Giovedi, 31/01/2013 - PIETRO BEMBO e l’invenzione del Rinascimento.
Il grande che fu anche alla Corte Estense di Ferrara, grazie a Lucrezia Borgia…
Padova, Palazzo del Monte – dal 2 febbraio al 19 maggio 2013
di Maria Cristina NASCOSI SANDRI
La grande mostra Pietro Bembo e l’invenzione del Rinascimento. Capolavori di Bellini, Giorgione, Tiziano, Raffaello che negli scorsi mesi è stata preceduta da un convegno internazionale di approfondimento, è stata promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo insieme con il Centro Internazionale Andrea Palladio e con il patrocinio del Ministero per i Beni Culturali ed Ambientali. E' curata da Guido Beltramini, Davide Gasparotto e Adolfo Tura ed inizierà il 2 febbraio prossimo. Il catalogo è èdito da Marsilio.
Pietro Bembo è una figura poliedrica nell’Italia del Rinascimento. Veneziano di nascita, padovano di elezione, di casa nella Roma dei Papi, egli fu molte cose insieme, e tutte al massimo grado. Fu poeta, Storiografo e Bibliotecario della Repubblica Veneta, e il letterato che influenzò in modo determinante la letteratura rinascimentale. Con Aldo Manuzio rivoluzionò il concetto di libro, curando volumi di classici di piccolo formato privi di commento, che potessero essere letti al di fuori delle aule universitarie. Amò donne bellissime come Lucrezia Borgia, presso la Corte Estense, e cantò l’amore, non solo platonico, negli Asolani e nei Motti. A sessantanove anni fu nominato cardinale da Papa Paolo III, e pose le basi per la leggendaria Biblioteca Vaticana. Oltre che di Raffaello e Michelangelo fu amico, guida e protettore di artisti come Giovanni Bellini, Sansovino, Sebastiano Dal Piombo, Tiziano, Benvenuto Cellini, Valerio Belli, di cui collezionò e spesso ispirò le opere.
La mostra Pietro Bembo e l'invenzione del Rinascimento racconta una parte di questa affascinante esistenza attraverso i capolavori di Raffaello, Giovanni Bellini e Tiziano che Bembo collezionò o che, addirittura, vide creare, spesso contribuendo alla loro ideazione.
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