26 marzo, Roma - Giornata mondiale dell’acqua. Ore 14.00 - Piazza della Repubblica, Manifestazione nazionale a Roma. Il ruolo delle donne. I dati ISTAT
Noi uomini e noi donne abbiamo un ruolo fondamentale per il diritto all’acqua. Intanto perché rappresentiamo metà e metà della popolazione mondiale quindi, fra tutti, di acqua ne consumiamo un bel po’. Poi, perché da che mondo è mondo abbiamo parecchio a che fare con essa… Infine, poiché pensiamo spesso di essere superiori (a chi? ma sarà poi vero?), è ora di dimostrarlo.
Politiche, intellettuali, scienziate, imprenditrici, portatrici d’acqua, casalinghe, madri, molto hanno da dire e da agire per questo bene comune. Diceva tempo fa nelle pagine del nostro giornale Sara Parker, di Hydroaid, che a monte delle scelte delle donne (purtroppo non proprio di tutte le donne…) “non ci sono logiche di potere, né di speculazione o di controllo del territorio. Le donne sanno cosa c’è dietro un raccolto, dietro un bicchiere d’acqua: la vita dei propri figli e delle proprie figlie”. Se, come dicono i cinesi, facile è versare l’acqua, ma difficile è raccogliere l’acqua versata, occorre darsi da fare.
In occasione della Giornata mondiale dell’acqua (World Water Day), istituita dall’ONU nel 1992 e celebrata ogni 22 marzo, si mobilitano i movimenti per l’acqua pubblica, con la grande manifestazione nazionale a Roma (prevista per il 26 alle 14 da piazza della Repubblica); grande tam tam anche sui social network e su facebook, dove si copia incolla il messaggio di istruzioni: “Ai referendum del 12 giugno per dire NO devi segnare Sì. Vuoi eliminare il ricorso all'energia nucleare? Sì. Vuoi cancellare la privatizzazione dell'acqua? Sì. Il referendum passa se si raggiunge il quorum. Occorre che vadano a votare 25 milioni di italiani. Per questo dobbiamo informare da subito. Copia e incolla, please”.
Intanto, l’Istat ha diramato alcune interessanti statistiche sulle acque urbane e su alcuni fattori climatici. Il quadro è questo: consumiamo troppa acqua, ne sprechiamo ancora di più, aumentano la quantità di acqua resa potabile e la capacità di depurazione delle acque reflue. Se da un lato tecnologie e nuovi impianti aiutano il complesso sistema di gestione e conservazione dell’acqua, dall’altro lato il clima non ci aiuta (e noi per primi/e non aiutiamo il clima), basti vedere i dati sulle precipitazioni e sulle portate medie annue dei nostri fiumi, che sono in diminuzione (scorri sotto per vedere i dati ISTAT). Insomma, l'acqua è sì una risorsa cosiddetta rinnovabile, ma se invece non si rinnovasse abbastanza? Se quella che abbiamo viene inquinata, cosa resta da bere? Una responsabilizzazione individuale e collettiva, a partire dalle donne, è possibile.
Intervista a Maria Gemma Grillotti Di Giacomo, Coordinatrice Scientifica Nazionale del Gruppo di Ricerca Interuniveristario GECOAGRI-LANDITALY, Membre d’Honneur della Société de Géographie di Parigi, Grand Prix de Cartographie 2001, ha curato il Primo Atlante Tematico delle acque d’Italia (ed. Brigati, Genova), cui hanno lavorato quasi cento esperte.
Intervista a Rossella Monti, dottore di ricerca in ingegneria idraulica e ambientale, dirige dal 2005 HYDROAID, la Scuola Internazionale dell’Acqua per lo Sviluppo
DATI ISTAT
L’acqua potabile consumata
Nel 2008 in Italia sono stati erogati 92,5 metri cubi di acqua potabile per abitante, con un incremento dell’1,2% negli ultimi dieci anni. Con 107,1 metri cubi per abitante, nel Nord-ovest si rileva una maggiore erogazione di acqua potabile pro-capite di circa 15 metri cubi in più rispetto al dato nazionale. I valori regionali più alti sono quelli della provincia autonoma di Trento (127,4 m3 per abitante) e della Valle d’Aosta (121,9 m3). La Puglia, con 63,5 m3, è la regione con il valore più basso di acqua erogata per abitante.
Considerando i consumi nei 27 paesi dell’Unione Europea (periodo 1996-2007), l’Italia, con consumi intorno ai 92 m3 annui per abitante, presenta valori superiori alla media europea, pari a 85 m3 annui per abitante. In Italia consumiamo meno di Spagna e Regno Unito, ma più di paesi come Germania e Paesi Bassi.
La dispersione di acqua potabile
Nel 2008 si registra, a livello nazionale, una perdita del 47% di acqua potabile, dovuta alle necessità di garantire una continuità di afflusso nelle condutture, ma anche alle effettive perdite delle condutture stesse. Le maggiori dispersioni di rete si osservano in Puglia, Sardegna, Molise e Abruzzo dove, per ogni 100 litri di acqua erogata, se ne immettono in rete circa 80 litri in più; quelle più basse si riscontrano in Lombardia e nelle due province autonome di Trento e Bolzano.
Il consumo di acqua pro capite per uso domestico in alcuni comuni
Nel 2009 il consumo pro capite di acqua per uso domestico, dato dalla media dei 115 comuni capoluogo di provincia, è pari a 68 m3 per abitante (186,6 litri al giorno), in calo dello 0,7% rispetto al valore del 2008.
La depurazione delle acque reflue urbane
Nel 2008 la capacità effettiva depurativa degli impianti, ossia il carico inquinante proveniente dalle acque reflue urbane e trattato dagli impianti di depurazione, è pari a 59,0 milioni di abitanti equivalenti (Ae2), il 26,6% in più rispetto al 1999 quando la capacità effettiva depurativa era pari a 46,6 milioni di Ae. Anche la capacità potenziale depurativa, misurata dagli abitanti equivalenti di progetto, è aumentata rispetto al 1999 passando da 61,4 milioni di Ae a 75,2 milioni di Ae del 2008 (+22,5%).
Le precipitazioni
In Italia negli ultimi dieci anni sono stati cumulati in media 750 mm di precipitazione, 15 millimetri in meno rispetto al valore climatico di riferimento (in questo caso il trentennio 1971-2000). Il decennio è stato caratterizzato da notevole variabilità, con una certa tendenza ad un aumento delle precipitazioni nel corso degli ultimi anni.
Il deflusso dei principali corsi d’acqua
Esaminando i quattro principali corsi d’acqua italiani (Po, Adige, Tevere e Arno), sulla base dei ati rilevati dagli Uffici idrografici regionali, si osserva una graduale diminuzione delle portate medie annue, ad eccezione del fiume Arno che presenta un andamento pressoché costante.
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