Mercoledi, 08/04/2015 - Stiamo naturalmente parlando del disturbo ossessivo compulsivo (DOC), il noto disturbo d'ansia caratterizzato dalla presenza di ossessioni e compulsioni. Data la sua natura e l'incerta rispondenza al trattamento con farmaci, è da molti considerato come una malattia autonoma, con un determinato nucleo psicopatologico, un decorso e una sintomatologia particolari, che variano da soggetto a soggetto. Ma procediamo con calma...

Il disturbo ossessivo compulsivo non ha età
Il disturbo ossessivo compulsivo viene chiamato anche sindrome ossessivo compulsiva (SOC), obsessive compulsive syndrome (OCS), disturbo ossessivo coattivo, sindrome ossessiva o ancora nevrosi ossessiva. In qualsiasi modo venga indicata, il DOC non ha età: può infatti presentarsi sia nell'infanzia che in età adulta, anche se si riscontra una maggiore incidenza tra i 15 e i 25 anni. Colpisce circa il 2% della popolazione generale e in Italia ne soffrono circa 800.000 persone. In qualunque modo, il disturbo ossessivo compulsivo si manifesti, è importante non trascurarlo per alcun motivo, dal momento che è quasi impossibile guarirne; ci troviamo infatti di fronte ad un disturbo che tende a cronicizzarsi nel tempo, anche se con fasi alterne e talvolta può aggravarsi al punto da compromettere la vita di tutti i giorni, sotto più aspetti.

Disturbo ossessivo compulsivo: cosa sono le ossessioni e compulsioni?
Abbiamo precedentemente scritto che la nevrosi osssessiva è un disturbo caratterizzato da ossessioni e compulsioni,senza tuttavia specificare in cosa consistano quest'ultimi. Ebbene: le ossessioni sono idee, impulsi ed immagini che isnorgono improvvisamente nella mente e vengono percepiti come intrusivi (in quanto assolutamente indipendenti dai pensieri precedenti), fastidiosi (data la frequenza con cui irrompono!) e soprattutto privi di senso. Il soggetto in questione, infatti,è perfettamente cosciente dell'assurdità ed irrazionalità di tali ossessioni, totalmente slegate dalla realtà. Le compulsioni invece sono dei veri e propri rituali: consistono in azioni mentali e comportamenti messi in atto come “risposta” alle ossessioni, al fine di placarli. Ne deriva una sensazione di sollievo, seppure momentanea. Un esempio? Un soggetto affetto da disturbo ossessivo compulsivo potrebbe essere ossessionato dall'idea di avere le mani sporche, piene di germi, dopo aver toccato la porta del bagno di una discoteca. La “risposta” a questa preoccupazione sarà quella di disinfettarsi ripetutamente le mani.
Qello appena descritto non vuole essere solo un esempio di ossessione e compulsione, ma anche un modo per spiegare quelle che sono le caratteristiche centrali del disturbo in questione, ovvero: ripetitività e persistenza dell'attività ossessiva e la continua sensazione che tale attività sia imposta e compulsuva.

È possibile curare il disturbo ossessivo compulsivo?
Come accennato pocanzi, il disturbo ossessivo compulsivo non è episodico e, soprattutto, rari sono i casi di guarigione. Ma come curarlo allora? Diversi studi hanno visto nella terapia farmacologica e in quella cognitiva comportamentale i trattamenti più efficaci in assoluto. Più precisamente, la seconda soluzione prevede un impegno attivo da entrambe le parti (psicoterapeuta e paziente), è finalizzata a ridurre la quantità, nonché la frequenza, dei sintomi e a rendere il paziente stesso meno vulnerabile ai temi e ai meccanismi che alimentano questo grave disagio.
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