Sabato, 26/03/2022 - Fino al 12 giugno, a Brescia, a Palazzo Martinengo sarà in parete una mostra splendida, un omaggio all’eterno femminino ad opera di artisti davvero sommi e famosi.
Si tratta di "DONNE NELL’ARTE. Da Tiziano a Boldini", eccezionale 'excursus' che offre più di 90 capolavori a testimonianza che la raffigurazione della Donna ha rivestito un ruolo di primo piano nella storia dell’arte italiana, per un periodo di quattro secoli almeno, dagli albori del Rinascimento al periodo della Belle Époque.
Ed è la Donna la Protagonista per mano d’uomo rappresentata come simbolo, quasi divinità, ed ancora resa in veste popolare, incantevole ed umile, luminosa ed in ombra, come solo lei sa essere, reinventandosi ogni giorno per ogni occasione e del ‘normale’ e dell’eccezionale.
L’esposizione, curata da Davide Dotti, organizzata dall’Associazione Amici di Palazzo Martinengo, col patrocinio della Provincia di Brescia, del Comune di Brescia e della Fondazione Provincia di Brescia Eventi, presenta oltre 90 capolavori di artisti quali Tiziano, Guercino, Pitocchetto, Appiani, Hayez, Corcos, Zandomeneghi e Boldini che, con le loro opere, han saputo rappresentare la personalità, la raffinatezza, il carattere, la sensualità e le più sottili sfumature dell'emisfero femminile, ponendo particolare attenzione alla moda, alle acconciature e agli accessori tipici di ogni epoca e contesto geografico.
Ad essa è di supporto un eccellente catalogo èdito per i tipi di Silvana Editoriale.
Il percorso espositivo, suddiviso in otto sezioni tematiche - Sante ed eroine bibliche; Mitologia in rosa; Ritratti di donne; Natura morta al femminile; Maternità; Lavoro; Vita quotidiana; Nudo e sensualità - documenta il rapporto tra l’arte ed il mondo femminile ad evidenziare quanto la Donna sia da sempre il centro dell’universo artistico.
Traendo ispirazione da testi sacri e libri agiografici, gli artisti hanno creato tele oggetto di secolare devozione che raffigurano le più famose sante della cristianità insieme alla propria classica iconografia simbolica: Maddalena col vasetto di unguenti; Caterina con la ruota dentata; Barbara con la torre; Margherita con il drago; Cecilia con gli strumenti musicali. Senza dimenticare le eroine bibliche quali Giuditta, Salomè, Dalila, Susanna e Betsabea, le cui tormentate vicende personali sono narrate nell'Antico Testamento.
Anche la letteratura classica e la mitologia han ispirato gli artisti, come ad esempio le storie che riguardano divinità (Diana, Venere, Minerva, Giunone), celebri figure mitologiche (Leda, Europa, Onfale, Circe, Dafne) ed illustri donne del mondo antico che, con coraggio e drammatica determinazione, hanno preferito la morte al disonore. Si pensi, a tal proposito, alla regina d'Egitto Cleopatra, che decise di togliersi la vita, dopo il suicidio dell'amato Antonio, per non consegnarsi viva nelle mani dell'acerrimo nemico Ottaviano e subire la pubblica umiliazione; a Lucrezia, che si trafisse il petto con il pugnale, dopo essere stata avvilita e violentata da Sesto Tarquinio; a Sofonisba, che bevve il veleno inviatogli dal marito Messinissa per non vivere un'esistenza mortificata come schiava dei Romani.
Ma è la pittura dell'Ottocento, la vera ‘étoile’ della mostra: nel suo àmbito la donna è stata còlta nella sua dimensione quotidiana, alle prese con le faccende della vita domestica e del lavoro; nei panni di madre affettuosa che accudisce con amore i propri figli; ma anche in atteggiamenti maliziosi e in situazioni intime per esaltarne la carica sensuale, come testimoniano gli straordinari capolavori del ferrarese Giovanni Boldini, il più grande artista italiano della Belle Époque, insieme con i già citati Federico Zandomeneghi e Giuseppe De Nittis, i tre grandi Italiens de Paris a cui va aggiunto Vittorio Corcos.
Tra i capolavori della mostra, proprio in ‘ouverture’ si ammira la Maddalena penitente, un olio su tela di Tiziano, firmato per esteso, proveniente da una collezione privata tedesca, esposto per la prima volta in Italia.
Splendida l’interpretazione che dà Tiziano di questa ‘prima donna’ peccatrice, poi pentita e redenta, sottile la sua introspezione psicologica: la raffigura mentre con
un drappo e i suoi lunghi capelli tenta di coprirsi il corpo, quel suo corpo un
tempo libidinoso, con il quale ha fatto peccare la sua anima mentre con gli occhi
pieni di lacrime, invoca speranzosa il divin perdono.
E proprio alla figura di Maria di Magdala, Maria Maddalena, figura ancor oggi controversa per le Sacre Scritture e per la tradizione, è dedicata da domani una grande mostra a tutto tondo, a Forlì, ai Musei di San Domenico, "Maddalena - il mistero e l'immagine".
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