Login Registrati
MARIO BRENTA. UNA LEZIOHNE DI CINEMA

MARIO BRENTA. UNA LEZIOHNE DI CINEMA

Padova 2 aprile 2025 Incontro a palazzo Maldura con il regista e sceneggiatore veneziano, prof. Mario Brenta (che proprio nell'ateneo patavino ha insegnato per un ventennio "Teorie e tecniche del linguaggio cinematografico"), introdotto dal valente prof

Giovedi, 03/04/2025 - Padova,
Palazzo Maldura
2 aprile 2025
Avvincente e formativo l'incontro padovano di stamattina con il regista e sceneggiatore veneziano, prof.Mario Brenta (che proprio nell'ateneo patavino ha insegnato per un ventennio "Teorie e tecniche del linguaggio cinematografico"), introdotto dal valente prof.Mirco Melanco, per l'impegnativa gioia di un pubblico giovane e attento tra cui la sottoscritta diversamente giovane...
Si inizia con la visione del film ad hoc "Il cinema secondo Mario Brenta" con le firme di Jojic, Norbiato e Prestigiacomo: cinema del reale che per Brenta è "un' intima necessità". Sapida carrellata di pellicole (e non solo pellicole!)del Nostro da Vermisat del 1975 con un "dimagrito Cabrini" a "Robinson in laguna" per "indagare una parte meno nota di Venezia", al premiato "Maicol" del 1988 da un soggetto di Angela Cervi, a "Barnabo delle montagne" del 1994 fino a "Calle de la Pietà" del 2010 diretto assieme a Karine de Villers, e a "La piéce" del 2011con il co-regista Denis Brotto in cui teatro e cinema si integrano proficuamente.
Segue una pregnante lezione del Nostro sulla sceneggiatura, ovvero sul "disagio della sceneggiatura" prendendo in esame proprio "Barnabo delle montagne", film tratto dall'omonimo romanzo di Dino Buzzati che Brenta "un po' arrossendo e un po' impallidendo" confessa a Ermanno Olmi (fondatore della non scuola di Ipotesi Cimema di Bassano) di non aver letto. E da qui (dopo dieci anni dalla prima alla seconda sceneggiatura)si innesca un entusiasmante confronto, "una transcodificazione tra l'immagine mentale del testo scritto e quella reale del film", su cose nel romanzo visibili e non visibili che nel film vanno esplicitate, su oggetti che nel cinema diventano soggetti, su aspetti denotativi che nel cimema diventano connotativi...
Nelle montagne incombenti delle Cinque Torri
tra cornacchie e uccellini, falci e fucili, tracce di sangue e cibo, campanili e donne, neve e "piova", simbolismi e metomimie, metafore e similitudini, possiamo convenire che la macchina da presa davvero "ha in mano i destini del mondo", un mondo adesso globalizzato ma non democratizzato, un mondo fatto di cloni, automi (Orwell 1984)

Link Esterno

Lascia un Commento

©2019 - NoiDonne - Iscrizione ROC n.33421 del 23 /09/ 2019 - P.IVA 00878931005
Privacy Policy - Cookie Policy | Creazione Siti Internet WebDimension®