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Firenze / La clausura debutta al Teatro Le Laudi

Firenze / La clausura debutta al Teatro Le Laudi

Con la regia di Alfredo Traversa arriva sul palcoscenico 'Il Silenzio: parole, emozioni e pensieri di donne che hanno scelto la clausura'

Domenica, 19/01/2014 - La Compagnia Teatro della Fede



presenta



“Il SILENZIO” : parole, emozioni e pensieri di donne che hanno scelto la clausura



dopo le rappresentazioni nelle carceri prima nazionale a Firenze



Teatro Le Laudi (Firenze, via Leonardo da Vinci 2)



Sabato 8 febbraio ore 21; domenica 9 febbraio ore 17



dal libro-indagine “Silenzio Amico” di Giampiero Beltotto (ed. Marsilio) regia di Alfredo Traversa



con Antonella Fanigliulo, Tiziana Risolo, Tano Chiari, scenografia Mario D'Amico, allestimento, luci e suoni Ciro Lupo





Dopo le particolarissime rappresentazioni all’interno delle carceri di Venezia e di Taranto debutta a Firenze 'Il silenzio', adattamento teatrale di un soggetto arduo ma affascinante come il libro da cui è tratto: Silenzio amico, racconto dei monasteri di clausura femminili, del giornalista Giampiero Beltotto.

Il Silenzio rappresenta il contrasto, solo apparente, tra il fuori e il dentro, tra la vita pubblica e quella di clausura: le attrici prestano loro il corpo, dando allo spettatore la possibilità di 'visitare' un mondo che esiste per davvero.

E’ nel monastero benedettino di Valserena in provincia di Pisa che Beltotto è riuscito a farsi aprire non solo le porte ma soprattutto l'anima e la spiritualità delle monache, donne che hanno fatto la scelta delle clausura e di cui il regista Alfredo Traversa porta in scena parole, emozioni, pensieri.

“Non ho incontrato donne sepolte vive o fuori dal mondo, ma un’esperienza consapevole sia dal punto di vista ecclesiale che da quello culturale, un gruppo di donne che, in nome e in forza di una fede incarnata nel tempo, nella storia e nelle vicende umane, autogestiscono materialmente e spiritualmente la propria esistenza”. Cosi Beltotto descrive le monache di clausura di Valserena.



Nella trasposizione teatrale Alfredo Traversa ha voluto lasciar fluire il libero pensiero raccolto da Beltotto, come un flusso di coscienza. Lo spettacolo è un susseguirsi di pulsioni, emozioni, dubbi e certezze: non una finzione scenica, ma l’opportunità per lo spettatore di compenetrare il pensiero e l'interiorità di donne reali che, per scelta consapevole e a pochi chilometri di distanza, vivono chiuse in una cella.



Le attrici sono donne che piangono, sorridono, cantano, si disperano, senza mai rinunciare alla propria femminilità e sessualità. Perché le monache di clausura sono così: ci pongono degli interrogativi enormi, attraverso un vissuto fatto di costante confronto con l'altro. In scena un uomo osserva, partecipa, commenta... non trova pace, non sa come interloquire con queste donne pur rimanendone affascinato.



“In questo momento storico dove la figura della donna subisce continue pressioni e distorsioni grazie ad un materialismo imperante – spiega il regista - Il Silenzio è un'opportunità per riflettere e conoscere una realtà piena di luoghi comuni e stereotipi che nello spettacolo vengono azzerati svelando d'incanto la meraviglia e lo stupore del vivere una vita tra le mura di un monastero”.



Lo spettacolo è sinora stato messo in scena con grande coraggio e successo all’interno di due carceri, Venezia e Taranto, dove attori e spettatori erano pienamente consapevoli delle opposte motivazioni che portano a vivere l’allontanamento dal mondo, per una comunità dalle regole precise, una convivenza con chi non si conosce: le suore di clausura per scelta, le detenute per obbligo.



Il libro “Silenzio amico: la bellezza della clausura ai tempi di Internet”: Dopo trent'anni, un giornalista inquieto ritorna in un monastero di clausura e realizza un'intervista che riguarda la scelta di un gruppo di donne che dal silenzio ci parla del senso della vita, della politica, del potere, della cultura, della Chiesa, del sesso e della maternità. Le risposte arrivano al cuore della questione umana e scardinano decenni di timidezze e un'infinità di pregiudizi. Non solo: dalla clausura, queste donne si mettono in gioco con il popolo della rete e si confrontano con un mondo che, spesso, non ha neppure sentito parlare di contemplazione, di castità, di verità. Ne emerge un dialogo potente, libero e senza schemi tra chi vive immerso in una costante offerta di sé a Dio e chi naviga in una cultura globalizzata che non riconosce il senso dell'eterno.



Sabato 8 febbraio ore 21; domenica 9 febbraio ore 17



Teatro Le Laudi Firenze, via Leonardo da Vinci 2 - tel. 055572831

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