Login Registrati
MOZIONE TARABELLA/UE: perché votare sì

MOZIONE TARABELLA/UE: perché votare sì

Dopo la conferenza stampa alla Camera dei Deputati, pubblichiamo una sintesi degli interventi

Giovedi, 05/03/2015 -
“Un'urgenza determinata dall’imminenza del voto a Strasburgo della ‘mozione Tarabella’ il 10 marzo - questo il motivo della conferenza stampa convocata dalle associazioni LAIGA (Libera Ass. Italiana Ginecologi per Applicazione Legge 194/78), Vita di Donna, Agite (Associazione ginecologici territoriali) e dalla rivista NOIDONNE diretta da Tiziana Bartolini, per ribadire - l'importanza di una votazione in ambito europeo le cui conseguenze sono importanti per l'Italia, Paese dove la percentuale dell’obiezione di coscienza negli ospedali pubblici è in media del 69,6 ma raggiunge in alcune zone il 91%”.



Alla presenza delle parlamentari Pia Locatelli, Celeste Costantino e Laura Puppato e con un audiomessaggio di Zita Gurmai, presidente delle donne del Pes, l'auspicio di queste associazioni è che “l'europarlamento possa esprimere un voto favorevole al Report sulla Parità; tra donne e uomini nell'Unione europea nel 2013 / Commissione per i diritti della donna e l'uguaglianza di genere, relatore Marc Tarabella”, condividendo la definizione di diritti sessuali e riproduttivi come "diritti umani" e il fatto che le donne ne debbano essere responsabili "segnatamente attraverso un accesso agevole alla contraccezione e all'aborto".



La deputata PD Pia Locatelli, già presidente mondiale delle donne socialiste, da subito sensibile al tema, si è adoperata per rendere possibile in tempi brevi questo incontro con i giornalisti nella Sala Stampa della Camera: “è importante definire il contesto in cui si colloca questo report. La relazione in merito all'uguaglianza di genere viene presentata ogni anno dal 2003, ovvero 3 anni dopo che fu lanciata la strategia di Lisbona che aveva come obiettivo di far avvicinare il tasso di disoccupazione maschile all'80 per cento e femminile al 70. Ma nel 2003 la commissione europea si rese conto che il tasso di occupazione femminile non cresceva, e si comprese che erano necessarie politiche mirate, come ad esempio gli obiettivi di Barcellona, con l'indicazione degli asili nidi e scuole materne come motore economico, e l'impegno della commissione europea ogni anno a relazionare riguardo alla riduzione del divario uomo-donna nel lavoro, nell’occupazione, nella discriminazione, nella formazione – spiega Locatelli - Sono un paio di anni che però questo rapporto è stato declassato. Purtroppo anche in Europa il tema di uguaglianza donne e uomini ha perso la sua centralità.

Con la relazione Tarabella, in 51 punti si affrontano vari aspetti sull’uguaglianza tra uomini e donne. Solo tre punti (il 44, 45 e 46) riguardano i diritti sessuali e riproduttivi. Vorrei concludere però con lo slogan che abbiamo coniato nell'internazionale femminile Psoe: “My body, my right”.



Per Celeste Costantino, deputata di SEL alla prima esperienza parlamentare, la foto che ci rende la mozione Tarabella non è rassicurante: “Siamo lontani dalla Strategia Europa 2020 sia in termini di lavoro, sia di stipendi, sia di condizioni, che pongano in un ruolo centrale le donne. Persistono stereotipi nonostante la convenzione di Istanbul preveda l'introduzione all'affettività e sessualità negli istituti scolastici. Di questo non si parla mai, ma in Europa solo Italia e Grecia non si sono ancora mosse” prosegue la deputata - “gli obiettivi di Barcellona per i servizi di assistenza all’infanzia sono stati messi in pratica in Svezia, Slovenia, Belgio, Francia Regno Unito, Danimarca. L'Italia nella lista non compare. Inoltre resta lettera morta il tema legato alla violenza sulle donne: il femminicidio non si ferma per decreto ma con misure nella vita delle donne che tocchino aspetti di ogni giorno. E questo non viene fatto nonostante una forte presenza femminile in Parlamento” conclude Costantino.



Ci tiene a partecipare con un intervento registrato anche Zita Gurmai, già membro del Parlamento Europeo e oggi presidente delle donne del Pes, che ribadisce la fiducia e la stima nei confronti di Tarabella, che già 5 anni fa aveva curato il report sulla parità di genere, “ma ora – sottolinea Gurmai - ci sono 50 nuovi europarlamentari e il 20 per cento di questi è di estrema destra. Proprio a loro ripeto a gran voce che nel 21esimo secolo non ci può essere nessuno a mettere in discussione che 'il mio corpo è il mio diritto'. E' passato un ventennio da Pechino + 20 e ora il nostro obiettivo è guardare al 2035 e immaginarci come saremo tra 20 anni”, conclude la presidente delle donne del Pes.



