Approdi - In libreria ‘La porta della gioia’, il nuovo libro di Giovanna Providenti sull’artista catanese
Venti anni fa moriva Goliarda Sapienza. Negli ultimi anni della sua vita viveva tra Sperlonga e Gaeta, immersa in quella natura e in quel mare che le davano felicità. E scriveva. Annotava sui taccuini che portava sempre con sé idee, suggestioni, immagini che poi andava cucendo in trame di vita su fogli bianchi, seduta sul suo letto, la schiena contro il muro, il caffè, le sigarette e l’accendino a un lato come un’ancora di salvezza. Quelle storie, che la sua mente ordiva e la sua mano disegnava, sarebbero diventati dei libri a tutti gli effetti solo molti anni dopo la sua scomparsa e avrebbero fatto di lei, ormai inconsapevole, una scrittrice profondamente amata.
Giovanna Providenti, già autrice di due lavori su Goliarda Sapienza, torna sulla vita dell’artista per dare vita ad una biografia per temi, che tralascia la mera cronologia degli avvenimenti e mette in relazione i vissuti di Sapienza con brani di opere edite ed inedite della scrittrice in un intrecciarsi di realtà e immaginazione che non toglie nulla alla verità. I capitoli, a parte il prologo “Nessuna Goliarda” e la conclusione “La porta della gioia”, sono tutti incentrati sull’Essere (Scrittrice, Cinematografara, Nata a Catania, Partigiana, Figlia di antifascisti, Viva e profonda) in un tentativo di andare al nocciolo, all’essenza di questa donna con cui Providenti sembra essersi definitivamente identificata, anche se “questo libro - scrive l’autrice nell’Introduzione - (…) non vuole essere un resoconto oggettivo della vita di Goliarda, perché non ne esistono di possibili”.
La preoccupazione di Providenti sembra invece essere quella di restituire la complessità della personalità di Goliarda, la profonda ricerca che caratterizza tutta la sua vita, il fraintendimento come “arte del dubbio (…) verità dall’interno (…) diffidando delle verità propinate da chicchessia”. Il ritratto che ne esce è quello di una donna ontologicamente incapace di essere in un solo luogo, fisico e psichico. Goliarda attraversa il mondo con uno sguardo e una tensione che la trascinano sempre oltre. Questo essere al di là, dentro e fuori la realtà, vera e bugiarda, consapevole e incosciente è l’unica verità possibile che ci può raccontare Providenti, che coglie nella frase di Sapienza nel film del 1995 di Paolo Franchi Frammenti di Sapienza, “scrivo per essere fraintesa” l’unica rispondenza vera ed assoluta per raccontare l’artista.
Goliarda sola la notte di Capodanno del 1969, Goliarda bambina con il braccio rotto che le impedisce di sostenere l’esame per entrare in Conservatorio, Goliarda nel 1948 mentre aspetta Citto a Roma sotto la Rinascente, Goliarda che assiste sola alla morte dell’amatissima madre Maria Giudice, Goliarda che ingurgita un intero flacone di sonniferi con il whisky, che finisce in una clinica per malattie nervose e che viene salvata dall’elettroshock dal giovane psicanalista siciliano Ignazio Majore. Questi e moltissimi altri sono i fraintendimenti ricostruiti da Providenti e alla fine della lettura ciò che resta è la vivida sensazione della dolcissima presenza di Goliarda.
Giovanna Providenti
La porta della gioia
Nova Delphi Libri, 2016
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