Il film su Gina Borellini alla Camera dei Deputati
Il docufilm "Vorrei dire ai giovani... Gina Borellini, un'eredità di tutti" di Francesco Zarzana presentato il 9 aprile
Mercoledi, 03/04/2019 - Il centenario della nascita, avvenuta il 19 ottobre 1919, è stata l'occasione per realizzare il film che ripercorre la storia dell’impegno politico di Gina Borellini "raccontando la vita, la risolutezza, la tenacia e l’appassionata sensibilità di una donna insignita della Medaglia d’oro al Valor militare". La Camera dei Deputati (Sala del Mappamondo) ospiterà la presentazione il 9 aprile 2019.
La narrazione di “Vorrei dire ai giovani. Gina Borellini un’eredità di tutti” - per la regia di Francesco Zarzana e testi di Francesco Zarzana e Caterina Liotti, del Centro documentazione donna - si snoda a partire dagli anni Resistenza, che costarono alla partigiana modenese la perdita del marito e l’amputazione di una gamba, fino all’entrata in Parlamento nel 1948, prima donna nelle liste del Fronte Popolare, e alla sua rielezione nel 1963. La storia continua "toccando il periodo della presidenza dell’UDI provinciale (1953-1958) e della presidenza dell’ANMIG provinciale di Modena (1960-1990), raccogliendo, inoltre, le molte testimonianze di coloro che la conobbero: Aude Pacchioni, Adriano Zavatti, Rosanna Galli, On. Marisa Rodano ed altre".
La voce narrante nel fim è dell’attrice Elena Polic Greco, mentre l’attrice Laura Trimarchi appare in un cameo. Direttore della Fotografia è Victorr Torrefiel Vicente e la colonna sonora, realizzata dalla giovanissima compositrice Chiara Troiano, include due pezzi della cantautrice Laura Sirani.
Alla proiezione a Montecitorio sono previsti gli interventi: del vicepresidente della Camera Ettore Rosato, del parlamentare Piero Fassino, del vicesindaco di Modena e Assessore alla Cultura Gianpietro Cavazza, della coautrice dei testi del film Caterina Liotti del Centro documentazione donna, dell’attrice protagonista Claudia Campagnola, che ha dato volto e voce a Gina Borellini.
A seguire sono previsti gli interventi di Patrizia Gabrielli dell’Università di Siena - sede di Arezzo, di Rosangela Pesenti presidente associazione nazionale Archivi Udi, di Laura Piretti per Udi nazionale introdotti e coordinati da Vittorina Maestroni presidente Centro documentazione donna di Modena. “Tutto ha avuto inizio con la donazione dell’archivio di Gina Borellini al Centro documentazione donna da parte del figlio Euro Martini. Un archivio molto ricco per la quantità e la qualità della documentazione pubblica e privata a testimonianza di una vita dura e difficile, ma anche impegnata nella difesa dei diritti e nella trasmissione dei valori democratici verso i giovani” dichiara Vittorina Maestroni, presidente del Centro documentazione donna di Modena.
Sulla storia dell’On. Borellini il Centro documentazione donna e in particolare Caterina Liotti, coautrice dei testi con Francesco Zarzana, aveva già lavorato pubblicando con Mariagiulia Sandonà “Un paltò per l’onorevole. Gina Borellini, Medaglia d’oro della Resistenza” e allestendo diverse mostre foto-documentarie.
“L’occasione di produrre un docufilm, in collaborazione con ProgettArte e Bukfestival, è arrivata in occasione del 70° anniversario del primo voto delle italiane, quando come Centro documentazione donna, in collaborazione con l’Istituto Storico, abbiamo voluto approfondire il tema dell’acquisizione dei diritti di cittadinanza da parte delle modenesi e avviato il progetto #Cittadine. I segni nella comunità e sulle città. La storia di Gina Borellini - che da mondina diventa partigiana e poi onorevole - si presta a divenire simbolo di questa trasformazione delle donne: da soggetti totalmente privi di diritti e di soggettività giuridica a cittadine. Un docufilm costruito con le tecniche della Public History, vuole essere uno strumento per far conoscere e trasmettere una storia fatta di coraggio, di lotta per una società più giusta per tutti, anche per le donne” spiega Caterina Liotti.
