre e Marie Curie, Fabrizio De Andrè, Renato Dulbecco, Simone De Beauvoir, Dario Fo, Giorgio Gaber, Rita Levi Montalcini, Mikhail Gorbačëv, Corrado Guzzanti, Che Guevara, Renato Guttuso, Angelina Jolie, Antonio Gramsci, Franco Grillini, Luigi Pirandello, Sandro Pertini, Omar Sharif, Meryl Streep, Virginia Wolf, Emma Tompson, Margherita Hack…ecc…ecc…ecc…Sissignori, avete letto bene: tutti atei.
“L’ateo viene perseguitato perché mette in discussione le fondamenta di qualunque religione, cioè l’assunto che esistano esseri soprannaturali nonché i vari dogmi di fede. Una persona che rifiuta l’esistenza degli dei, cioè un libero pensatore, viene considerato un eversivo. Tant’è che storicamente l’apostasia, cioè il rifiuto di ogni e qualsiasi credo religioso, è sempre stata ritenuta un peccato mortale, per i cristiani è un delitto atroce, per i musulmani va punito con la morte”.
Quali sono le vostre attività? Ci puoi citare alcune iniziative realizzate nel corso di questa prima metà dell’anno?
“Svolgiamo diverse attività in vari ambiti. Promuoviamo campagne di sensibilizzazione su vari temi laici, dai diritti riproduttivi come aborto, fecondazione assistita e gestazione per altri, a quelli sul fine vita come l’eutanasia e il testamento biologico, passando per i matrimoni omosessuali e per le cerimonie laiche in generale, infatti organizziamo anche corsi di formazione per celebranti.
E, naturalmente, iniziative sui temi attinenti la libertà dalla religione, come quelle per la scrocifissione dei luoghi pubblici, per la corretta informazione sulle tasse di religione a partire dall’8x1000, per l’alternativa all’insegnamento della religione, e per lo sbattezzo con la campagna di affissioni “Posso scegliere da grande?”. Gestiamo il progetto editoriale “Nessun Dogma” attraverso il quale pubblichiamo libri su temi laici e scientifici. Pubblichiamo anche una rivista bimestrale intitolata “L’Ateo”. E naturalmente prestiamo assistenza legale a chiunque subisca discriminazioni su base religiosa, a prescindere da quello in cui crede o non crede”.
Così come sono caratteristiche esclusive della Chiesa cattolica e di nessun’altra religione al mondo, quella di battere moneta e l’essere proprietaria di uno stato, di una guardia armata, di una banca e di un patrimonio mobile e immobile di incalcolabile valore… allo stesso modo anche l’imposizione del battezzo è una sua caratteristica esclusiva.
“Si tratta di una caratteristica che ha un peso notevole, perché con il battesimo non si esegue semplicemente un rito religioso ma viene affiliato un bambino che, data la sua tenerissima età, non poteva esprimere la sua volontà. Una pratica che secondo una sentenza della Corte d’Appello di Firenze del 1950 rende quel bambino “suddito della Chiesa cattolica e sottoposto alla sua potestà morale”. Ed è importante specificare che la Chiesa utilizza il dato dei battezzati come se fosse il numero effettivo dei suoi fedeli, quando invece molti di essi una volta adulti si orientano verso altre concezioni del mondo religiose e non”.
Le statistiche infatti parlano di ben dieci milioni di italiani che non praticano nessuna religione, e che dovunque si registra un calo di fedeli della religione cattolica. In Irlanda addirittura dal 69 al 47 %: un crollo! Mentre in Italia si moltiplicano i cosiddetti sbattezzi: una “creazione” dell’UAAR scaricabile da internet.
“È una procedura molto semplice, basta scaricare dal nostro sito il modulo, compilarlo e inviarlo alla parrocchia presso cui si è stati battezzati a mezzo raccomandata. Con questo modulo il cittadino chiede al parroco che apponga a margine della parte del registro dei battesimi che lo riguarda, la volontà di non fare più parte della Chiesa cattolica. A tale richiesta il parroco è tenuto a dare seguito entro due settimane in virtù della normativa sulla privacy, che consente a chiunque la rettifica dei propri dati. Qualora il parroco non vi dia seguito si può infatti ricorrere al Garante per la Privacy che dà sempre ragione al cittadino. Naturalmente anche in questi casi, che ormai sono veramente rari, l’UAAR fornisce supporto legale”.
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