Con coraggio e determinazione Ilaria Cucchi è riuscita ad ottenere giustizia: un successo frutto di un impegno formidabile, dell'amore per suo fratello Stefano, e di un coraggio esemplare
Mercoledi, 13/04/2022 - Una bella persona, un esempio luminoso da ricordare per la grande energia positiva, da ammirare e ricordare con rispetto e da ascrivere fra le doti che noi donne sappiamo esprimere quando davvero crediamo nei nostri progetti.
Il 15 ottobre 2009 - ben 13 anni fa - Stefano Cucchi,fratello di Ilaria,viene fermato per detenzione di hashish e poco dopo pestato, riempito di botte da due carabinieri a un tal livello di violenza che, ricoverato all’Ospedale Sandro Pertini, muore dopo 7 giorni di agonia.
Il 3 aprile del 2022,finalmente i due carabinieri vengono ufficialmente condannati a 12 anni per omicidio preterintenzionale e pochi giorni dopo, il 7 di aprile, altri 8 carabinieri vengono condannati per depistaggio con pene che vanno da un anno e 9 mesi a 5 anni di carcere.
E’ importante allora ricordare, apprezzare e sottolineare l’amore e il coraggio con cui Ilaria, a nome anche dei loro genitori, ha sostenuto una dura battaglia, finalmente vincente.
Una storia lunga i 13 anni che sono intercorsi tra i fatti e la sentenza, scadenzati da 7 processi, 3 inchieste,150 udienze solo per avere un'idea dell’impegno e della resistenza necessaria per sperare nella giustizia. Per non parlare della potenza di una macchina del fango con cui si può tentare di distruggere e accusare senza pudore un giovane che solo per il fatto di essere “colpevole di frequentare la droga”, può essere considerato vittima di se stesso, un tossico, un reietto, un morto che cammina.
Una sorella, allora, in prima linea, una famiglia accusata di aver abbandonato Stefano al suo destino e che, noncurante delle calunnie, ha risposto nei fatti con una determinazione che non l’ha mai fatta deflettere.
Stefano, la cui fragilità meritava tutto il sostegno e la vicinanza possibili. Ilaria ha difeso la memoria, l’onore come essere umano di Stefano grazie all’amore ma anche al rispetto immenso per lui, e non meno per quel diritto alla giustizia cui ogni cittadino ha diritto.
Ed è forse l’energia e la pervicacia di Ilaria che ha galvanizzato i suoi avvocati Fabio Anselmo e Stefano Maccioni, con il particolare di Fabio che nel corso degli anni è divenuto il compagno di Ilaria, e quindi famiglia che difende i diritti dei suoi membri con la forza che moltiplica la capacità e indiscutibile professionalità.
E’ interessante considerare come proprio la duplice sensibilità di Ilaria come sorella ma anche come cittadina che ama credere alla giustizia le abbia permesso, in modo credibile, di apprezzare e valorizzare la vicinanza importante del Comando generale dei carabinieri che a fine del processo del 3 aprile ha dichiarato: ”La sentenza della Cassazione sancisce la responsabilità di 2 dei 4 carabinieri coinvolti, a diverso titolo, nella drammatica morte di Stefano Cucchi. Per questo vanno le scuse alla famiglia di Stefano e la promessa che i procedimenti disciplinari verranno conclusi col massimo rigore. Lo dobbiamo alla famiglia Cucchi e a tutti i carabinieri che giornalmente svolgono la loro missione di vicinanza e sostegno ai cittadini”.
Stefano, come dice proprio Ilaria, oggi finalmente può essere affermato senza paura di essere contraddetti che è stato ucciso.
Un'orribile presa d’atto, ma la condizione per la sua riabilitazione, per poter cancellare tutte le umiliazioni che gli sono state buttate addosso accanto al dolore fisico terribile che ha accompagnato gli ultimi giorni della sua vita.
Ilaria Cucchi oggi è sicuramente sfinita, ma ha regalato anche a noi qualcosa di molto importante ovvero la convinzione che si possa trovare capacità di difendere senza limiti di energie e con inesauribile coraggio e contaminando moli attori utili, ciò a cui credi e che molto ti dice come rappresenti il giusto.
Grazie Ilaria, grazie di averlo fatto da sorella e di aver donato un esempio concreto di cosa possa rappresentare la forza delle donne, di cui oggi c’è un bisogno notevole si esprima al massimo.
Paola Ortensi, 13 aprile 2022
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