L’iniziativa di lunedì 9 aprile 2019 alla Camera dei Deputati è promossa da Centro documentazione donna di Modena, Istituto Storico di Modena, Comune di Modena, Fondazione Cassa di Risparmio di Modena, Udi nazionale, Associazione nazionale degli archivi dell’Udi, in collaborazione con Anpi nazionale e Anmig nazionale.
- - - - - - - - - - - - Biografia Gina Borellini, nata a San Possidonio (Modena) il 24 ottobre 1919 da una famiglia contadina, è tra le protagoniste a Novara nel 1943 dei primi scioperi delle mondine per il miglioramento dei salari e delle condizioni di lavoro. Durante la Resistenza la sua casa diventa un rifugio partigiano, fonda nella primavera del 1944, i Gruppi di difesa della donna a Concordia, in provincia di Modena. Agli inizi del 1945 viene arrestata, torturata e portata davanti al plotone d’esecuzione dove resiste agli interrogatori senza tradire i compagni e lo stesso marito, che comunque sarà fucilato a Modena, nei pressi del Foro Boario, il 19 marzo del 1945. Partigiana combattente nella Brigata “Remo” con il nome di battaglia “Kira”, ferita a una gamba durante una fuga, ne subisce l’amputazione pochi giorni prima della Liberazione; la grande menomazione, che la costringe ad anni di dolori e scarsa autonomia di movimento, non le impedisce però di animare a Concordia la fondazione dell’Udi e la campagna elettorale del 1946 per le prime elezioni comunali e per il successivo referendum istituzionale e l’Assemblea costituente, trasportata su un “biroccio” dai compagni, come lei stessa testimonia.
Eletta per il Pci in Consiglio comunale sarà tra le circa duemila elette a livello nazionale in quella prima tornata elettorale (1.9 % sul totale degli eletti), mentre l’anno seguente le sarà conferita la Medaglia d’oro al valor militare, che le aprirà la strada per l’elezione in Parlamento. Nelle prime elezioni politiche democratiche a suffragio universale del 1948 viene eletta alla Camera dei deputati per il Pci nelle liste del Fronte popolare quale rappresentante, con Arrigo Boldrini, dell’antifascismo nazionale. Resterà in Parlamento fino al 1963 attraversando tutto il durissimo periodo della repressione scelbiana attuata contro chi aveva lottato per la libertà. Molto importanti le sue battaglie per la liberazione dei carcerati ingiustamente detenuti e la denuncia, in Parlamento, dell’eccidio delle Fonderie Riunite avvenuto a Modena il 9 gennaio 1950, quando sei operai caddero vittime dell’attacco delle forze dell’ordine duranteuna manifestazione. Per tutte e tre le legislature s’impegna con molta dedizione nella difesa dei valori dell'antifascismo, dell'emancipazione delle donne e dei deboli - bambini, anziani, carcerati, disabili-. Nello stesso periodo viene eletta in Consiglio provinciale a Modena (dal 1951 al 1956) e nel Consiglio comunale di Sassuolo (dal 1956 al 1960).
In quegli anni ricopre inoltre la carica di presidente dell’Udi provinciale di Modena (1953-1958) e componente degli organismi dirigenti nazionali dell’associazione fino alla fine degli anni settanta, praticando la “doppia militanza” tipica delle comuniste.
Dopo l’esperienza parlamentare, dal 1960 al 1990, dirige l’associazione mutilati e invalidi di guerra di Modena facendo parte degli organismi dirigenti nazionali come una delle pochissime donne presenti in una associazione prevalentemente maschile.
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