Lingua e genere: gli errori di ortografia della scuola - di Stefania De Biase
Nonostante siano più della metà, le dirigenti scolastiche continuano ad essere 'definite' al maschile
Venerdi, 02/07/2021 - Nel 2016 il Ministero pubblica il reportage “Le donne nel mondo dell’istruzione”, in cui dà conto del fatto che le dirigenti sono il 65,9%. Tre anni dopo sono già il 67,9%. Quindi la dirigenza scolastica è l'unico settore apicale a maggioranza femminile. Non possiamo che felicitarci per questo traguardo raggiunto. Però allo stesso tempo non possiamo non notare come sembri che le stesse dirigenti cerchino di 'farsi perdonare' quest'affronto al patriarcato. Sì, perché moltissime spariscono dietro il titolo adottato acriticamente de 'il dirigente scolastico '.
A poco sembra essere servito l'invito per circolare nel 2018 dell'allora ministra Fedeli ad un maggior rispetto anche linguistico della differenza di genere. Usa il maschile la quasi totalità delle dirigenti della scuola media inferiore ed il 70% di quella superiore. E questo con effetti quasi esilaranti, se non ci fosse da piangere, sui siti delle loro scuole. Come quando si parla del saluto che IL dirigente Marina … rivolgerà alle classi, di una premiazione effettuata DAL dirigente Stefania… o che IL dirigente Anna … riceve su appuntamento. Io stessa, insegnante, mi sbellicai dalle risate quando il (la) mio (mia) dirigente di turno s'incartò linguisticamente cercando di uscire da quel maschile che non faceva più capire di chi si parlasse.
Del resto, poi, quest'errore grammaticale lascia particolarmente perplessi perché viene da un'istituzione che normalmente riprende severamente chi sbaglia anche solo un congiuntivo e dovrebbe contrastare gli stereotipi di genere e rafforzare il senso di sé delle ragazze.
Si sa che il patriarcato è forte, più forte in questo caso anche della grammatica. In fondo è quello che succede anche alle direttore d'orchestra. Certo, ma quelle ci dicono che la scelta dipende dal peso della tradizione, mentre nell'istruzione le dirigenti scolastiche non sono una grande novità: tutte ricordiamo le storiche direttrici della nostra infanzia.
Allora provo a pensare diversamente.
Mi dico che forse hanno ragione: temono che la femminilizzazione non solo dell'insegnamento ma anche della sua dirigenza comporti una svalorizzazione. E questo tanto più a cominciare dalla media inferiore già svalutata dai vari accorpamenti che ne minano l'indipendenza. Forse invece alle superiori le donne piano piano si sentono di assumersi il loro ruolo anche nel genere liberandosi di quell'articolo che non le ripara anzi fa da ostacolo. Oppure scelgono il maschile perché sanno benissimo che la scelta di ogni soluzione linguistica comporta l'adesione ad un modello di pensiero come quando si adotta un qualche registro comunicativo. E così prendono le distanze dal proprio genere pensando erroneamente di sfuggire a categorizzazioni svilenti, risultando invece incomprensibilmente scorrette e la scorrettezza è da intendersi in ogni senso.
Cercando su Internet 'il dirigente scolastico anche al femminile' compare un quesito, penso e spero ironico, alla Treccani che rispondeva seriamente sulla correttezza o meno di usare la dizione 'la dirigente scolastica'. Confortate anche da quegli studiosi, speriamo di liberarci presto di quel ...refuso. Sembra un dettaglio e allora, se è un dettaglio, dirigenti, liberatevene con leggerezza.
Stefania De Biase (Direttora della biblioteca Archivia presso la Casa internazionale delle donne di Roma)
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