Martedi, 01/08/2017 - Dal 28 al 30 agosto a Santa Margherita Ligure si tiene la prima edizione del Festival di Bioetica (programma), organizzato dall’Istituto Italiano di Bioetica in colalborazione con il comune di Santa Margherita Ligure, con il patrocinio e la partecipazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Comitato Nazionale per la Bioetica, in collaborazione con Unesco Chair in Bioethics e Biogem. Abbiamo rivolto alcune domande alla professoressa Luisella Battaglia, docente ordinaria di Bioetica e Filosofia Morale presso l’Università di Genova e Suor Orsola Benincasa di Napoli e componente del Comitato nazionale di bioetica. (depliant)
Professoressa, lei ha voluto fortemente questo Festival, che è organizzato dall' Istituto Italiano di Bioetica di cui lei è tra i fondatori. Perché pensa che questa iniziativa sia necessaria e quali obiettivi e aspettative avete come promotori?
La bioetica è ancora per molti una parola misteriosa associata spesso a immagini inquietanti--dal mito di Pandora al fantasma ricorrente di Frankenstein--evocate anche dal sensazionalismo dei mass media.
Per questo il nostro intento è di fornire un'informazione esauriente sulle possibilità offerte dalle biotecnologie e di accrescere la consapevolezza delle implicazioni morali, politiche, economiche e giuridiche dei progressi scientifici e tecnologici, per evitare sia i timori che le speranze eccessive e promuovere un'effettiva partecipazione al dibattito pubblico. Oggi, in effetti, viviamo il rischio di una regressione democratica per cui i grandi problemi connessi all'impresa biotecnologica vengono troppo spesso concepiti come questioni da delegare agli scienziati, nella persuasione che i detentori del sapere siano anche i depositari della saggezza. In realtà, le possibilità nuove che ci si aprono e che sono destinate ad avere un forte impatto sulla nostra vita pongono questioni straordinariamente complesse che riguardano l'intera cittadinanza.
Il programma, in tre giornate dense, affronta la salute in relazione all'essere umano, all'ambiente e agli animali. C'è un filo rosso che unisce questi ambiti?
La salute è un bene indivisibile e globale. Basti pensare a come le recenti emergenze ambientali ci abbiano mostrato, indubitabilmente, la necessità di uscire da una visione antropocentrica e l’impossibilità di separare il nostro benessere da quello dell’ambiente e da quello delle altre specie viventi. La stessa nozione di ‘qualità della vita’ dev’essere ridefinita in relazione a parametri più ampi che corrispondano agli interessi non solo dell’umanità attale ma anche delle generazioni future, dell’ambiente e degli animali, i nuovi soggetti morali emergenti dalla bioetica. Il Festival della Bioetica intende, pertanto, promuovere una nuova filosofia di vita imperniata su una visione complessiva dei rapporti tra la nostra specie e il mondo vivente e che ponga al centro la salute di entrambi in ragione del nesso indissolubile che li lega.
Gran parte della prima giornata è dedicata a temi che riguardano le donne; si parla infatti di maternità in relazione alle muove tecnologie e di Medicina di genere. Perché dare come titolo della giornata 'Uomo e salute', anche in considerazione della particolare attenzione che lei ha posto ai nessi tra bioetica e questioni di genere...
Il nostro Istituto si è contraddistinto fin dalle sue origini per aver dato ampio spazio alla pluralità delle ‘voci di donne’ in Bioetica e per avere valorizzato l’importanza e la novità dei contributi femminili e femministi al dibattito in corso, dalle nuove tecnologie riproduttive alla maternità surrogata, dall’ecofemminismo all’etica e alla politica della cura. Non a caso il nostro Comitato Direttivo è composto di donne impegnate nei settori più diversi (Medicina, Diritto, Filosofia, Economia, Etologia, Ecologia, Scienze biologiche etc.). Il titolo della Giornata “ Uomo e salute” intende sottolineare che le questioni più rilevanti e drammatiche della bioetica riguardano ciascuno di noi, maschi e femmine, sia come singoli individui che come specie umana e richiedono, quindi, un impegno condiviso in termini di etica della responsabilità.
Lascia un Commento