Mercoledi, 03/07/2013 - Con il via libera della Commissione del Senato al ddl che fissa tempi e paletti, la prima tappa dell'iter parlamentare delle Riforme Istituzionali si è conclusa con un grande accordo di maggioranza. Preceduto però da giornate di burrasca che hanno fatto pensare ad una rottura pericolosa per il Governo delle larghe intese. Le donne sono state protagoniste nello scontro e nella sua ricomposizione. Lo scontro è avvenuto quando il PDL, con la firma anche della Senatrice Anna Maria Bernini, ha presentato un emendamento che apriva la strada ad un inserimento del tema Giustizia tra quelli che dovranno essere riformati (forma dello Stato, forma di Governo e bicameralismo). La reazione del PD è stata durissima: si è gridato al bliz e di ennesimo attacco del PdL all'indipendenza della Magistratura dopo la condanna di Berlusconi per il processo Ruby. La relatrice del provvedimento (Anna Finocchiaro, PD) annunciò l'opposizione intransigente del suo gruppo al varo di questo emendamento. L'emendamento di conseguenza è stato ritirato dal PDL, ma la senatrice Bernini ci spiega che è stato interpretato male, in maniera "politicista", facendo un processo alle intenzioni, mentre si trattava in realtà solo di una razionalizzazione del lavoro per la modifica della seconda parte della Costituzione. Una razionalizzazione che comunque è stata prevista, dice la senatrice Bernini, evidenziando che con un emendamento della relatrice Finocchiaro si parla (senza però citare la Magistratura) di leggi costituzionali che potrebbero essere esaminate per armonizzare l'intero assetto Costituzionale con le Riforme previste e concordate. Resta comunque ancora aperto un tema su cui il confronto nella maggioranza è teso. La senatrice Finocchiaro, con il suo emendamento, ha previsto che parallelamente al lavoro che si farà sulle riforme, si possa approvare con legge ordinaria una modifica della legge elettorale. In modo da evitare che, in caso di elezioni anticipate, si debba rivotare con l'attuale Porcellum. Anche il Ministro per le Riforme Istituzionali (Quagliarello, PDL) si è dimostrato disponibile a questo doppio binario, ma la senatrice Bernini dissente. A suo avviso la legge elettorale dovrà essere il tetto dell'edificio costituzionale che troverà fondamenta nelle auspicate riforme e questa corsa ad una nuova legge elettorale sarebbe giustificata da una paura di prossime elezioni anticipate che invece il PDL non teme.
La senatrice Bernini comunque getta acqua sul fuoco dello scontro che si sarebbe consumato nella maggioranza: evidenzia che le senatrici sanno fare squadra più degli uomini e afferma che il lavoro sulle riforme viene fatto in progressione, non in polemica. Ma polemica viene comunque fatta da parte delle opposizioni: la senatrice Giovanna Mangili, del Movimento 5 Stelle, ci conferma infatti la totale contrarietà del suo Movimento a Riforme Istituzionali fatte con deroghe all'attuale dettato Costituzionale che prevede modifiche solo attraverso l'Articolo 38, che garantisce un coinvolgimento complessivo del Paese. La senatrice Mangili è polemica anche sul fatto che il Governo sia entrato in materie di competenza del Parlamento attraverso l'istituzione del Comitato di 35 saggi che attualmente sta studiando le Riforme, ed è polemica sul fatto che il Parlamento studierà il testo che presenteranno i 35 saggi a ranghi ridotti (cioè con un Comitato parlamentare composto da solo 40 eletti). Qualche spiraglio la senatrice Mangili lo apre invece riguardo all'ipotesi del doppio binario: se, mentre il Comitato dei 40 studierà le riforme, il Parlamento potrà lavorare con legge ordinaria per la riforma della legge elettorale, allora il Movimento 5 Stelle collaborerà con una propria proposta che porrà al confronto dopo aver consultato la sua base popolare.
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