Intervista di Alessia Mocci alla scrittrice sarda Annalisa Soddu, autrice di Festa sotto le stelle
Ho incontrato Annalisa Soddu per un’intervista di cui consiglio la piacevole lettura per poter conoscere meglio un’autrice poliedrica che spazia dalla poesia (“Interni”) al racconto per bambini (“Festa sotto le stelle”). Buona lettura!
Lunedi, 07/07/2014 - Annalisa Soddu nasce in Sardegna nella Nuoro conosciuta come patria di scrittori di fama internazionale, Grazia Deledda e Salvatore Satta.
L’autrice, sin da adolescente, riconosce una passione letteraria incentrata sulla comprensione delle proprie emozioni proprie con le dovute corrispondenze in riferimento all’esterno ed al sociale.
Una musa letteraria che si congela nel 1995, anno in cui Annalisa sente il bisogno di lasciare al solo pensiero la possibilità di scrivere. Sono anni che trascorrono senza gettare sul foglio un unico verso, sono anni in cui la Soddu elabora una poetica mentale apparsa da tre anni.
Nel 2011, infatti, Annalisa decide di far ingresso nel mondo virtuale e dunque delle immense possibilità di comunicazione artistica ed universale.
Ho incontrato Annalisa Soddu per un’intervista di cui consiglio la piacevole lettura per poter conoscere meglio un’autrice poliedrica che spazia dalla poesia (“Interni”) al racconto per bambini (“Festa sotto le stelle”). Buona lettura!
A.M.: Ciao Annalisa, il tuo curriculum letterario mi ha raccontato qualcosa in più di te a livello personale, ed è proprio una domanda personale che vorrei farti per rompere il ghiaccio: perché hai deciso di non scrivere più nel 1995?
Annalisa Soddu: Ciao Alessia. Grazie di questa intervista, prima di tutto. Non è stata una decisione. All'improvviso la mia musa è scomparsa ed io non ho più avuto l'ispirazione. In realtà, poiché prima ad ispirarmi erano i miei tormenti interiori, quando ho iniziato ad affrontare me stessa, non ho più trovato su che scrivere. Ho iniziato un lungo percorso maturativo che mi ha portato finalmente a far emergere il mio vero carattere.
A.M.: Tre anni fa, apri un blog ed in te si smuove qualcosa. Quali opportunità ti ha dato il mondo virtuale?
Annalisa Soddu: Inizialmente avevo un primo blog dove scrivevo in modo anonimo, che mi consentiva di sfogare emozioni e sentimenti senza essere riconosciuta, dato il lavoro delicato che faccio. Poi dal blog sono passata ai social, che trovo divertentissimi e mi hanno fatto conoscere persone straordinarie. Inoltre sulla rete faccio acquisti, mi aggiorno, mi informo... Potrei paragonare i vantaggi che mi ha dato il mondo virtuale a quelli dell'auto, la lavatrice, la lavastoviglie... Un grosso risparmio di tempo, insomma!
A.M.: Il tuo primo libro “Il fuoco di Lorenzo” nasce proprio dall’apertura del blog. Ci puoi raccontare la consecutio che ti ha portato dal blog alla pubblicazione?
Annalisa Soddu: Un'amica, la prof. Irene Giordano, che conobbi al mare, apprezzò il mio modo di scrivere su facebook e mi invitò a farlo sul serio. Provai allora a fare un'autopubblicazione dei racconti del blog e così nacque "Il fuoco di Lorenzo" (dal titolo apparentemente demenziale ed insensato della storia per me più drammatica), che raccoglie brevi ritratti di persone affette da disturbi psichici.
A.M.: La tua seconda pubblicazione, “Interni”, è una raccolta di trenta liriche che comprende il periodo nel quale frequentavi l’università? Vorrei chiederti se ancora riesci a percepire quelle emozioni che, anni fa, ti avevano ispirato nella scrittura.
Annalisa Soddu: "Interni", TraccePerLaMeta Editore, parla proprio di me, come si comprende dal titolo. Ci sono le poesie del passato, molto sofferte ed incentrate sui miei tormenti, e quelle nate dopo la ripresa della scrittura, che rappresentano uno sguardo sul mondo degli altri, soprattutto coloro che sarebbe più comodo non vedere e non sentire. Quando rileggo le poesie di allora provo sempre un senso di sofferenza misto a nostalgia, ora invece scrivo con meno dolore e con più rabbia per il senso d'impotenza che mi assale quando vedo le storture sociali.
