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Questo piccolo grande errore

Questo piccolo grande errore

Pillolissima 2009 - Per tracciare una mappa di quegli ospedali in cui illegalmente si esercita l'obiezione di coscienza sulla contraccezione di emergenza, circa 50 studentesse e precarie di alcune scuole di Roma e delle due università La Sapienza e R

Redazione Mercoledi, 25/03/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Febbraio 2009

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato diffuso da Studentesse e Precarie





14 febbraio, giorno degli innamorati: ci siamo chieste se i rapporti amorosi tra giovani e meno giovani siano tutelati effettivamente con l'accesso a misure preventive e anticoncezionali.



La scorsa notte i più grandi ospedali di Roma sono stati oggetto di un blitz-inchiesta da parte di circa 50 studentesse (di alcune scuole di Roma e delle due università La Sapienza e Roma 3) e precarie. L'obiettivo è quello di tracciare una mappa di quegli ospedali in cui illegalmente si esercita l'obiezione di coscienza sulla contraccezione di emergenza. Verso le 22.00 piccoli gruppi di donne sono entrati contemporaneamente nelle sale dei pronto soccorso richiedendo

la cosidetta "pillola del giorno dopo", che deve essere assunta entro le 72 ore dal rapporto sessuale ma la cui efficacia diminuisce col passare delle ore.



I dati raccolti la scorsa notte sono i seguenti.

Il policlinico Gemelli e l'ospedale S.Pietro Fate Bene Fratelli non prescrivono la pillola. Difronte alle insistenze delle studentesse, il personale risponde che questi sono ospedali cattolici (come se si fossero dimenticati di essere convenzionati con lo stato italiano), giustificando, in questo modo l'omissione di soccorso.

L'ospedale CTO rifiuta la prescrizione della pillola e al momento di rilasciare la dichiarazione del rifiuto, la dottoressa chiede di pagare il ticket di 25 euro, indirizzando poi la richiedente ad un altro ospedale per avere la prescrizione della pillola, dopo aver pagato un altro ticket.

I pronto soccorsi degli ospedali Policlinico Umberto I, San Filippo Neri, San Camillo Forlanini, S.Eugenio, Pertini e S.Giovanni prescrivono la pillola solo dietro pagamento del ticket di 25 euro.

In particolare l'ospedale S.Eugenio viene indicato da più ospedali come il luogo in cui viene prescritta la pillola "senza problemi". Nel pronto soccorso del S.Giovanni viene negata in un primo momento

a seguito di insistenze da parte delle studentesse, viene prescritta.

Negli ospedali S.Andrea, Policlinico Casilino , Policlinico

Tor Vergata si segnala la presenza di obiettori ma, allo stesso tempo, la possibilità di ottenere la prescrizione della pillola, anche se con tempi di attesa non prevedibili e sempre dietro il pagamento del ticket.

Denunciamo l'omissione di soccorso e l'interruzione di un pubblico servizio degli ospedali, laddove è illegale che i medici ricorrano all'obiezione di coscienza.

La contraccezione di emergenza infatti ha un effetto prefertilizzante e non abortivo, non prevede restrizioni d'uso (è un farmaco che rientra nella "classe 1" dell' OMS) e deve essere prescritta senza diagnosi.

Ribadiamo inoltre che la salute deve essere un sevizio pubblico e gratuito per tutti e tutte, migranti e cittadini/e italiani/e:

per questo riteniamo inaccettabile il costo del ticket (solo per farsi prescrivere una pillola) pari a 25 euro che devono essere sommate al costo del farmaco(circa 13 euro). La nostra azione è volta a rimettere al centro del dibattito

pubblico la libertà delle donne nella gestione del proprio corpo, troppo spesso utilizzato strumentalmente per dare avvio a provvedimenti dettati dalla morale cattolica e che limitano la possibilità di scegliere una sessualità e una maternità

consapevole.

Per questo noi obiettiamo gli obiettori.

Tutte le donne devono avere accesso ad un'informazione laica e libera su sessualità e prevenzione, che agendo prima dell'emergenza educhi a una sessualità consapevole; a un sistema di welfare universale che consenta

prestazioni sanitarie gratuite e servizi che ne sostengano l'autodeterminazione, a partire da consultori, asili pubblici e centri antiviolenza.

La libertà e i diritti delle donne non saranno il prezzo da pagare in questa crisi. Né ora né mai.



In merito alla seguente nota stampa diffusa dal presidente di Laziosanità D'Ubaldo



'La pillola Ru486 non e' un anticoncezionale e non rientra nella categoria dei farmaci da assumere al di fuori del controllo medico'. Lo afferma, in una nota, il presidente di Laziosanita'- Asp Lucio D'Ubaldo in merito all'irruzione dei giorni scorsi nei Pronto Soccorso ospedalieri da parte delle studentesse e precarie dell'Onda universitaria, come riportato da diversi organi di informazione, per verificare che 'i rapporti amorosi tra giovani e meno giovani siano tutelati effettivamente con l'accesso a misure preventive ed anticoncezionali, a cominciare dalla prescrizione della Ru486'. 'Su questo punto - spiega D'Ubaldo - bisogna essere chiari, poiche' i diversi punti di vista etici non mettono in discussione l'aspetto tecnico di un prodotto non ascrivibile alle procedure di protezione. Credo sia giusto che le autorita' sanitarie e l'assessorato regionale esercitino fino in fondo il loro ruolo in ordine ad una informazione corretta e responsabile'.



Le studentesse e le precarie romane che sabato notte hanno dato il via alla campagna 'Pillolissima 2009' ribadiscono, come scritto nel comunicato diffuso dopo le azioni svolte negli ospedali, che:



- la nostra richiesta nei pronto soccorso era vòlta a richiedere la cosiddetta 'pillola del giorno dopo', anticoncezionale di emergenza, che deve essere distribuito dagli ospedali cosi' come prevede la legge, e sul quale non c'è possibilità di obiezione da parte dei medici, non essendo una pillola abortiva. I medici che si rifiutano di fare la prescrizione sono passibili di denuncia per omissione di soccorso e interruzione di pubblico servizio.



- la pillola RU486 di cui parla D'Ubaldo è un altro farmaco, una pillola abortiva. NON QUELLA CHE E' STATA OGGETTO DELLE NOSTRE RICHIESTE. Anche se come donne riteniamo uno scandalo che la RU486 non sia disponibile in Italia come lo è nei paesi piu' avanzati. E' una barbarie che il maggior dolore fisico, psicologico ed emotivo possibile sia inflitto alle donne che scelgono di abortire, usandolo come deterrente.



- il presidente D'Ubaldo confonde evidentemente le due pillole. Per ignoranza, o forse confuso dall'articolo di lunedi del Corriere della Sera che, distorcendo il comunicato stampa da noi inoltrato, parlava a torto di RU486. Per questo chiediamo che venga riportata sul giornale medesimo una correzione riguardo l'articolo su Pillolissima 2009.





Le donne che ogni giorno affrontano il trauma di un servizio pubblico mancato, o di un aborto sanno bene di cosa parlano, al contrario evidentemente di D'Ubaldo, dei medici obiettori, e dei giornalisti poco informati.

Non ci faremo strumentalizzare e non staremo al gioco di chi cerca di spostare la questione di un diritto negato verso altri aspetti del tema in questione!





INFO: pillolissima2009@gmail.com



(24 novembre 2009)

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