A tutto schermo - Marisa Paredes ospite d’onore a Roma alla nona edizione del Festival del Cinema Spagnolo
Colla Elisabetta Lunedi, 20/06/2016 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Giugno 2016
Una delle manifestazioni cinematografiche più longeve ed amate della capitale è senza dubbio il Festival del Cinema Spagnolo, giunto alla sua IX edizione, organizzato da EXIT media e diretto da Iris Martín-Peralta e Federico Sartori. Il Festival, svoltosi a Roma presso il Cinema Farnese Persol in Campo de' Fiori, ha registrato quest’anno un incremento di presenze del 35 per cento con oltre 2.600 spettatori affluiti alle 23 proiezioni proposte nella sei giorni romana. Fra i film più gettonati al Festival: A cambio de nada, una storia di adolescenti diretta da Daniel Guzmán e vincitrice di 2 Premi Goya 2016 (Miglior Regista esordiente e Miglior Attore Rivelazione per Miguel Herrán), in uscita per EXIT med!a; Truman- un vero amico è per sempre, di Cesc Gay, incentrato su temi importanti quali l’amicizia, l’amore e la morte, con due straordinari attori, Ricardo Darín e Javier Cámara.
Discorso a parte merita il delizioso film Isla Bonita, diretto ed interpretato, al di fuori di ogni schema, anche produttivo, dal regista ‘veterano’, un po’ disilluso un po’ anarchico, Fernando Colomo - al suo 20esimo film - e girato sulla bellissima isola di Minorca popolata da personaggi unici, che vivono in un’atmosfera rarefatta e particolare. Intervenuto alla proiezione del film in Roma, Colomo, sorta di anti-eroe ed alter ego di se stesso, racconta con semplicità ed ironia le diverse prospettive dei protagonisti: l’ansia di vita della giovane Olivia, la scultrice single Nuria appagata dalla sua arte, i desideri romantici frustrati di Fernando.
Finale scintillante con la presenza di Marisa Paredes, attrice icona di Almodovar (Tutto su mia madre, Il fiore del mio segreto) e di un’intera generazione di cinema spagnolo, interprete del film di chiusura del Festival, El espinazo del diablo, di Guillermo del Toro, ambientato durante gli ultimi giorni della sanguinosa guerra civile spagnola, dove l’attrice interpreta la direttrice di un orfanotrofio, che ha perso una gamba. Dal ricordo della grande capacità comunicativa di Del Toro con i bambini sul set del film, alla partecipazione alla ‘movida’ culturale che seguì in Spagna al tragico ed oscuro periodo della guerra, la Paredes ha raccontato se stessa ed il ‘risorgimento’spagnolo: “La movida è stata l’espressione della riacquisita libertà, cessava qualcosa di terribile ed iniziava qualcosa di bello, c’era confusione ma anche energia. Quanto a me, ho sempre cercato ispirazione per la mia professione in artiste come Vivian Leigh e Catherine Hepburn, per la classe e l’eleganza, ma anche come Anna Magnani, per la forza dell’interpretazione, attingendo cose diverse da ciascuna di loro, pur cercando di rimanere me stessa”.
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