La poesia in inverno: Tre fili d’attesa di Maria Pina Ciancio
La silloge poetica “Tre fili d’attesa” della poetessa lucana Maria Pina Ciancio è suddivisa in due parti, la prima è più corposa ed è stata scritta nel 2006/2007 mentre la seconda parte consta della sola lirica “Siamo nidi sfilacciati sugli al
Giovedi, 25/01/2024 - “Siamo nidi sfilacciati sugli alberi d’inverno/ le guance rosse e gli occhi aperti al cielo/ oltraggiati dalla pioggia/ schermaglie di bambini/ senza un grido/ […]”
La silloge poetica “Tre fili d’attesa” della poetessa lucana Maria Pina Ciancio è suddivisa in due parti, la prima è più corposa ed è stata scritta nel 2006/2007 mentre la seconda parte consta della sola lirica “Siamo nidi sfilacciati sugli alberi d’inverno” scritta nel 2011.
Ne “Tre fili d’attesa” l’inverno è protagonista indiscusso, ogni poesia è un richiamo alla stagione dell’attesa nella quale il gorgogliare della vita riposa.
“Il ricorso all’espressione dialettale non è mai ornamento folkloristico, ma è strettamente collegato alla precisione del dire, tensione risolta efficacemente in un dettato poetico nitido, limpido, […]” ‒ dall’introduzione di Anna Maria Curci
Maria Pina Ciancio ci dona un affresco della Basilicata, un poemetto che omaggia gli abitanti di San Severino Lucano ‒ il luogo natìo della sua famiglia ‒ che la poetessa nata in Svizzera guarda con occhio antico per scorgere le peculiarità della millenaria cultura che ininterrottamente ‒ così come il ciclo delle stagioni ‒ si rinnova nella terra di Lucania.
“Dopo la guerra dell’inverno/ c’è chi parte e c’è chi resta/ (…)/ Gennaro e Vincenzino/ sillabano il tempo/ in anelli di fumo irregolare/ e aspettano i ritorni/ tra la ringhiera scorticata/ e i gerani smarriti al grande cielo”
Nella silloge si incontrano Gennaro, Vincenzino, zio Pietro, Mariuccia, Giacomino, Antonella, Vituccio, zia Marietta, un figlio nato muto, i vecchi con la schiena stanca, padre e figlio ad una cena, un cane a tre zampe, un gatto nero, bambini, rane e farfalle: ognuno di loro è interprete di un ricordo, di uno spettacolo rievocato affettuosamente in virtù del verso.
“Non fanno rumore i paesi d’inverno/ e il giorno e la notte/ passano zitti”
Maria Pina Ciancio, di origini lucane, è nata a Winterthur in Svizzera nel 1965. Ha lavorato per molti anni come insegnante a Chiaromonte in Basilicata, recentemente si è trasferita a Roma nella zona dei Castelli Romani. Ha pubblicato testi che spaziano dalla poesia alla narrativa e saggistica, vincendo importanti premi letterari. Ha fatto parte di diverse giurie letterarie ed è presente in svariati cataloghi e riviste di settore; dal 2007 è presidente dell’Associazione Culturale LucaniArt. Tra i suoi lavori più recenti ricordiamo “Il gatto e la falena” (Premio Parola di Donna, 2003), “La ragazza con la valigia” (Ed. LietoColle, 2008), “Storie minime e una poesia per Rocco Scotellaro” (Fara Editore 2009), “Assolo per mia madre” (Edizioni L’Arca Felice, 2014), “Tre fili d’attesa” (Associazione Culturale LucaniArt 2022 con stampa dell'artista Stefania Lubatti), “D’Argilla e neve” (Ladolfi, 2023).
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