La situazione italiana desta preoccupazione in chi opera nel settore ostetrico ginecologico ed è ogni giorno a contatto con donne che hanno sempre più difficoltà a trovare strutture pubbliche dove interrompere un gravidanza sia nel primo trimestre per scelta propria che, dopo, a causa di malformazioni del feto. Ricorda la dottoressa Silvana Agatone presidente di Laiga: “L'obiezione di coscienza è passata dal 58 per cento del 2005 al 69,6 del 2012. Il Lazio arriva al 84 per cento, in alcuni casi al 91. Lo studio dell’Ippf – International parental planning family, agenzia attiva in 170 Paesi, presenta un barometro sull’accesso alla prevenzione e contraccezione e l’Italia è sempre agli ultimi posti (vedi grafico in allegato) - E’ vero che c’è una legge – prosegue Agatone - ma se non ci sono operatori ad applicarla, essa rimarrà sulla carta.



Una continua battaglia è quella che conduce la dottoressa Giovanna Scassellati di LAIGA e presente anche in rappresentanza dell'Udi, che dirige il reparto UOSD nell'ospedale San Camillo Forlanini di Roma, centro di riferimento regionale per la 194 e le Mutilazioni genitali femminili. La sua preoccupazione è concreta: “Se nelle università nessuno si occupa delle preparazioni dei medici e degli specialisti di ostetricia e ginecologia chi prenderà il nostro posto quando andremo in pensione? Nel Lazio non si riesce fare un tavolo tra gli applicatori della legge 194. Noi siamo andate avanti con la collaborazione dei colleghi dei Paesi esteri, olandesi e viennesi, ad esempio. Ci abbiamo messo 22 anni per avere il farmaco ru486, quello per l'aborto farmacologico – sottolinea amareggiata Scassellati - “Abbiamo seguitato con aborti chirurgici per anni ma sapevamo bene che c'era una divisione tra le donne che avevano i soldi potevano andare a Nizza prendere il farmaco e poi farsi controllare da un ginecologo qui e quelle che non potevano permetterselo ed erano costrette all’intervento. Per questo lanciamo l'allarme sulla scelta del primario al San Camillo: se è vero, come sembrerebbe, che sarà un primario confessionale, noi non potremo più prescrivere neanche i contraccettivi” conclude Scassellati.



Roberta Agostini, responsabile nazionale per le donne del Pd, vicepresidente della Commissione Affari costituzionali, fa arrivare un suo contributo perché non le è stato possibile partecipare personalmente: “Ci tenevo, avendo ricevuto il vostro invito, ad esprimere il mio sostegno affinché il Parlamento europeo approvi la risoluzione Tarabella. Tutti i dati ci indicano che l'Europa e l'Italia sono ancora a metà del guado per quanto riguarda la parità tra uomini e donne. Se alcuni passi sono stati compiuti, tuttavia dobbiamo moltiplicare gli sforzi e percorrere una vera strategia. Di questa strategia fanno parte, come correttamente indica la risoluzione, le politiche di parità sul terreno economico e sociale e quelle per il diritto alla salute e all'autodeterminazione per quanto riguarda le scelte riproduttive. Sarebbe molto importante, dunque, un scelta chiara in questo senso da parte del Parlamento Europeo che, insieme alle donne del partito socialista europeo, anche io auspico e sollecito.



Elisabetta Canitano, ginecologa, presidente dell'associazione per la salute femminile Vita di Donna e referente regionale di Agite, Associazione Ginecologi Territoriali, ogni giorno risponde a decine di telefonate al numero messo a disposizione per offrire consulenza e assistenza gratuita: “Avrei voluto fare questo mestiere senza barricate, o meglio non facendo barricate per poter svolgere il mio lavoro. Abbiamo lanciato una campagna sul problema del primario confessionale al San Camillo anche perché abbiamo saputo del progetto di separare il reparto dove si fanno le Ivg da ostetricia e ginecologia, come se le Ivg non dovessero dare fastidio. Ma ci chiediamo come può un reparto che fa diagnosi prenatale, segue le complicazioni e le emergenze, a essere separato dal reparto? Come si può trasferire una donna a rischio, in una situazione inaspettatamente grave, con l'ambulanza da un reparto all’altro dell’ospedale? Per questo abbiamo raccolto 5mila firme su Change.org e ci siamo mobilitate. Siamo state costrette a farlo, anche se sarebbe bastato dare ai medici obiettori altri incarichi per non creare questa situazione.Vorrei chiudere dicendo che quando parliamo di prevenzione il problema è drammatico: di quel 20 per cento di parlamentari di estrema destra che siede a Strasburgo, vi è un filone contrario alla contraccezione, laddove si dice che è la contraccezione la vera matrice dell’aborto e che chi vuole sconfiggere l’aborto deve impedire che i giovani vengano a conoscenza dei metodi contraccettivi”.



Per la senatrice PD Laura Puppato la legge 194 è stata svuotata “specialmente nella seconda parte, quella che riguarda il diritto delle donne a decidere sull’Ivg” e aggiunge ironica “Abbiamo un Papa che ha aperto alla contraccezione nei Paesi africani ma poi abbiamo i lefevriani in parlamento che restano ancorati a pregiudizi che la stessa chiesa cattolica sta lentamente ma progressivamente eliminando. Anche sul fine vita il dibattito è in corso su cui dovremmo tentare un voto trasversale. L’ultimo dato dell'Ocse registra un 15% di gender gap mondiale, economico, con Paesi come l’America al 5% di gap e Paesi come l’Italia pienamente nel 15%. Un gap prima che economico, sociale e culturale”, conclude la senatrice.

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®