La Giornata internazionale della donna del comitato Se non ora quando-Vallo di Diano è diventata stamani un’occasione per esprimere sincera vicinanza alle “sorelle” ucraine, gettando un ponte ideale tra Sala Consilina, Leopoli e Odessa
Martedi, 08/03/2022 - Un Otto marzo particolare è stato quello vissuto nella mattinata da noi del comitato Se non ora quando-Vallo di Diano, perché la guerra in Ucraina ha purtroppo gettato un’ombra nefasta sulla Giornata internazionale della donna. I pensieri costantemente rivolti alle popolazioni sotto i bombardamenti russi, ai morti civili terribilmente uccisi, alle famiglie smembrate della componente maschile richiamata a difendere la patria, si rincorrono nella mente in maniera pressante. Le immagini di donne stanche, che in compagnia dei figli minori si avviano verso l’espatrio forzato, si tramutano anche per noi in preoccupazione per le sorti dei loro congiunti, rimasti in Ucraina a tentare di arginare l’invasione russa.
Noi del comitato Se non ora quando-Vallo di Diano, in questi giorni impegnate singolarmente a raccogliere i beni di prima necessità da inviare in quella terra martoriata, abbiamo avuto modo di conoscere alcune donne ucraine che vivono nel nostro comprensorio territoriale, donne con cui abbiamo interagito proficuamente, tessendo rapporti umani improntati a sincera sorellanza. Un legame del genere ci ha reso capaci di abbracciare i loro tormenti e condividere le loro ansie, perché ci hanno fatto capire, anche senza parlare, i corrispondenti stati d’animo. Un solidarietà senza confini territoriali ci ha unite in maniera più che spontanea.
Per questo motivo, in occasione dell’odierno 8 marzo, abbiamo deciso di unirci idealmente a loro con un gesto simbolico di particolare valenza. Mutuando da un’iniziativa, ideata dalle femministe russe e svoltasi in contemporanea in quel Paese dalle 12 alle 16 di oggi, abbiamo consegnato alle donne ucraine conosciute un fascio di garofani rossi, da deporre innanzi al monumento dei caduti in guerra, situato in piazza Umberto I a Sala Consilina (Sa). Così hanno scritto le militanti russe in un loro appello diffuso sui social ”Non darci fiori meglio uscire in strada e deporli in memoria dei morti civili dell'Ucraina, contro i quali il nostro paese ha scatenato azioni militari aggressive”.
Così la Giornata internazionale della donna del comitato Se non ora quando-Vallo di Diano ha cambiato pelle per le contingenze attuali, che non potevamo né dovevamo accantonare, come se non esistessero. Si è necessariamente trasformata da momento in cui fare il punto, sia sulle conquiste femminili in campo sociale, economico e politico, che sulle discriminazioni e soprusi di cui le donne sono state e sono ancora vittime in Italia come in ogni parte del mondo, in un’occasione per esprimere sincera vicinanza alle “sorelle” ucraine. I fiori consegnatigli stamani, per commemorare i civili ucraini morti a causa di una guerra imprevista e repentina, hanno rappresentato il nostro modo di condividere il loro dolore.
Confortandole e consolandole lealmente, abbiamo dato un senso diverso a questo Otto marzo e di rimando quel loro grazie accorato ed autentico ci ha restituito il senso dei legami forti che tra donne possono realizzarsi, abbattendo gli steccati delle differenze culturali e delle diversità etniche. Un ponte ideale tra Sala Consilina, Leopoli e Odessa si è gettato oggi, a riprova della bontà di quanto diceva Virginia Woolf “Come donna non ho un paese. Come donna non voglio un paese. Come donna, il mio paese è il mondo intero”.
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