Un’intensa due giorni promossa dall’ANPI a Lamezia Terme (CZ) sulla Resistenza delle donne del Sud dalla Seconda guerra mondiale ad oggi. A quali nuove Resistenze sono chiamate?
Ciò che affiora in modo allarmante, è che in quest’epoca, definita “moderna”, il corpo e l’anima delle donne sono ancora considerati terra di vendetta per i più disparati motivi. Ignoranza, edonismo ed egoismo, anaffettività e inumanità dilagano sempre più velocemente, anche attraverso i social e le nuove tecnologie, strumenti ben affilati e puntati verso i giovani. Occorre quindi cooperare con le associazioni, gli enti, gli attivisti, i centri antiviolenza, le scuole e gli educatori, affinché si rafforzino e si valorizzino gli esempi costruttivi: le donne della Costituente, le partigiane, le donne della Resistenza Italiana, attive e non violente, le portatrici di pace e le decorate alla Memoria”.
Gianfranco Pagliarulo (Presidente nazionale ANPI): “Disoccupazione, lavoro povero o sommerso, disuguaglianze, discriminazioni, morti sul lavoro, negazione della dignità di chi lavora, soprattutto se donna e del Sud, sono pratiche diffuse che contraddicono il dettato costituzionale. “Calamandrei parlava di Costituzione come rivoluzione promessa, ovvero di un processo che trasforma il Paese in una democrazia di liberi ed eguali. I fenomeni di degrado della democrazia liberale fanno intravedere una tecnocrazia in mano a giganteschi poteri finanziari, già prima di Elon Musk che, per ricchezza ed interferenze nelle politiche statali, è uno scandalo vivente. Le forze popolari democratiche devono riprendere le due bandiere storiche, della pace e del lavoro, ricordando (Costituzione), che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e che ripudia la guerra. Ancora oggi Gramsci ci offre spunti di riflessione, quando parla dei mostri che si formano mentre il vecchio mondo sta morendo e il nuovo tarda a comparire. Sta nascendo un mondo multipolare nel quale bisogna difendere la democrazia. Nei chiaroscuri intravediamo il rischio di nazionalismi, fascismi, autoritarismi, e quello più grave, alto e reale, di una guerra generalizzata. Si sta militarizzando la società italiana a partire dalla scuola, mentre l’ANPI è, all’opposto, per la completa smilitarizzazione. Per la tragedia palestinese, su cui l’Occidente ha una doppia morale, sia della politica che dei media, ci stiamo mobilitando per la sottoscrizione a favore di una clinica di Emergency a Gaza e invitiamo le amministrazioni comunali ad approvare risoluzioni per il riconoscimento dello Stato di Palestina”. Pagliarulo ha esortato giovani e donne ad iscriversi all‘ANPI, sottolineando come, dei poco più dei 153mila iscritti del 2023, le donne siano più di 62.000, pari quasi al 41 per cento. Il totale di iscritti al Sud supera i 15.000, di cui 5.860 donne, equivalenti al 38 per cento. Che l’attuale fase di Resistenza, ha auspicato infine, portata avanti con l’arma della pace, conduca verso una nuova Liberazione, un 25 Aprile del nuovo secolo e un terzo Risorgimento, che rimetta l’umanità al centro.
Floriana Mastandrea, ANPI Provinciale Avellino
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