Strategie private - Il mondo non è pronto per l'ambizione delle donne...
Melchiorri Cristina Lunedi, 03/10/2016 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2016
Sono Patty, ho trenta anni e fino dai tempi del liceo mi ha appassionato la politica. Che si trattasse di partecipare alle iniziative degli studenti per migliorare qualcosa a scuola o a iniziative di partiti e associazioni ero sempre in prima fila per organizzare incontri e dire la mia. Ad un certo punto mi sono accorta che ero considerata intelligente e utile, ma un po' "maestrina" e arrogante e comunque non candidabile al ruolo di capo. Lottare e competere mi pesa, che faccio?
Patty Livreri (Monza)
Cara Patty il mondo non è pronto per l'ambizione delle donne! Pensa alla cultura che offre al pubblico il cinema americano, quando rappresenta donne in corsa per nomine prestigiose: si tratta tra l'altro di donne diventate famose in quanto mogli del precedente titolare del ruolo... Hai presente Claire Underwood di House of Cards o Alicia Florrick di The Good Wife? Donne che, stanche di fare la first lady, si candidano alla poltrona principale, ma per la loro ambizione diventano antipatiche e verranno punite per la loro arroganza. Intendiamoci: atteggiamenti che in un uomo non farebbero alcun effetto perché si danno per scontati in chi detiene o ambisce al potere, nella donna disturbano. È gradito nella donna un ruolo più organizzativo, di supporto, diciamo ancillare, ma non da boss. E l'aggressività che in un uomo di potere o che ambisce ad averlo si dà per scontata, nella donna disturba. In fondo, non sfugge a questo trattamento dell'opinione pubblica neppure Hilary Clinton...non credi? Cosa posso consigliarti? Ti pesa competere? Ma tu hai paura di perdere o hai paura di vincere? Spesso le donne temono entrambe le cose. Il piacere della vittoria non è mai completo per una donna, perché fin da piccola viene educata a non ferire gli altri. Ma se ti preoccupi che chi hai sconfitto non ti guarderà più con simpatia, resterai indietro. Imparare a competere per vincere significa anche accettare il disagio e il malcontento di chi perde. Nella nostra cultura la competizione non è femminile, soprattutto se si tratta di dimostrare maggiori capacità di un uomo. L’imperativo culturale per una donna è far sentire gli uomini forti, non di evidenziarne le debolezze. L’aggressività che serve alla donna per vincere è malvista. Ma se vuoi vincere devi anche voler sconfiggere gli altri. In una competizione ci sono sempre vincitori e vinti. Quindi persisti nella tua ambizione, non lasciarti demotivare o fermare da luoghi comuni o da furbacchioni che li usano per metterti da parte. E’ necessario cambiare alcune “regole” attuali, perché sono carenti e a volte ingiuste. Ma sono fermamente convinta che le regole si possano cambiare solo da una posizione di potere. Più donne varcheranno la soglia del comando nel mondo del lavoro, nella politica, nelle istituzioni, più facile sarà riscrivere le regole che ci governano. In meglio!
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