Egitto - Sally Zohney, giovane attivista per i diritti civili in Egitto, ha pubblicato una ricerca sul tema della sessualità tra i/le giovani
Zenab Ataalla Venerdi, 01/07/2016 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Luglio 2016
In Egitto non ci sono programmi ministeriali sull’educazione sessuale nelle scuole e tanto meno è possibile parlarne apertamente in pubblico. In una società conservatrice il tema richiede molta riservatezza ed è interessante capire il rapporto dei giovani e delle giovani egiziani con la loro sessualità e il loro livello di consapevolezza, oppure in quale modo ottengono le prime informazioni.
Sally Zohney cerca di rispondere a queste domande con una ricerca, pubblicata per la Global Information Society, in cui, parlando dei diritti sessuali in Egitto al tempo di internet, affronta il tema anche da un punto di vista di genere e spiega “se i ragazzi dipendono molto da internet per acquisire informazioni sui cambiamenti portati dalla pubertà, le ragazze si affidano alle loro madri che diventano anche la principale fonte di informazione sui diritti sessuali e riproduttivi”. Ma per le ragazze non sempre è semplice parlare di questo tema con le madri e, quando anche le amiche non sono di aiuto, internet diventa il mezzo attraverso cui acquisire informazioni. “Le ragazze hanno curiosità che vanno al di là dei problemi riproduttivi. Vogliono conoscere i loro corpi e la loro sessualità”.
A questo punto si apre uno scenario che fa riflettere. L’autoeducazione sessuale passa attraverso la fruizione di materiale pornografico che, invece di educare a relazioni sane, fa leva sugli stereotipi ed enfatizza il piacere maschile, aprendo la strada al problema delle molestie sessuali e della violenza domestica, ancora presenti nel Paese. “I materiali pornografici rispecchiano una visione distorta e incompleta dei rapporti ed allo stesso tempo forniscono una visione incompleta del piacere sessuale, mostrando relazioni sessuali che non sono sane. E di questo sono diretta conseguenza la violenza di genere e la violenza domestica che rientrano in una cornice sociale che vede la sessualità come un tabù anche per l’assenza di vere piattaforme di educazione per via di un patrimonio culturale e sociale rigido - continua la ricercatrice -. Le donne sono ritratte come oggetti a disposizione del maschio. Ma il piacere femminile dove è? L’argomento, pur non essendo nuovo nel discorso femminista progressista egiziano, rimane ancora oggi un tabù nella società”.
E visto che internet diventa il principale veicolo di informazione, allora bisogna fare una inversione di marcia. “Se esistono contenuti pornografici, bisogna fornire anche contenuti alternativi perché altrimenti non si può combattere la violenza di genere e tanto meno le future generazioni possono essere educate a rapporti di coppia sani e rispettosi della dignità”.
Senza, naturalmente, demonizzare in assoluto la rete che negli ultimi anni in Egitto ha permesso la nascita e l'azione di gruppi e progetti volti a combattere la violenza contro le donne, offrendo loro assistenza ed informazioni su come affrontare gli abusi. Sally Zohney sottolinea tuttavia quanto sia fondamentale il ruolo che lo Stato deve assumere per il cambiamento della società egiziana, anche organizzando nelle scuole laboratori ed attivando progetti rivolti all’educazione sessuale e sentimentale.
"Le donne in Egitto hanno un disperato bisogno di capire i loro bisogni sessuali, separatamente da quelli che sono i bisogni sessuali degli uomini. Solo così facendo possono rivendicare un’autonoma gestione dei loro corpi e capire la differenza tra un atto sessuale consensuale ed un atto sessuale non voluto. Fino ad allora, continueranno ad esistere casi di violenze domestiche e casi di aggressioni sessuali che vanificheranno ogni diritto acquisito”.
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