Le parole della mamma di Giulio Regeni e la sua umanità e civiltà, Giosuè il bimbo che la mamma ha ucciso uccidendosi a sua volta , la bimba nigeriana che non ha voluto morire e uccidere, il bullismo violenza moderna .. la guerra ,
Questa è una settimana piena, di notizie che “parlano al femminile “ sia nella vita Italiana che in una dimensione internazionale. E come mi capita spesso sono indecisa tra “citare “ e lievemente commentare tante delle informazioni lette o ascoltate o sceglierne, come credo farò, alcune, che mi sembra debbano portarci a riflettere più di altre o comunque vale la pena di non saltare a piè pari. E allora l’inizio lo dedico alla mamma di Giulio Regeni che come fu per la mamma di Valeria Solesin insieme al padre, al funerale di suo figlio è stata capace di pronunciare nel dolore immenso, parole che rimangono un messaggio di civiltà per chiunque, speriamo tanti, voglia rifletterci. ”Grazie Giulio, per avermi insegnato tante cose. Resta nel mio cuore l’energia del tuo pensiero. Il tuo pensiero per amare, comprendere, costruire tolleranza. Con affetto la mamma”. Civiltà che superando l’odio, onora e condivide quella che era l’essenza di un figlio che di quei valori ricordati, aveva fatta la sua ricerca di lavoro e stile di vita .
La capacità di non trasformare il dolore in odio, il che non significa minor diritto e ansia di giustizia, sembra essere un punto dirimente della nostra società, su cui discutere e riflettere. Mi soffermo su questo, pensando ad un'altra madre che a Macerata ha ucciso il proprio bimbo Giosuè di 8 anni e poi si è uccisa per non concedere, pare, al proprio compagno, con cui si erano lasciati, di frequentare il bimbo. Non sta a me giudicare ma certo non possiamo ogni volta cancellare tali drammi pensando che una persona era esaurita o stava male etc .
Sappiamo come certe storie comincino di lontano e il rischio sempre presente di “usare” il i figli nei rapporti tra genitori sia avvenimento troppo frequente. Il dramma di questa madre , il complesso di colpa, presumibile del padre, che ripenserà comunque a quel rapporto pieno di conflitti e violenze, almeno verbali e a tutto ciò che poteva non accadere, non ridarà la vita al piccolo che doveva avere una vita sua da rispettare, accompagnare e vivere al di là degli adulti e di quegli adulti specialissimi che si chiamano genitori.
Ed è questa idea della vita, che non si dovrebbe mai ritenere di avere diritto di annientare che sembra essere , incredibilmente, la ragione che ha fermato in un campo profughi della Nigeria del Nord una delle tre ragazzine indottrinate da Boko Haram, per farsi consapevolmente saltare. Interrogata, perché presentatasi ai guardiani del campo, dopo la strage, ha spiegato, possiamo immaginare sconvolta dalla paura, di avere tentato di convincere anche le altre due ragazzine, che non hanno desistito, facendo 60 morti. Lei ha avuto timore di uccidere e morire ed essendo sua la decisione ha pensato che forse fra quella gente c’era anche suo padre e forse qualcuno dei suoi fratelli. Di questa bambina che sembra una luce di speranza tra tante tragedie ci piacerebbe sapere il futuro. Qualcuno la proteggerà? Si troverà un modo per “ripagarla” del suo amore per la vita ? O senza averne mai notizia immagineremo che nel caos la rapiranno per la seconda volta e per punirla pagherà caro il suo pentimento .Speriamo che sia protetta e possa avere in dono una crescita sicura se non serena ,cosa per lei quasi impossibile, credo.
Storie di bambine, di ragazzine attraversano l’informazione lasciando un segno troppo debole nei nostri comportamenti di adulti se per l’ennesima volta ci fermiamo a leggere di una di loro tartassata dal bullismo dei suoi compagni in Sardegna . Per fortuna lei dopo un lungo silenzio si è confidata con i suoi genitori ma ora quale sarà ancora una volta il dopo? Leggiamo già delle discussioni su come non criminalizzare o su come punire chi il bullismo lo ha praticato. Siamo divenute troppo esperte del fatto che difendersi talvolta diviene motivo dell’essere accusati . Non vogliamo pensarlo … ma : “Speriamo bene” !
Brevi rapidissime sottolineature da seguire nelle prossime settimane … Hillary Clinton che perde il secondo voto delle primarie negli Usa e che sembra essere abbandonata anche da molte donne e giovani che guardano a Sanders e al suo programma di sinistra come una speranza. Angela Merkel che sconvolta, di fronte al dramma crescente del popolo siriano intrappolato ad Aleppo e non solo, andando oltre ogni diplomazia, e mostrando un'emozione vera, si dichiara inorridita per le sofferenze umane –di un popolo- subite soprattutto per mano russa. La guerra cresce, dilagano gli sbarchi di gente che fugge e approda sulle coste Italiane e greche. E alla disperata ricerca di valorizzare l’ umanità, sui giornali e sui social, dilaga la foto di tre donne molto anziane che accudiscono ,dandogli del latte, un piccolo profugo arrivato a Lesbo. La loro storia di normale, ordinaria, divenuta straordinaria umanità si è trasformata in una proposta di Nobel per la pace, dove Lesbo mi viene da dire chiama Lampedusa quando udimmo analoghe proposte .. Chissà!
Prima di fermarmi fino alla prossima settimana; mi piace l’idea di onorare la piccola isola di Lesbo, e le sue donne ricordando la sua figlia più grande e famosa : SAFFO . La poetessa che la cultura dell’antica civiltà greca ha portato fino a noi con le sue opere poetiche e di cui cito un breve magnifico verso estrapolato dalle sue poesie :
” le stelle intorno alla bella luna-celano il volto luminoso-quando al suo colmo,più risplende- sopra la terra…argentea.”
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