A tutto schermo - L’ultimo film di Ivano De Matteo, contro la violenza di genere
Colla Elisabetta Lunedi, 10/10/2016 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Ottobre 2016
Le sempreverdi signore del cinema italiano, Margherita Buy e Valeria Golino, sono le interpreti d’eccezione del film La vita possibile, diretto dal regista Ivano De Matteo (Gli equilibristi e I nostri ragazzi, entrambi film sulle disfunzioni familiari) e scritto a quattro mani con la compagna, attrice e sceneggiatrice, Valentina Ferlan, ispirandosi alla vera storia di una conoscente: il tema è quello della violenza alle donne e della possibilità di ribellarsi e ricominciare una vita diversa. Anna (Margherita Buy), dopo aver subito l’ennesima aggressione da parte del marito violento sotto gli occhi del figlio tredicenne Valerio (Andrea Pittorino) decide di fuggire da Roma a Torino, dove chiede ospitalità in casa di Carla (Valeria Golino), attrice di teatro e amica di vecchia data. I due fuggitivi cercano di adattarsi alla nuova vita tra difficoltà e incomprensioni, ma l’aiuto di Carla e quello inaspettato di Mathieu (Bruno Todeschini), un ristoratore francese che vive nel quartiere, daranno loro gli strumenti per ricominciare. “La vita possibile è un film sulla speranza, sulla forza delle donne, sulla capacità di nascere e rinascere ancora - afferma il regista -. Anna e suo figlio Valerio scappano da un uomo che ha demolito l’amore con le sue mani, che ha reso suo figlio un ragazzo chiuso, fragile e pieno di risentimento. Anna sarebbe potuta finire tra le colonne di un giornale, una notizia tra le notizie, il corpo spezzato di una donna che va ad aggiungersi alle centinaia di corpi di donne che ogni anno cadono nelle nostre case, nelle nostre strade”. La pellicola, oltre a denunciare le violenze contro le donne, evidenzia l’importanza, per le vittime, di sentire la prossimità e l’amicizia di qualcuno, in questo caso di un’amica, di un luogo che le accolga, un lavoro anche duro come sostegno e volano di speranza e cambiamento. La “vita possibile” esiste, la via d’uscita c’è. Ribellarsi è non solo necessario ma anche doveroso.
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