A.M.: Nel 2013, decidi di puntare anche sull’ebook, infatti pubblichi con Aletti Editore “Festa sotto le stelle”. Il tuo stile cambia come l’oggetto del tuo interesse: spiegaci la tua scelta di pubblicare narrativa per ragazzi?
Annalisa Soddu: "Festa sotto le stelle", Aletti editore, è su carta ed in ebook. Rappresenta la restituzione di un percorso autoeducativo, iniziato quando la collega di Cagliari, dottoressa Anna Maria Anedda, mi insegnò con l'esempio il suo grande amore per gli animali e che è sfociato in questo libretto per ragazzi e per adulti nel quale cerco di combattere la triste piaga dell'abbandono attraverso la storia di una cagnolina randagia e del suo amichetto Salvatore.
A.M.: Il racconto è correlato di illustrazioni e copertina disegnate da un talento in erba: Alfonso Capo. Ci racconti com’è nata questa particolare collaborazione?
Annalisa Soddu: Sapevo del talento di Alfonso Capo perché abita nel mio palazzo. Inizialmente chiesi alla madre di illustrare lei il libro, essendo bravissima, ma Alfonso espresse il desiderio di poterlo fare ed io ne fui felicissima! Sono convinta che i disegni di Alfonso, in quanto bambino, all'epoca di sette anni e mezzo, "parlino" al cuore dei bambini molto di più dei disegni di un adulto! Alfonso ha fatto dei disegni coloratissimi ed intensi e soprattutto faccio notare che gli animali in essi raffigurati... sorridono!
A.M.: “Festa sotto le stelle” racconta la storia di una cagnolina randagia di quartiere, per l’appunto Festa. Un pretesto artistico per sensibilizzare i giovani all’amore verso gli animali e verso le altre specie. Ritieni che il senso della natura e, dunque della vita, sia stato oscurato negli ultimi 50 anni?
Annalisa Soddu: Ritengo che stiamo cadendo in picchiata verso il fondo dell'abisso per quanto riguarda il rispetto di sè, degli altri, della natura e degli animali. Solo l'educazione potrà farci risalire. Per fortuna ci sono anche tanti visionari che lottano per migliorare la società.
A.M.: Nascere in Sardegna e vivere in Campania. Come vivi questa dualità culturale? Ha inciso sul tuo stile o sui tuoi argomenti?
Annalisa Soddu: Vivere in Campania è stata una scelta legata alla necessità di lavorare; è vero che ho sposato un campano, ma prima vivevamo in Sardegna. Poi le possibilità di lavorare lì sono scomparse, purtroppo, e ci siamo trasferiti. Per alcuni aspetti il carattere solare ed aperto dei campani ha contribuito molto alla mia evoluzione interiore. Nel mio profondo, però, continuo ad essere sarda d.o.c.
A.M.: Una curiosità: anche tua madre è una scrittrice, ritieni che la tua passione sia stata un po’ trasmessa da questa figura amante della letteratura e delle tradizioni?
Annalisa Soddu: Per la verità, tra gli antenati di mamma c'è anche un poeta. Questo gene "malsano" spero continui a trasmettersi alla mia discendenza perché trovo la poesia un'arte che come poche è in grado di comunicare emozioni. Mia madre poi è per me un ideale irraggiungibile, tanto la ritengo brava e colta. Ha pubblicato per ora solo un libro, "Ricordi di Sardegna: Orune nel cuore e nella storia", TraccePerLaMeta Editore, ma ha scritto tante altre cose che a me piacciono molto e forse pubblicherà.
A.M.: Hai ricevuto diversi premi letterari da quando il tuo Io si è espresso sul web. Quale, fra i premi che hai vinto, ha un valore maggiore per te?
Annalisa Soddu: Sono i riconoscimenti alla poesia "A mio padre malato". Leggetela e saprete perché.
A.M.: Salutaci con una citazione…
Annalisa Soddu: Penso che ti sorprenderò: l'autore è un mistico, il fondatore della fede baha'ì, noto come Bahà'u'llàh, che scrisse:
"...ogni mattina sorga migliore della sera che l'ha preceduta e ogni giorno più ricco del suo ieri."
E qualche riga dopo:
"Non ci si deve gloriare di amare la propria patria, piuttosto di amare il mondo intero. La terra è un solo paese e l'umanità i suoi cittadini".
A queste frasi cerco di ispirare tutta la mia vita.
A.M.: Grazie Annalisa, hai chiuso una splendida intervista con una citazione che condivido e che spero sia condivisa da sempre più persone nel Mondo.
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