Lunedi, 20/03/2023 - Dopo tanto lavoro, la presentazione del libro di Annamaria Repichini “Le sbarre non fermano i pensieri” (Contrabbandiera) è arrivata al traguardo.
E’ sabato 11 marzo, una data scelta per valorizzare la vita, le avventure, le peripezie che Anna Maria racconta nel suo libro, scegliendo di rimanere “nei dintorni” dell’ 8 marzo, con tutto il suo significato.
Ad accogliere la presentazione è una piccola, grande libreria riferimento in un quartiere centrale della Capitale; L’altra città è uno spazio che emana calore umano e che consente l’incontro con il variegato mondo di affetti e relazioni di Annamaria, persone alle quali raccontare la sua avventura di scrittrice.
Nella libreria si trovano libri per grandi e bambini. Un divanetto è l'invito a fermarsi per sfogliare e scegliere. Colpisce la capacità di Salvo e Silvia, padroni di casa, di averla resa un salotto aperto, dove le sedie per chi parteciperà alla presentazione compaiono, come per magia, al posto di libri momentaneamente allontanati.
Ad attendere l’autrice e assistere alla presentazione è Patrizia Barbanotti; lei, che grazie a un progetto della Tavola Valdese della comunità fiorentina, che ha un piccolo gruppo dedicato ai carcerati e ai loro problemi, dal nome “L’evasione possibile” e che utilizza per questi traguardi l’8 per Mille, ha curato e reso realtà la stampa del volume, scrivendone anche una ricca prefazione.
All'iniziativa ha collaborato anche chi scrive, che partecipa in rappresentanza di Noidonne visto che, con la Direttora Tiziana Bartolini, ha gestito un laboratorio pluriennale a Rebibbia. Lì è nato il rapporto e la collaborazione con Annamaria che attraverso i laboratori nell'Istituto di penna femminile di Roma ha scoperto il piacere della scrittura e di raccontarsi.
Sono le 18, tutto è pronto. In prima fila, sul tavolino davanti al divanetto i libri, pronti per essere distribuiti e dedicati.
Annamaria arriva, accompagnata da Giulia, una delle persone che all’avventura di questo libro fa parte anche per aver aiutato nella scrittura.
In contemporanea ecco tutta la famiglia, poi gli amici, i volontari laici e religiosi frequentati a Rebibbia e ancora care amiche, alcune conosciute in prigione e oggi libere di esprimersi e rifarsi la loro vita.
Da segnalare anche la partecipazione di Anastasia, il Garante dei detenuti del Lazio, Suor Viera, Del Grosso, fino a poco fa responsabile per le Biblioteche di Roma e di quella di Rebibbia femminile, molto ricca di volumi e frequentatissima (uno dei luoghi dove l’autrice ha iniziato la sua avventura di scrittrice).
Arrivano anche tanti amici e collaboratori conosciuti nelle strutture abitate durrante la semilibertà in attesa del fine pena, situazione che le permette una nuova gestione del suo tempo.
Il programma prevede una minima scaletta stravolta dall’entusiasmo e dall'emozione di Annamaria. Patrizia racconta il percorso con cui è nato il libro e, parlando dell’autrice, la definisce con una bella immagine: creatrice di parole che, sottolinea, le escono come un fiume in piena, nonostante non siano facili da trovare. Parole, continua Patrizia, che hanno viaggiato creando un canale di relazioni in cui sono state rilette e rielaborate.
Che sia stato l’evocare il fiume in piena di parole è probabile, certo è che rompendo gli indugi ed al colmo dell’emozione, Annamaria inizia a raccontare il suo libro e la sua vita diventando la protagonista di questo evento che, come dirà lei stessa :” è stata proprio una cosa mia, per me, che mi ha data un'enorme emozione”. Parla racconta, saluta chiede e contemporaneamente consegna i libri, scrive o detta le dediche e poi firma, ringrazia, da i resti per l’acquisto del volume. Si ferma, saluta chi è arrivato, e con grande affetto si rivolge alla sua famiglia - presente e attenta - dalla figlia Sonia all’amatissima nipote Marzia al piccolo Diego di soli 10 anni, figlio di suo nipote Tiziano al quale, richiesto di dire la sua impressione, trova la sintesi più bella “sono contento per aver vista la nonna felice”. Una frase condivisa anche da gli altri componenti della famiglia.
La presentazione è divenuta un incontro di persone completamente diverse per storie, esperienze o ruoli. Tutte unite tutte attorno ad Annamaria, contenti del suo successo. Una piazza, come l’ha definita Silvia, la signora della libreria, che si dice contenta che il tutto sia accaduto li e che per lei sia stato come osservare un mondo che non conosceva. Un po’, ha sottolineato con un'espressione efficace, è stato come essere al cinema, una piccola opera di neorealismo... mi piace pensare.
Certo è che la scoperta, non tanto della storia in sè ma di tutto di ciò che racconta, coinvolge tante delle persone presenti: dalla famiglia agli amici a chi è stato decisivo nel rendere migliore quel luogo desolato che è la prigione, a chi ancora oggi accompagna l’organizzazione delle giornate di Annamaria nella casa dove abita.
Tante, tanti protagonisti importanti che, come dice Patrizia Barbanotti, a lei hanno regalato l’emozione di ritrovare la comunità di persone, i volti che ha potuto associare alle storie che aveva letto e corretto.
La presentazione - ormai divenuta l’incontro di una comunità fatta di un'umanità incredibilmente eterogenea, il cui collante e forza aggregante e coinvolgente è Annamaria e la sua storia piena si di contraddizioni, di errori e successi, ma di incredibile forza vitale - volge al termine Paola Ortensi propone la lettura di alcune poesie, tra cui una sull’8 marzo, scritte da Annamaria e pubblicate nel libro “A mano libera. Donne tra prigioni e libertà" edito da Noidonne per diffondere i risultati del progetto portato avanti a Rebibbia e di cui Annamaria fu protagonista insieme a tante altre donne.
Il gong finale è il saluto di Annamaria, che ringrazia e promette nuove presentazioni e nuovi scritti.
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