Lunedi, 18/06/2018 - Il Governo e la legislatura muovano i primi passi ma si è voluto dare un segnale di impegno forte nel contrastare una piaga sociale che propone dei numeri impressionanti. Sono oltre 300 le vittime sul luogo di lavoro dall'inizio di quest'anno; a volte si resta colpiti dal susseguirsi di queste notizie luttuose che arrivano a distanza di pochi giorni l'una dall'altra, ma la realtà è ancora più drammatica, sono 2 i decessi quotidiani, e sono addirittura tre se si calcola che spesso le denunce di infortuni mortali non sono riconosciute come tali dall'Inail.
Alla Camera dei Deputati se ne è parlato in aula (14 Giugno 2018) con una informativa urgente di Luigi Di Maio, Ministro dello sviluppo economico, del Lavoro e delle Politiche sociali e nel dibattito che ne è seguito a prendere la parola sono state soprattutto le donne,(Tiziana Ciprini M5S, Barbara Saltamartini della Lega, Debora Serracchiani PD e Renata Polverini FI) Su 7 interventi quattro sono stati delle donne. Anche perchè colpendo le fasce sociali meno protette il problema delle morti bianche ha una forte valenza femminile. Tiziana Ciprini,dei 5 stelle ha sottolineato come sia in aumento il processo di esternalizzazione del lavoro nei cantieri dove si propone una giungla di appalti e sub-appalti fuori controllo e dove è possibile adibire il lavoratore a mansioni di livello inferiore (dagli uffici al tornio) senza alcun obbligo formativo. I lavoratori sono diventati 3D, dice l'on. Ciprini, il che non significa che sono tridimensionali ma che sono "difficult, dangerous, dirty" tre parole che significano difficile, pericoloso e sporco e che descrivono il senso di insicurezza vissuto dai lavoratori nell'epoca della precarizzazione selvaggia. Barbara Saltamartini , della Lega, ha sottolineato soprattutto lo scadimento della "cultura della prevenzione" nel luogo di lavoro, uno scadimento quindi del concetto di dignità per lavoratori e lavoratrici che oggi è ancora più drammatico data la gravissima crisi occupazionale a cui ci troviamo davanti e che porta i giovani e i meno giovani ad accettare un qualsiasi posto di lavoro senza guardare se quel posto è garantito sul piano economico e di sicurezza fisica. Debora Serracchiani del PD si è dimostrata soddisfatta della volontà del Governo di non abbandonare le linee guida tracciate dal Governo precedente, come quelle di semplificare le regole , per rendere più semplici anche da rispettare le norme sulla sicurezza. Debora Serracchiani si è anche raccomandata che venga applicata la legge sul caporalato approvata con forte impegno del PD nella scorsa legislatura, "se si vuole combattere il lavoro sommerso e la sua insicurezza c'è bisogno di dare forza a regole che ci eravamo dati, almeno sul caporalato". Una proposta è poi stata avanzata dalla Serracchiani al Ministro Di Maio che si era soffermato sulla necessità di premiare chi, nel dare lavoro, garantisca anche un lavoro sicuro. La proposta è quella già sperimentata con la patente a punti: l'abbattimento alle imprese dell'assicurazione obbligatoria per i dipendenti dietro prova di garanzia e capacità di farli lavorare in sicurezza.
Infine ha parlato anche Renata Polverini di FI. Secondo lei da Di Maio ci si aspettano miracoli, visto il grande potere che ha come vicepremier e come Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro ; "lei è uno e trino" dice la Polverini che però sottolinea come nelle tanto sudate 58 pagine del Contratto per il Governo del cambiamento "del lavoro, che è fondamento della nostra Repubblica e della nostra Costituzione, ci sia appena una traccia".
Quindi, da parte delle donne parlamentari fari accesi su quanto il governo farà in tema di sicurezza sui luoghi di lavoro e Di Maio ha garantito che, se il suo primo atto sarà quello di tutelare i diritti dei "riders" (ragazzi che consegnano pietanze in bici) saranno però costanti i suoi incontri con lavoratori e datori di lavoro finalizzati a garantire sicurezza e salubrità. Di Maio ha anche garantito che, oltre a prevedere incentivi economici per le imprese che investono in sicurezza si rafforzeranno le attività ispettive di vigilanza e di controllo, non limitandosi a comminare delle sanzioni quando si registrano violazioni delle norme sulla sicurezza ma obbligando le imprese colpevoli di trasgressione a mettersi obbligatoriamente in regola.
Questi gli impegni presi, resta da vedere se seguiranno i fatti.
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