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E ‘La Merda’ si trasforma in scandalosa bellezza

E ‘La Merda’ si trasforma in scandalosa bellezza

Teatro - La performer Silvia Gallerano eccelle, all'Auditorium Parco della Musica di Roma, in uno spettacolo scritto da Cristian Ceresoli: un brutale ed appassionato monologo sulla società contemporanea che disumanizza donne e uomini

Colla Elisabetta Lunedi, 02/05/2016 - Articolo pubblicato nel mensile NoiDonne di Maggio 2016

Grandi occhi chiari su un viso aperto e sorridente, voce che risuona forte e chiara nello spazio scenico essenziale, la piccola/grande interprete dello spettacolo ‘La Merda’, Silvia Gallerano, una giovane attrice-performer-interprete dal talento prorompente e camaleontico, lascia il pubblico affascinato, sgomento e spiazzato: non sono solo la bellezza ed attualità del testo (dell’autore e scrittore Cristian Ceresoli) o le poliedriche capacità recitative e d’immedesimazione nel personaggio femminile che domina la scena in totale nudità per circa un’ora, a turbare e rianimare anche i più spenti fra gli spettatori, ma la perfetta, disturbante e vitalissima simbiosi fra tutti gli elementi messi in campo. Una ragazza rannicchiata su un trespolo si racconta senza veli, tra passato e presente: disposta a tutto per entrare nello show-business, la protagonista, semplice e naïf come una ragazzina ma aggressiva e viscerale nella sua determinazione al ‘successo’, ci conduce in una catabasi senza ritorno, fatta di compromessi aberranti e bieche umiliazioni, psicologiche e sessuali, così come di modificazioni fisiche violente (ad esempio a causa delle sue ‘cosce imperfette’), che portano la ragazza a dimagrire, vomitare e financo a mangiare i suoi escrementi, come segno finale di appropriazione e totale aderenza con un sistema maschilista e becero che l’ha plasmata a sua immagine e somiglianza. Silvia Gallerano racconta a NOIDONNE il significato di questa esperienza.

 

Come è nata l’idea di questo spettacolo e chi è la protagonista che porti in scena? C’è un intento etico nel descriverla?

La pièce nasce da un’intuizione dello scrittore Cristian Ceresoli, dalla necessità di descrivere ciò che vediamo intorno e dentro di noi a contatto con la società in cui viviamo. La protagonista è creata su misura per una mia maschera vocale pre-esistente, a cui Ceresoli ha dato voce: è una ragazza pronta a tutto pur di farcela nel mondo dello spettacolo, un mondo che, in questo momento storico, sembra l’aspirazione di tutti. Lo spettacolo non ha alcun intento moralistico né intende dare un giudizio sulla persona, è piuttosto un affresco, una descrizione della realtà. Proprio per questo la ragazza è nuda ed io, nell’interpretarla, non posso non immedesimarmi in una parte di lei, né posso giudicarla se non con uno sguardo profondamente umano che racconti la vulnerabilità assoluta che si nasconde dietro a tanta mostruosità.

 

La tua performance sul testo ‘La Merda’ ti ha lanciata sui palcoscenici di tutto il mondo, nonostante la forza del testo e la nudità in scena non rendano lo spettacolo di facile accesso per un cartellone ‘standard’…

Sì, infatti lo spettacolo ha suscitato molto scandalo, sia per il titolo sia per la nudità, e non è stato accettato dai teatri a livello nazionale, tantomeno dagli stabili (ancora oggi, dopo i premi vinti all’estero, solo da pochissimi); ma né lo scrittore del testo, né io volevamo darci per vinti, così l’abbiamo portato al Valle Occupato di Roma ed in alcuni spazi non teatrali, poi lo abbiamo tradotto in inglese e proposto al Fringe Festival di Edimburgo nel 2012, dove è stata acclamata come opera vincitrice dell’Award 2012 for Writing Excellence ed ha fatto incetta di premi.



 

Pensi che in qualche modo questo spettacolo possa considerarsi ‘femminista’ o che tocchi in senso ampio, al di là dei generi, la disumanità che sempre più sembra dilagare nella nostra società?

Si tratta di una rappresentazione di come possiamo umiliare noi stessi, i nostri corpi ed essere umiliati come esseri umani. Si parla dell’assenza di autostima, del dare importanza alle apparenze, del consumismo di oggetti, corpi e valori, dell’assenza di bellezza o piuttosto della perdita della reale possibilità di capire dove si trovi la bellezza. Certamente le donne sono più spesso toccate da queste situazioni, sono più vulnerabili, ma non dimentichiamo che ‘La Merda’ è stata scritta da un uomo e riguarda gli esseri umani in generale

 

 

Conduci dei laboratori dedicati alle sole donne ed alle loro ‘nudità’, sul testo dello spettacolo: come ti senti in questo lavoro? Trovi che le donne di oggi siano disinibite e disinvolte o, al contrario, piuttosto inibite?

Mi piace molto trovarmi a fare questo lavoro tra sole donne, di tutte le età, perché si crea subito un clima rilassato in cui si lavora bene: il testo ci offre molti spunti ed avendo spesso un vissuto comune, per certi aspetti, ci confrontiamo velocemente e senza pudore, anche in una situazione di nudità, su temi molto delicati; le donne che ho incontrato hanno subito offerto racconti molto intimi, come se bastasse offrire un luogo di confronto perché si potesse aprire una narrazione, che altrimenti viene ricacciata dentro e rimossa. Ci sono molte cose da raccontare e pochi luoghi, consessi, disposti ad ascoltare: a me piace molto avere la possibilità di tenere aperto uno spazio del genere. Le donne più grandi, adulte o quasi anziane, sono spesso più disinibite, tranquille rispetto al proprio corpo, le giovani talvolta hanno maggiori inibizioni, si misurano in maniera più attenta con il pudore, il corpo e le emozioni.



 



Chi è Silvia…



Diplomata alla Scuola d’Arte Drammatica ‘Paolo Grassi’ di Milano, Silvia Gallerano ha studiato, fra gli altri, con Marcel Marceau, Francesca De Sapio, Gabriele Vacis, Yoshi Oida, Giampiero Solari. Fondatrice della Compagnia Teatrale Dionisi, ha lavorato anche nel cinema, per Silvio Soldini e Marina Spada e, di recente, ha partecipato ai film ‘Asino Vola’ di Tripodi e Fonte, prodotto da Tempesta Film - presentato al Film Festival di Locarno 2015 - ed ‘Assolo’ di Laura Morante. Con lo spettacolo ‘La Merda’, che interpreta anche nella versione inglese e prossimamente francese, ha vinto moltissimi premi in tutto il mondo tra cui il The Stage Award 2012 come Best Solo Performance (prima attrice italiana ad ottenere tale riconoscimento) al Fringe Festival di Edimburgo 2012, l’Arches Brick Award 2012 ed una nomination ai Total Theatre Award 2012. 



 



 



 



 

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