Un'iniziativa lanciata tre mesi fa da Maria Andaloro, giovane editrice di Rometta. Una sedia vuota, fra le altre, in cui viene apposto il manifesto di “Posto occupato” a ricordare l'assenza di una donna, vittima di femminicidio.
Domenica, 29/09/2013 - "Posto occupato", è un'iniziativa lanciata tre mesi fa, da Maria Andaloro, giovane editrice della rivista on line La Grande testata, che vive a Rometta, paesino, in provincia di Messina. Una sedia vuota, fra le altre, in cui viene apposto il manifesto di “Posto occupato” a ricordare l'assenza di una donna, vittima di femminicidio. Dal sito postoccupato.org così si legge: “Si occupa un posto in un cinema, un teatro, un treno, sulla metro o a scuola, per lasciare un segno della nostra presenza: con un giornale, una borsa, un mazzo di chiavi, un cappello. Quel posto è mio, tornerò ad occuparlo. Per molte, troppe donne, non sarà più così. POSTO OCCUPATO è un’idea, un dolore, un pensiero, una reazione che ha cominciato a prendere forma man mano che i numeri crescevano e cresceva l’indignazione di fronte alla notizia dell’ennesima donna assassinata. Ciascuna di quelle donne, prima che un marito, un ex, un amante, uno sconosciuto decidesse di porre fine alla sua vita, occupava un posto nella società, sul tram, a scuola, in metropolitana. E noi quel posto vogliamo riservarlo a loro, affinché la quotidianità non lo sommerga, per simbolizzare un’assenza che avrebbe dovuto essere presenza se non ci fosse stato l’incrocio fatale con un uomo che ha manifestato la sua bestialità, ammantandola di un “amore” che altro non è che disprezzo. Con un definitivo e ultimo gesto per sancire un presunto diritto di proprietà.” POSTO OCCUPATO è partito il 29 giugno dall’anfiteatro della villa Comunale di Rometta. La prima fila dell’anfiteatro è stata occupata da un paio di scarpe rosse, da un mazzo di chiavi, da una borsa, lì cristallizzati a testimonianza di un delitto. Nel progetto di Maria Andaloro c'è la speranza che POSTO OCCUPATO si estenda anche alle altre città italiane e che le Istituzioni, i Comuni, i Servizi di ogni genere e i luoghi di aggregazione sociale raccolgano l’invito a riservare un “posto” in memoria delle donne vittime di ogni forma di violenza. E che questa assenza urlasse la mostruosità del suo perché. Ma questa iniziativa si rivolge anche ai singoli cittadini, oltreche alle Istituzioni, le Associazioni e agli Enti di ogni genere, che possono manifestare il loro sostegno con una semplice firma o in tutti i modi che riterranno opportuno. Così scrive l'ideatrice del progetto a tre mesi esatti dal lancio dell'iniziativa: “Desidero fare un piccolo bilancio. Non prima di ringraziare gli amici che mi sono stati accanto consapevole che senza di loro sarebbe rimasto un bisogno intimo, una rabbia inespressa, un dolore muto. Posto occupato corre, conquista spazi e cuori e teste. Partito timidamente da un piccolo comune del sud ha attraversato subito lo Stretto. In questi mesi ci hanno contattati associazioni, casalinghe, compagnie teatrali, commissioni pari opportunità, assessori, liberi professionisti, studenti, sindaci, ecc. Uomini e donne, giovani e meno giovani, da sud a nord. Ne hanno parlato testate locali, nazionali ed internazionali. Ma soprattuto ho capito che con il nostro messaggio, semplice ma incisivo, abbiamo concretizzato una modalità per mostrare e dimostrare che siamo Tutti contro la violenza. Ogni giorno. In ogni luogo. Grazie agli artisti, scrittori e attori che portano con sé in ogni evento la locandina per riservare "quel posto”. A chi lo fa occasionalmente e alle Istituzioni che lo hanno adottato in modo permanente. Ho incontrato tante persone che si sono messe a disposizione per contribuire alla diffusione.”
Chi volesse aderire può farlo attraverso il forum sul sito http://postoccupato.org/aderisci/ e se potete, diffondete!
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