SPIGOLANDO - Tra l’acqua di San Giovanni e il nocino delle streghe
La terra acquerellata da pomodori, meloni, cocomeri o fiori di zucchine provocatoriamente aperti, e magari poggiati sul viola di una melanzana che al sole aspetta la piena maturazione e occhieggia ai peperoni appena sotto a rami di frutta colorata, o a quei fichi neri, che le hanno copiato il colore e che, grandi e grossi fioroni d’estate, sembrano godere del gusto che daranno a chi li coglierà per assaporarli.
Le scuole sono chiuse, il ritmo delle famiglie prende il segno dell’estate e, tra week end e prime fughe dalle città, le feste che non mancano mai sono occasione di allegria e di rivitalizzazione di tradizioni e culture. Ed eccone una, il 24 giugno, quasi corrispondente al solstizio: San Giovanni Battista. Una ricorrenza che, a considerarla con attenzione, più che mai esalta quasi al di là di ogni volontà, quel matrimonio tra sacro e profano che spessissimo, portato dei secoli, segna ricorrenze e festività di un paese come il nostro e come tanti che nella campagna, nella natura, nel verde dei campi, dei boschi e delle montagne abbiano radici importanti della loro storia. E allora il 24 giugno, festa di San Giovanni, viene incredibilmente dopo la notte del 23, ovvero la notte delle streghe. Quella notte che in tanti paesi - narra “la storia” - le streghe appunto ballavano, o forse ballano, il sabba sotto un noce,famoso per l’Italia quello di Benevento. E a ricercare, fra le due ricorrenze si possono identificare imprevedibili punti di contatto come, in primis, l’acqua di San Giovanni. L’acqua veniva e viene “prodotta” raccogliendo all’alba erbe e fiori quando ancora la rugiada brilla tremula sul verde. Erbe aromatiche scelte per le proprietà medicamentose. Erbe come: l’iperico, la rosa canina, la menta, l’artemisia, la lavanda, l’assenzio, la verbena , il ribes rosa, il vischio o il sambuco, la ruta o il rosmarino e altre ancora. Erbe che, poste una notte nell’acqua - che poi filtrata può usarsi per bagnarsi viso e mani e non solo - viene tramandato come avessero un forte potere contro malocchio e malasorte e promettessero comunque benessere e fortuna e di guarire tutti i mali. Una narrazione che continua, oggi, in tanti luoghi - come gli agriturismi, per esempio - attivi nel far rivivere le antiche tradizioni ..
Acqua, chissà, forse in memoria di un’acqua ben più significativa, quella del fiume Giordano con cui Gesù volle farsi battezzare da San Giovanni appunto … Erbe come quelle che le donne da sempre raccoglievano conoscendone i poteri medicamentosi e che forse per questo nel Medioevo divennero una delle cause di accuse di stregoneria per magie considerate inspiegabili..
E forse di magia fu accusato anche quel liquore, il nocino, che si può presumere le streghe “inventarono” raccogliendo dopo il sabba le noci in maturazione il cui mallo fresco risulta indispensabile per la ricetta del liquore.
Più difficile la ragione - e la lasciamo alla fantasia - spiegare la tradizione per San Giovanni, almeno a Roma, della raccolta delle lumache, che escono di norma dopo la pioggia e che sono considerate un cibo prelibato per chi ne è goloso.
RICETTE
Nocino. 250 gr di noci verdi da porre a macerare per 40 giorni in 250 gr di alcool a 60° e 250 gr di acqua, mettere in un recipiente chiuso esposto al sole; alla fine 2 gr di corteccia di cannella,10 gr petali di rosa, 6 gr di semi di finocchio e qualche chiodo di garofano. Lasciare riposare ancora qualche giorno poi filtrare e gustare!
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