Dimore storiche - Daphne Phelps ha dedicato la vita alla cura della villa, che ha mantenuto ospitando personaggi di fama internazionale
Mirella Mascellino Venerdi, 01/07/2016 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2016
Visitare Casa Cuseni, la dimora della nobildonna inglese, Daphne Phelps, nipote del progettista e costruttore della villa, Robert Hawtorn Kitson, è ritrovare l’anima della donna che ne custodì la bellezza e la memoria. La villa fu costruita tra il 1905 e il 1911, sotto la Rocca di Taormina. Ospitò artisti, letterati e filosofi, tra i più importanti del Novecento, che nel ventre della villa e nel panorama mozzafiato tra il golfo e l’Etna, trovarono l’ambiente adatto alle loro ricerche, al loro genio, ma anche al loro riposo. Per onorare la grandezza di Daphne Phelps, lo scorso giugno nella casa, all’interno di Nostos, il festival del viaggio e dei viaggiatori, sezione di Naxos Legge, festival del libro e delle letture, diretto da Fulvia Toscano, si è svolta la prima edizione del Premio Custodi della Bellezza, intitolato a Khaled al-Asaad, di cui è stato insignito il professore Moncef Ben Moussa, direttore del museo Bardo di Tunisi. È stato inoltre presentato il progetto per la creazione di un laboratorio permanente di scrittura femminile di viaggio e di traduzione di testi di viaggiatori in Sicilia, tenuto dalla scrittrice e studiosa Marinella Fiume e un carteggio inedito, curato dalla stessa, tra Daphne Phelps e Dinu Adamesteanu, l’archeologo romeno, pioniere e promotore dell'applicazione delle tecniche di aerofotografia e prospezione aerea nella ricerca e ricognizione archeologica. La villa, quest’anno, è diventata Casa Museo delle Belle Arti e del Grand Tour della città di Taormina. È entrata a far parte del circuito delle “Case della memoria”, di cui è direttore il proprietario Francesco Spadaro che, con la moglie Mimma, è stato accanto alla nobildonna inglese, fino alla morte. Robert Kitson, pittore di acquerelli, originario di Leeds, membro eletto dell'Accademia Britannica, era chiamato il pazzo inglese, dalla gente di Taormina, per questo amore folle che lo legherà fino alla morte a quella città, all’epoca sconosciuta. Muore nel 1947, lasciando la villa alla sorella che ne fa una procura alla nipote Daphne Phelps, giovane psichiatra infantile che giunge a Taormina, per l’eredità, pensando di vendere la villa e tornarsene in Inghilterra a continuare la sua professione. Ma rimane affascinata e stregata dalla villa e dalla bellezza che la circonda, tanto da decidere di prendersene cura e di vivere a Casa Cuseni, custodendone intatta la bellezza. Nata il 23 giugno 1911 e morta il 30 novembre 2005, la Phelps lascia la sua memoria in un libro, tradotto in otto lingue, Una casa in Sicilia, Neri Pozza edizioni, dove racconta la storia della villa, dalle origini, fino al periodo aureo, quando tra stanze e meravigliose terrazze si aggiravano personaggi illustri.
La casa custodisce gli acquerelli di Kitson, ma anche di altri pittori incontrati da questi, in giro per il mondo. Donna di grande cultura e spessore umano, era determinata, coraggiosa, acuta, instancabile, spiritosa, con grande senso per gli affari, Daphne Phelps sarà custode di “Casa Cuseni” per oltre sessant’anni. Per sbarcare il lunario e curare l’eredità dello zio al meglio, la donna trasforma la sua casa in guest-house, una singolare casa degli ospiti che accoglierà grandi celebrità del primo novecento, come Tennessee Williams, Greta Garbo, Bertrand Russell, Mack Smith, Alfred Barr, Henry Faulkner e Pablo Picasso, personalità che lasciano sempre un loro ricordo, portando con sé, nel mondo, la storia di questa casa e la bellezza mozzafiato che la circonda. Nella dining-room, è perfettamente custodito il fregio figurato, opera di Sir Frank Brangwyn, dipinto nel 1910, che illustra un’adozione omosessuale. Kitson aveva adottato un bambino orfano del terremoto di Messina. Questa è l’unica testimonianza al mondo di un interno progettato e realizzato da questo importante artista.
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