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Il linguaggio universale della risata

Il linguaggio universale della risata

Laughter Yoga International - Il nostro organismo non percepisce la differenza tra ridere per un motivo e ridere come esercizio

Zomparelli Ivana Lunedi, 31/08/2009 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Settembre 2009

“Una risata vi seppellirà”, recita una famosa frase di Majakovskij diventata poi uno slogan altrettanto famoso. O quello slogan non era poi tanto utopico oppure le utopie prima o poi si fanno realtà…

Infatti oggi esiste addirittura un movimento della risata. Si tratta del Laughter Yoga International, ossia dello Yoga della risata. Fondato da un medico indiano, il dottor Madan Kataria, si sta rapidamente diffondendo nel mondo. E, ah, ah, ah, anche in Italia!

L’11 gennaio del 1998 questo movimento ha dato vita alla prima giornata mondiale della risata. Quel giorno più di 12 mila membri dei Club della risata sparsi per tutta l’India si sono incontrati in un ippodromo di Mumbai, per ridere insieme, senza un motivo reale per farlo.

Ecco un brano, tratto dal libro Yoga della risata, ( edizioni La Meridiana, 2008), a cura di Madan Kataria, Simonetta Marchionni, Alberto Terzi e Laura Toffolo, che racconta quella memorabile giornata: “L’ippodromo che generalmente è riempito dal suono dei cavalli che galoppano, dalle urla di dispiacere di chi ha perso la puntata e le risate di gioia di chi invece ha vinto, forse per la prima volta diffondeva solo risate di gioia. I partecipanti delle celebrazioni, membri dei vari club sparsi per l’India, riempivano lo spazio disponibile… Sembrava che il mondo aspettasse questo messaggio di pace attraverso la risata, sia per elevare gli spiriti sia per migliorare il benessere e la salute fisica”.

Certo in questo caso non si tratta della risata dissacrante preconizzata da Majacovskij, ma di una pratica, in grado di apportare notevoli benefici, come per esempio rilassare i muscoli, migliorare la circolazione, ridurre lo stress.

Direte: si sa che il buonumore non guasta; anche i proverbi dicono “gente allegra Dio l’aiuta”. Perciò dov’è la novità?

La novità sta nel fatto che mentre in questi casi si tratta di una predisposizione, magari episodica, o di momenti fortunati, e comunque di fatti casuali, il movimento della risata allude a qualcosa di profondamente diverso, che chiama in causa lo yoga e si riferisce alla sistematicità di una pratica. Nel corso della sua attività medica il dottor Madan Kataria ha intuito che associando lo yoga e la risata si poteva ottenere un beneficio doppio, quello dello yoga e quello del ridere, e ha sistematizzato una serie di tecniche che utilizzano esercizi di respirazione profonda ed esercizi di risata stimolata.

Il nostro organismo non percepisce la differenza tra ridere per un motivo e ridere come esercizio, ma vedendo che di ridere si tratta, mette comunque in moto i benefici associati a questa attività, ed ecco che incomincia a rilasciare endorfine ( sostanze prodotte del nostro cervello che provocano un senso di benessere), ecco che si produce un benefico massaggio interno dovuto al rilassamento dei muscoli, soprattutto a livello addominale, ecco che aumenta l’affluenza dei vasi sanguigni ai muscoli di tutto il corpo e si facilita la circolazione.

E poi magari succede che ci si prende gusto, e si finisce per ridere davvero. Rieducare il senso dell’umorismo, può significare anche posporre la causa all’effetto, e quindi partendo da quest’ultimo si può arrivare a percepire il lato buffo di ogni cosa.

“Ridere è un’azione che rivitalizza l’energia psichica bloccata”, dice Vicky Facchinetti, psicoterapeuta e istruttrice di yoga della risata. Anche Freud – continua- considerava il ridere come una scarica di energia psicofisica, un modo per eliminare pacificamente l’aggressività. Oltretutto rinforza il sistema immunitario perché contribuisce ad aumentare il numero di cellule natural killer, quelle che combattono i virus. E poi 5 minuti di risate corrispondono a 30 minuti di movimento aerobico. L’esercizio di ridere (oltre che il ridere spontaneo), riesce in pochi minuti a trasportarci da uno stato negativo a uno positivo” .

“E’ molto efficace - dice ancora Vicky Facchinetti - fare questa pratica in gruppo, si impara a lasciare andare le difese, a non giudicare, a tirare fuori l’aspetto giocoso del bambino. Come la musica, quello della risata è un linguaggio universale, che tutti capiscono anche se non si parla la stessa lingua. Non a caso i grandi maestri dicono che ridere costituisce la vetta più alta della consapevolezza., l’ideale sarebbe allenarsi a farlo tutti i giorni. Poi diventerà spontaneamente parte della nostra vita. L’obiettivo finale è alleggerirsi. Io ne ho tratto un grande beneficio”.



(1 settembre 2009)

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