Lunedi, 20/02/2012 - In Italiano il termine “Noialtri” indica un rafforzativo di identità che si contrappone ad altri gruppi indicabili con “Voialtri” : è un di più di Noi e Voi che si basa sull’aggiunta della parola “altri”. Addirittura nella tradizione popolare romana, a Trastevere, una delle feste ancora vive che coinvolge migliaia di persone per quasi una settimana ogni fine luglio è quella chiamata “Festa de Noantri” con musica cibo, balli e spettacoli teatrali.
Nell’ultimo Rapporto CNEL 2012 sul livello di “integrazione degli Stranieri in Italia” vengono usati 4 termini : Italiani e Autoctoni , Immigrati e Stranieri, per indicare esplicitamente chi “integra” e chi “si integra”.
In Italia almeno da venti anni nei diversi linguaggi correnti ( giornalismo, politica, amministrazione, legislazione, televisione, scuola, vita quotidiana ) si susseguono in alternanza o in concomitanza termini che dovrebbero raccontare o indicare un “fenomeno” in progressivo aumento : l’aumento di cittadini di origini straniere.
NOIALTRI: Italiani, Autoctoni, Indigeni.
VOIALTRI: Stranieri, Immigrati, Migranti, Regolari, Richiedenti Asilo, Rifugiati, Profughi, Nuovi Italiani, Seconde Generazioni, Extracomunitari, Comunitari, Clandestini, Irregolari, Bauba, Vu Cumprà, Zingari, Nomadi.
LUOGHI: Centri di Accoglienza Richiedenti Asilo CARA, Centri di Identificazione ed espulsione CIE, Centri Permanenza Temporanea CPT, Carceri, Centri Territoriali di educazione Permanente CTP, Case di Accoglienza, Centri Sociali autogestiti.
La moltiplicazione di termini indica a sua volta la complessità effettiva di una situazione storica ma anche la crisi di identità e di comunicazione: oscilliamo continuamente da un approccio psicologico e linguistico ad un altro e spesso non ci capiamo né fra NOIALTRI cosiddetti “autoctoni-indigeni-italiani” né con chi dovrebbe capirci, interagire e convivere.
Sempre meno si usa il termine Extracomunitari e sempre più si usa il termine Stranieri, mentre ancora c’è una netta divisione fra una “tradizione” di sinistra che preferisce il termine “Migranti” e una più di centro e destra che preferisce “Immigrati”.
Il paradosso è che mentre il termine MIGRANTI indica uno stato continuo di spostamento da un Paese all’altro, che spesso invece non coincide con la realtà italiana, il termine IMMIGRATI indica uno stato di fatto eccessivamente bloccato e rigido, senza dare dignità identitaria ai soggetti di cui si parla o scrive.
Almeno il termine STRANIERI nella sua genericità tradizionale allarga il campo percettivo ad una moltitudine di soggetti con storie molto diverse, ma condanna quasi ad uno stato di “alterità”.
Mi racconta un’amica italo australiana (cittadina italiana da decenni di origini uniche australiane ma in verità …..europee irlandesi!) che nella storia della emigrazione italiana in quel continente le famiglie hanno vissuto in quasi 50 anni la seguente mutazione identitaria terminologica : all’inizio erano definiti “ Immigrati Italiani” ; poi si è passati a considerarli “Nuovi Australiani” ma date le loro reazioni negative, recentemente si è passati a definirli “Australiani di origine italiana".
L’Italia da oltre 5000 anni è abitata da Famiglie, Tribù, Genti, Popoli provenienti da tutto il mondo : Etruschi dall’Asia Minore, Fenici dal sud Mediterraneo, e poi decine e decine di Genti arrivate dall’Africa, dal Nord Europa, dall’Oriente, dall’Occidente.
Il Popolo Italiano attuale non ha un DNA specifico identificativo come sta dimostrando una lunga ricerca dell’Università di Torino : NOIALTRI siamo meticci da millenni e non bastano qualche centinaia di anni recenti, una lingua che ne ha appena 800 circa e uno Stato che ne ha solo 150 di anni, per definirci e difenderci come NOANTRI.
L’aumento quantitativo delle immigrazioni recenti, fino all’attuale percentuale ufficiale di circa 8 % di Stranieri in Italia che aumenterà progressivamente, può e deve essere considerato, vissuto e “governato” come l’ aggiornamento di una dinamica storica antica, antichissima, che arricchirà di fatto e ancora come prima la Storia d’Italia, ancor più degli altri Paesi europei e del mondo.
Le difficoltà oggettive vanno affrontate e risolte anche con leggi e regolamenti ma soprattutto con uno spirito, una cultura da riscoprire che non è fatta di accoglienza e non punti sull’integrazione ma direttamente sulla mescolanza e sulla inter-azione inter-etnica, sapendo che negli anni le etnie si trasformano esse stesse creando nuove identità mobili e sempre meno fissate nel tempo nello spazio e nella tradizione.
La vita italiana quotidiana di oggi è molto più avanti e più matura delle leggi, dei regolamenti, dei programmi dei diversi partiti, sindacati, associazioni, tranne alcune eccezioni negative e drammatiche rappresentate da singoli eventi di odio e di netta separazione e rifiuto.
Un giorno, presto, dovremo anche modificare in parte lo stesso Articolo 3 della Costituzione che utilizza ancora il termine RAZZA ( “senza discriminazioni di Razza”) ed è troppo restrittivo e limitato nella definizione dei Diritti e dei Doveri della convivenza civile.
E forse finalmente saremo tutti-e ITALIANI-E di origini diverse e molteplici…..come in Australia.
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