I pupazzi del progetto 'Sale e tanto Pepe' e la pedagogia teatrale - di Alberto Marino
Un percorso pedagogico per facilitare l'incontro, la socializzazione e l'espressività nelle persone fragili. E' 'Sale e tanto Pepe', progetto ideato da Ivano Malcotti
Domenica, 07/02/2021 - "Un progetto di teatro con pupazzi, realizzato sulla scia del Teatro di Cittadinanza che da diversi anni portiamo in giro per la Liguria e che abbiamo rielaborato immaginando il burattino come ponte e facilitatore del dialogo tra il sé più intimo e l'esterno". Con questa sintetica spiegazione Ivano Malcotti, educatore appassionato oltre che creativo regista e poeta, sipega il senso del percorso che ha ideato e che realizza insieme a Valeria Stagno. Lo spettacolo, prodotto da 'Gruppo Città di Genova', ha come sottotitolo "Storie semiserie di Comunità alloggio" ed è una sequenza di piccole storie di vita quotidiana su cui un giudice deve mettere pace. I burattini, confezionati alla perfezione da Luisa Cardellini *, mamma attivamente coinvolta nel progetto, rappresentano i vari personaggi, tra i quali: il giudice, due allegre amiche, lo smemorato, il mago o presunto tale, lo spaventapasseri e l'uomo di latta.
Chi partecipa a questo lavoro?
Come in tutti i nostri laboratori e progetti possano partecipare sia i bimbi che le persone della terza età, in un fruttifero incontro intergenerazionale. Come ripetiamo spesso, vogliamo riabbracciare l’ antico sogno di tutte le persone: creare qualcosa che viva di vita reale in una situazione immaginaria.
Quali sono le finalità educative del progetto? Sono molteplici. Attraverso il pupazzo, che diviene il mezzo e lo strumento educativo, il bambino e la persona della terza età, può instaurare un dialogo tra sé e il mondo esterno, può giocare (e si gioca a tutte le età) all’identificazione e all’imitazione, può esprimere sentimenti ed emozioni, può tirare fuori degli irrisolti e delle resistenze, può condividere dei timori e delle paure.
E' un modo anche per favorire la socialità … Senza dubbio, permette alle persone più timide di acquisire sicurezza e a quelle più irrequiete di lavorare sull’autocontrollo e imparare il dono della mediazione. Si impara a sviluppare la capacità di porsi in relazione con gli altri, si favorisce il dialogo e si acquisisce la capacità di distinguere diversi messaggi linguistici. Non dobbiamo trascurare neppure l’alto valore del gioco di “squadra” che suscita sempre sentimenti di appartenenza.
Se dovessi indicare schematicamente i maggiori obiettivi che intendete raggiungere con il progetto, quali ti sentiresti di sottolineare? Il percorso pedagogico si prefigge obiettivi diversi in relazione al soggetto destinatario, se lavoriamo con alunni della scuola dell’infanzia saremo piu attenti al miglioramento delle capacità relazionali e sociali, all’accrescimento delle capacità espressive senza dimenticare la valorizzazione delle prime predisposizioni artistiche.
Se parliamo della scuola primaria invece abbiamo pensato di lavorare sul processo di autostima e incoraggiare la creatività.
Nella scuola secondaria il progetto vira su obiettivi di carattere emotivo come la gestione delle proprie energie e potenzialità, senza dimenticare l’autostima, l’approccio sociale e relazionale per approcciarsi ad attività professionali.
Il progetto è aperto anche alla disabilità? Naturalmente si, la disabilità è accolta sotto le sue diverse forme e ogni nostra attività é finalizzata alla promozione integrale della persona con particolare interesse alla sfera emozionale e cognitiva .
Il teatro in genere ma a maggior ragione quello dei pupazzi è uno strumento di relazione e conoscenza di sé attraverso l’incontro con il gruppo e con la propria identità. Noi vogliamo far vivere il teatro come mezzo di espressione e scoperta, per accompagnare i singoli individui ad una maggiore conoscenza e consapevolezza delle proprie potenzialità e diverse abilità.
Inoltre per le persone con disabilità di carattere psichico con le quali lavoriamo abitualmente abbiamo notato che lavorare con i pupazzi ha permesso di raggiungere risultati considerevoli da diversi punti di vista.
Li puoi indicare? Incrementare l’attenzione, aiutare la differenziazione tra realtà interna e mondo esterno, miglioramento del linguaggio del corpo e della voce.
Insomma un progetto per il miglioramento psico-fisiche di tutte le persone che avranno il piacere di partecipare.. Si, noi del Gruppo Città di Genova viviamo e cerchiamo di pensare sempre ad un tipo teatro fruibile come apertura verso la comunità e nella comunità si incontrano risorse ma anche fragilità.
Oltre che autore sei un operatore pedagogico teatrale, ci descrivi meglio questa attività? La "pedagogia teatrale" ha come oggetto di interesse la persona nella sua formazione ed evoluzione e promuove l'espressività del singolo e dei gruppi con i quali lavora. Altro campo di indagine dell'operare pedagogico teatrale (OPT) è la realizzazione di progetti di carattere sociali quali le pari opportunità e inclusione. Insomma vive il teatro come mezzo di comunicazione con finalità educative in ambito sociale, culturale e riabilitativo.
Dove ti sei formato? Per quanto mi riguarda è stata una formazione biennale, post universitaria presso il Teatro dell'Ortica di Genova in collaborazione con l'Università di Genova Facoltà di Scienze della Formazione e Facoltà di Lettere.
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*La parola a Luisa Cardellini, mamma di un ragazzo seguito dai Servizi Sociali, che collabora attivamente al progetto realizzando i pupazzi.
Dove trovi l'ispirazione per confezionale i tuoi pupazzi? Questo gioco è nato per caso da un'idea di mio figlio Daniele, che da sempre ama inventare storie divertenti con personaggi carattereistici. Il progetto prende forma e si consolida grazie al contributo preziosissimo del caro e geniale Ivano Malcotti, educatore di Daniele, che con tanto entusiasmo ha supportato Daniele nella scrittura dei testi. Da qui il mio coinvolgimento cercando di creare delle figure che rispecchiassero al meglio quelle storie. Quindi con semplici materiali, un po' di manualità e voglia di giocare ho realizzato dei piccoli attori comici.
Che tipo di emozione vivi quando vedi il pupazzo finito? Man mano che il pupazzo prende forma assumendo le sue caratteristiche, vengo piacevolmente coinvolta e quando il risultato finale rende onore all'autore e diventa proprio quel personaggio, soddisfatta sorrido divertita.
Cosa ne pensi del progetto? Pensi possa esser utile dal punto di vista edcativo? Ogni progetto in cui il gruppo di lavoro mira a far emergere il valore interiore di ciascun individuo e di offrire la possibilità di esprimerlo in libertà qualunque sia la sua condizione sarà sempre un grande progetto. La funzione educativa emerge soprattutto quando i bambini vengono coinvolti sia nella costruzione dei pupazzi che nella recitazione. Un ambito in cui candidamente esprimono la loro fantasia e compiono gesti che nella realtà sarebbe impossibile.
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