Sabato, 03/02/2024 - Già dal titolo questo pezzo crea i suoi ventagli di interpretazioni: sono a Taranto e un caffè (poco) con latte bollente e cacao è espressino ma se parto per Milano è Marocchino, all’aeroporto di Pisa è un piccolo cappuccino, e a Ginevra è espresso con latte, o caldo o freddo senza differenza. Sembra una richiesta semplice e invece come vedete non lo è. “Vorrei un espressino bollente, con cacao e un po' di acqua frizzante”. Quell’aggiunta della parola bollente nella richiesta mi porta ad osservare il barman o la barlady, che pesano quella parola aggiunta come una richiesta di coccola in più. Infatti quel momento di stacco al bar è il mio, è un po' di tempo per me. A questo punto ognuno protegge la tazzina dal freddo con creatività: c’è chi la vaporizza con la macchina, chi la riempie di acqua bollente, chi addirittura in un giorno di Febbraio ha messo sulla tazzina un piccolissimo coperchio in porcellana, con venature dorate. Ne sono rimasta affascinata, sia per il coperchio che per la cura. E poi il cacao: chi lo dimentica, chi lo porta al tavolo per sapere la quantità, chi lo mette a due strati come fosse un tiramisù. Quanta bellezza si trova nei piccoli momenti quotidiani. Un po' di tempo per me.
Quando posto la tazzina fumante su FB poi i commenti arricchiscono, colorano il dibattito: ricordo il tuo espressino sulla cattedra, le lunghe attese tue, e il suo… che attendeva di essere bevuto. Ebbene sì, lo preferisco bollente per avere un tempo lunghissimo per berlo; questo mi aiuta ad affrontare meglio una lezione, chiacchierare con gli amici, ripararmi dal freddo in un bel bar con cuscini e caminetto. Un po' di tempo per me.
E quando anche il Gran caffè di Auchan di Taranto mi prepara l’espressino bollente con cacao e aggiunge acqua frizzante, senza che io parli... Bè allora mi rendo conto che l’inatteso è arrivato, che ho creato un pensiero, un percorso emozionale. E lo dico al barista ridendo. Promettendo di ripetere il rito al prossimo appuntamento.
Alla prossima.
Lascia un Commento